Archivio per gennaio, 2009

Pianchette

Posted in scialpinismo on gennaio 31, 2009 by fraclimb

domenica 25 gennaio

In modo un po’ rocambolesco, riusciamo a trovarci a Ponte Chiasso dove decideremo la meta. Siccome i programmi sono discordanti (c’è chi punta ad una lontana powder a Realp, chi invece ad una meta sul lago) ci dividiamo in due gruppi. Così io, i due Clod, Rufus e mio papà ci avviamo verso la cima Pianchette in Val Cavargna. Il viaggio è estremamente breve a causa di una gomma sgonfia che ci obbliga prima ad una sosta forzata e poi determina l’abbandono di mio papà. Rimaniamo in quattro sulla stracarica Millenium Falcon.

La strada tortuosa ci conduce finalmente alla nostra meta: inforchiamo quindi gli sci e iniziamo la salita. Il duro strato nevoso non è molto spesso a causa dell’azione del sole che, speriamo, non determini il cedimento della crosta durante la discesa.

Siamo quindi appena partiti quando il Clod si accorge di aver lasciato gli occhiali in macchina. Siccome il sole non sembra volerci abbandonare, ritorno all’auto. E’ solo il primo di altri brevi ma fastidiosi sali e scendi che dovrò completare prima di ricongiungermi ai miei amici causa caduta bastoncini e occhiali.

Finalmente raggiungiamo il pianoro antistante il rifugio e ne approfittiamo per una sosta ristoratrice dopo la quale attacchiamo il pendio finale. Nel frattempo il tempo cambia rannuvolandosi abbondantemente e in cima ci accoglie un fresco venticello che impone un ritmo danzante ai fiocchi nevosi che cadono dal cielo. Spelliamo quindi il più rapidamente possibile e rientriamo al rifugio dove riusciamo a scroccare una corposa e gustosa fetta di torta che altrimenti avrebbe fatto una fine poco onorevole. Rimessi gli sci, riprendiamo la discesa su una neve in buone condizioni che ci permette di riguadagnare rapidamente l’automobile.

Da notare la prestazione di Rufus alla sua terza uscita assoluta sugli sci: nonostante sia alle prime armi si è comportato egregiamente!

Il richiamo della roccia

Posted in falesia with tags on gennaio 26, 2009 by fraclimb

sabato 24 gennaio

E’ come un’irrefrenabile necessità. Un bisogno primordiale che ti spinge a cercare una parete, un masso, qualcosa da salire. Anche da solo. Così prendi la macchina. Ti immetti sull’autostrada, poi lungo il lago. Posteggi. Un breve avvicinamento per aumentare il desiderio. Le corde fisse e poi, magia! La falesia è silenziosa. La scruti, la percorri avanti e indietro. Individui i tiri scalabili: quelli facili asciutti e quelli più duri. Ti prepari. Sfili la corda, ti leghi e poi inizi ad arrampicare. E il richiamo appagato smette di urlare. Non ti logora più; non ti distoglie dall'”altro”. Ora sei solo tu e la roccia. Una sfida che si ripete, vecchia e nuova insieme. E ogni volta è una nuova avventura, una nuova incognita.

La falesia è deserta. Mi fa compagnia un freddo insistente che riesco a scacciare solo arrampicando. Le mani perdono lentamente sensibilità al contatto con la roccia. Ma il movimento ha presto il sopravvento e il sangue, pulsando alle estremità, porta il suo benefico calore.

Ogni operazione deve essere ben ponderata e soppesata: ho appena finito di salire Sgracchiu (6a) con variante basale su Gingin (5b) per evitare un tratto bagnato. Mi calo dalla sosta e riparto da secondo sulla stessa lunghezza. Sto per scendere, quando vengo raggiunto da un altro solitario. I climber a Carate diventano due e un’alleanza non può che essere scontata. Così mi trovo ad arrampicare con un nuovo compagno, decisamente più forte del sottoscritto. La cosa non mi preoccupa: anzi, ne approfitterò per scalare sui tiri duri da secondo. Iniziamo subito con Frog (6b+): dopo averlo tentato da primo, desisto e lo ripeto da secondo. Poi ci spostiamo poco più a sinistra per salire Biancaneve (7a): il mio compagno è decisamente scatenato! Ma io continuo a seguirlo, rincorrendo la corda che sale alla sosta. Quindi cadono Jè Semplice (6c) e Al Cappone (6c). Ci spostiamo nella famigerata casetta dove saliamo Spyder Man (7b/7b+): la mia, più che una vera arrampicata, è un susseguirsi di resting, tirate di rinvii e quant’altro mi permette di guadagnare la sosta. Poi proviamo la sbulderata di Intunua (7a), per uscire dalla casetta e salire Bugs Life (6b+). Nel frattempo ci ha raggiunto anche il Clod che si aggrega al gruppo permettendomi così di recuperare dalle sfacchinate. Nuovo spostamento per salire altri due tiri: prima Mago Gi (6b/6b+) e poi Internet (6c).

Morale: alla fine della giornata porto a casa 11 tiri e 1/2 per lo più da secondo ma su difficoltà rispettabili. E la ghisa, sorella minore del richiamo, mi fa visita solo brevemente, in attesa che il fratello torni a farsi sentire.

Dove è sempre possibile tirare la tacca

Posted in falesia with tags on gennaio 23, 2009 by fraclimb

domenica 18 gennaio

Anche con tempo uggioso, la voglia di andare in giro non si placa e siccome è da un po’ che non vado in falesia, una visitina a Carate non si può certo mancare! Così, sotto una leggera pioggerellina, parto con Roberto alla volta della falesia. La parete è completamente asciutta e sotto molte vie anche chi assicura rimane all’asciutto.

Così individuiamo un facile 6a (Volapè) per riscaldarci. Roberto, sebbene da parecchio non tocchi roccia, si comporta egregiamente e così attacchiamo Orchite Fumè e poi Black Rain. Nel frattempo anche altre due coppie di climber ci raggiungono andando ad arrampicare più a destra.

Sulla sinistra, individuo un bel 6b con traverso in partenza (Tiburon): non ho voglia di sfiancarmi troppo, però un tentativo si può anche fare. Così mi lego e inizio la scalata: quasi mi riesce la on sight ma purtroppo, sbagliando l’uscita del tetto, mi devo fermare sullo spit. Ci spostiamo quindi all’estrema destra della falesia, dove Roberto può arrampicare da primo salendo Laura. E visto che siamo qui, colgo l’occasione per salire Lo e Fa, a mio parere uno dei 5c più duri che abbia mai fatto!

Per chiudere la giornata non eccessivamente clemente (il freddo è aumentato sempre più insieme all’umidità), cerchiamo un tiro che possa stancarci per benino, senza però richiedere dei numeri per essere superata. Quindi, secludiamo categoricamente i 6c e anche numerosi 6b. Mi ricordo, allora, che Ritranta dovrebbe fare proprio al caso nostro. Così ci spostiamo alla sua base per iniziarne la scalata. La partenza è più cattiva di quanto ricordassi e la restante parte non è da meno; alla fine raggiungo la catena concludendo salita e giornata.

Albigna: la Diagonale

Posted in cascate on gennaio 19, 2009 by fraclimb

sabato 17 gennaio

Quando scendiamo dalla macchina, una pungente brezza ci da il benvenuto in Val Bregaglia. Prepariamo gli zaini e partiamo alla volta delle cascate dell’Albigna. Per aiutarci nell’avvicinamento, portiamo con noi gli sci, ma fortunatamente la traccia è già battuta facilitando così la marcia. Il sentiero si snoda tra i massi imbiancati del greto del torrente obbligandoci a continue svolte: sembra di essere nelle fauci di un ghiacciaio tribolato! Raggiungiamo il pendio finale che ci separa dalle cascate dove alcune cordate stanno ultimando i preparativi: la neve è dura e mi costringe ad un sapiente uso delle lamine.

Il nostro obiettivo è la Diagonale, una tra le più semplici cascate della zona. Ci accodiamo dietro quattro ice-climber: non mi aspettavo un simile affollamento in un posto così isolato! Ma l’ambiente è decisamente incantevole e giustifica la fatica necessaria per raggiungere questa enorme colata.

Inizia Cece che supera il primo tratto, quindi il sottoscritto lungo un tiro di raccordo che ci conduce al salto terminale. Le due cordate che ci precedono si sono spostate sulla sinistra, dove il tracciato è un po’ più semplice. Sono attratto dal muro sulla destra, sia per evitare i blocchi di ghiaccio che inevitabilmente ci vengono spediti dagli altri alpinisti, sia perchè la linea sembra un po’ più impegnativa. Cece quindi riprende la salita stando piuttosto diritto, dove il ghiaccio presenta un caratteristico colore giallastro. E’ appena arrivato in sosta, quando una cornice alla nostra destra decide di abbandonare la sua posizione per venire a farci visita. Fortunatamente la neve che la costituisce si frantuma poco più in alto e vengo colpito solamente da un’inconsistente e gelida nuvola polverosa. L’esperienza non scalfisce i miei propositi e anzi, come caricato dalla fredda lavata, completo la lunghezza e mi accingo a superare la restante parte del tiro. Ho adocchiato un breve passaggio verticale e voglio provare a superarlo. Così inizio a scalare spostandomi leggermente verso sinistra, fino a raggiungere il tratto ripido. Riesco a salirlo senza troppa ansia e quindi a uscire dal muro, concludendo la cascata: comincio già a vedere dei miglioramenti rispetto le prime volte!

Con un tiro di raccordo, raggiungiamo la linea di calate e quindi la base della cascata. Mi attende una bella sciata fino alla macchina, mentre Cece, che aveva abbandonato gli sci poco dopo il ponte sul torrente, dovrà faticare ancora un po’. La neve però non è in buone condizioni, inoltre lo zaino certamente non leggero non facilita il compito favorendo una postura a dir poco seduta! Comunque supero rapidamente il tratto ripido iniziale e quindi mi butto nel mio piccolo Icefall: il greto del torrente! Sciare in mezzo a questi massi e con un discreto peso sulle spalle rasenta l’utopia e quindi in alcuni tratti sono costretto a togliere gli sci, mentre in altri mi trovo costretto ad applicare un po’ di semplice freestyle!

Alla fine la nostra auto prende il via verso le 18:00, quando il sole è calato già da tempo e l’oscurità ha preso il sopravvento.

Val Fontana: Giasusa

Posted in cascate on gennaio 16, 2009 by fraclimb

domenica 11 gennaio

Partiamo da Chiesa in Valmalenco con comodo, tanto la cascata è vicina! In effetti raggiungiamo rapidamente la Val Fontana entrando sempre più nella valle finchè la strada non presenta un discreto strato di neve battuta. Proseguiamo comunque senza troppe difficoltà fino al ponte sul torrente. Lo superiamo, ma al primo tornante siamo costretti a fermarci. La macchina non riesce a proseguire e quindi, ancora una volta, siamo costretti a mettere le catene. Oramai siamo quasi degli esperti! Ripartiamo e riusciamo a guadagnare ancora un po’ di dislivello finchè non risulta impossibile proseguire: i binari finiscono e lo strato nevoso è troppo spesso. Decidiamo allora di tornare verso il ponte dove lasceremo l’auto. Per alleggerirci la salita, mi fermo per scaricare gli zaini. Quando però provo a ripartire, la macchina è bloccata dalla neve che quindi dobbiamo spalare aiutandoci con gli sci. Alla fine, riusciamo a metterci in marcia alle 10:30 inoltrate. Ma la cascata è vicina!

Saliamo sfruttando la traccia lungo la mulattiera: i minuti corrono in modo inversamente proporzionale al nostro ritmo di marcia ma della cascata nemmeno l’ombra. Cominciamo quasi a disperare poi, finalmente, superato un piccolo dosso, vediamo sulla destra la colata. Non è in condizioni ottimali: spesso il ghiaccio è coperto da una considerevole coltre nevosa, dovremo ravanare non poco per guadagnarne la conclusione! Superiamo quindi un primo tratto con neve poco sopra la caviglia e poi, finalmente, Cece può iniziare a spiccozzare. Supera il primo salto e quindi si infila in un canale nevoso piuttosto appoggiato. E’ il mio turno: salgo per una rampa appoggiata con ghiaccio di bassa qualità fino a raggiungere la base del salto principale. Lo scrutiamo. L’idea è quella di sostare  immediatamente alla base del tratto più verticale oppure subito sopra di esso e quindi, con un altro tiro, raggiungere la sommità del salto. Parte Cece per un tratto ripido e piuttosto continuo: arriva alla base del tratto più verticale e sosta. Lo raggiungo e ho i polpacci in fiamme! Cerco di sghisare un po’ e quindi mi getto sul tratto più verticale lungo pochi metri. Lo supero senza troppe difficoltà e sosto proprio alla sommità del passo. Cece quindi termina il salto e sosta in una zona più appoggiata. Ancora una volta il ghiaccio è di scarsa qualità, ma fortunatamente le difficoltà sono molto ridotte; sosto presso un albero e quindi parte Cece che completa il tratto finale della cascata.

Ora ci attende la discesa: un bel ravano su neve fresca che affrontiamo aiutandoci con picca e ramponi applicando un po’ di grass-tooling! Scivolando e affondando, riguadagnamo la base della cascata e poi, con un ritmo decisamente più rapido di quello di salita, ritorniamo finalmente alla macchina, mentre il sole sta sparendo dietro le cime.

Val Paghera: Albero di Natale e Lo Scivolo

Posted in cascate on gennaio 12, 2009 by fraclimb

sabato 10 gennaio

Sono le 6:40 quando esco di casa: mi attende un viaggio in solitaria fino a Sondrio dove mi troverò con Cece per poi spostarci in provincia di Brescia.

Dopo un viaggio interminabile, aver superato il lago, quindi il passo dell’Aprica ed essere scesi a Edolo, finalmente ci troviamo in Val Paghera! La parte alta della strada è ancora imbiancata e quindi dobbiamo montare le catene, con il non piacevole risultato di gelarci le mani! Riusciamo così a raggiungere il rifugio Alla Cascata dove lasciamo l’auto per percorrere il breve sentiero che conduce alle colate.

Troviamo numerosi ice-climber che stanno già spiccozzando, così ci accodiamo per salire l’Albero di Natale (parte sinistra). Dopo una gelida attesa, possiamo finalmente partire: supero così il primo salto senza troppe difficoltà e raggiungo la sosta da dove recupero Cece. Prosegue quindi fino a raggiungere la sommità della colata da cui ci caliamo con un paio di doppie. Visto il buon risultato, ci spostiamo verso Terrordactyl, ma purtroppo il braccio indolenzito di Cece colpito da un pezzo di ghiaccio ci consiglia di rivolgerci a Lo Scivolo.

La prima parte della cascata è coperta dalla neve e lo superiamo camminando; quindi Cece sale il primo e unico salto verticale. E’ il mio turno: con la corda dall’alto supero il tiro ma, mentre sto schiodando, la fettuccia di un rivio scivola dal chiodo e mi cade di mano. Arrivo alla sosta e parto per la lunghezza successiva: arrampicando su ghiaccio crostoso ma facile, raggiungo il secondo punto di sosta da cui si arriva al sentiero di discesa. Provo quindi a tornare all’attacco, nella speranza di ritrovare il rinvio perso e, fortunatamente (che culo!) riesco a recuperarlo poco sotto la partenza della cascata! Riprendiamo così la lunga strada del rientro: le catene non ci creano grossi problemi e la temperatura più mite rispetto al mattino ci permette di evitare un ulteriore congelamento delle mani.

Cascata di Borghetto

Posted in cascate on gennaio 5, 2009 by fraclimb

sabato 3 gennaio

Eccoci ad Isola, all’imbocco della Val Febbraro; abbiamo con noi gli sci e allora, da brillanti, decidiamo di utilizzarli per agevolarci l’avvicinamento alla cascata di Borghetto. Cominciamo a risalire il pendio. Salgo per pochi metri e lo sci destro comincia a non tenere: la pelle appena messa si sta staccando! Provo a bloccarla con del nastro. Per qualche metro l’espediente sembra funzionare, ma poi la pelle torna a staccarsi. Stufo, mi carico gli sci sullo zaino e mi metto in coda a Cece che cammina facendo scivolare i suoi sci sulla traccia battuta.

Ci addentriamo in Val Febbraro fino a trovarci di fronte alla cascata: la parte alta non sembra in buone condizioni, ma oramai siamo qui e quindi tanto vale raggiungere la base. Attraversiamo il torrente e poi risaliamo il breve pendio che conduce alla base della colata facilitati dalla traccia già presente. All’attacco troviamo un altra cordata che inizia a risalire il primo salto. Quando arrivano alla sosta, parte Cece che si ferma a metà del primo salto. E’ il mio turno: salgo la restante parte del primo muro fino a raggiungere la base del secondo salto. La cordata che ci precede sta decidendo il da farsi: alla fine optano per la calata in doppia perchè la parte alta non sembra fattibile. Noi non siamo da meno e, con una breve corda doppia e un tratto nel bosco, siamo di nuovo alla base.

E’ ancora presto e quindi, attrezzata una sosta, cominciamo a fare un po’ di moulinette rimanendo sempre sulla parte sinistra della cascata. Alla fine della giornata, ripercorriamo il primo salto così da recuperare il materiale della sosta. Stiamo per preparare la doppia dall’albero quando sentiamo delle invocazioni d’aiuto. Guardo verso la stradina sul fondo valle e individuo un piccolo drappello di persone che guarda verso il nostro versante. Cercando di velocizzare le manovre, scendiamo fino agli sci e da qui raggiungiamo il gruppo di scialpinisti fermi sulla strada. Chiediamo cosa sia successo e ci viene indicato uno scialpinista bloccato in prossimità della prima cascata poco più a valle di quella del Borghetto. E’ sceso nel bosco e ora non è in grado di proseguire nè di tornare indietro. L’elicottero è già stato avvisato e ben presto lo sentiamo arrivare. Con l’arrivo dei soccorsi, riprendiamo la discesa verso valle racchettando non poco prima del pendio che sovrasta l’abitato di Isola: gli sci sono stati decisamente una scelta molto infelice!