Archivio per Maggio, 2014

Alkekengi: Colibrì (val di Mello, Sondrio)

Posted in escursioni on Maggio 28, 2014 by fraclimb

sabato 24 maggio

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Non so se mi ricordavo un avvicinamento così caiano o se ho voluto nascondere l’evidenza dei fatti concentrandomi solo su quella che sarebbe stata l’avventura verticale, fatto sta che, appena lasciamo il ridente e bucolico fondovalle, ci troviamo ad inerpicarci prima nel bosco ripido e poi lungo una specie di greto di un torrente. La lotta con l’alpe si alza quindi presto facendoci stare in compagnia di sassi, rovi e acqua che si pongono a difesa della parete ma comunque avanziamo lentamente fino ad arrivare in vista dell’attacco. In valle non c’è nessuno: Oceano grava in totale solitudine, su Kundalini passano le palle di arbusti dei film westner mentre solo una cordata è impegnata su Cochise e, infine, in alto sullo Scoglio non si scorge anima viva. Dove sono quindi finiti tutti gli arrampicatori? Banale domanda a cui segue una più ovvia risposta: qui, all’Alkekengi! Davanti abbiamo ben due cordate e, poco dopo il nostro arrivo, se ne materializza una terza! Alla faccia dell’arrampicata in solitudine! Scambiamo quindi due chiacchere con gli ultimi venuti in attesa di iniziare la nostra salita e viene fuori che ho davanti un mio fun! La cosa se da un lato mi mette l’ansia da prestazione, dall’altro mi rincuora: in fondo questo blog è pieno di amenicoli arrampicatori per ovviare alle difficoltà e quindi perchè mai dovrei essere turbato qualora dovessi utilizzarne qualcuno? Intanto, giusto per rendermi la vita più semplice, infilo i piedi in due presse comprimitrici: inaugurare le scarpette nuove su una via non è forse la cosa migliore ma, d’altra parte, le scarpe da prestazione sono dal calzolaio e l’unica alternativa sono un paio di ciabatte che si avvicinano alla precisione come fossero due rette parallele. L’effetto sandwitch è quindi devastante e accompagnato da un dolore lancinante ma faccio lo stoico e parto. [continua]

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Val Codera: traversata Codera san Giorgio (Sondrio)

Posted in escursioni on Maggio 28, 2014 by fraclimb

domenica 18 maggio

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Il rapporto é di 1 a 0,6: con i nuovi accompagnatori sono cioé più gli adulti dei ragazzi, almeno nel gruppo dei grandi. Sentiamo la crisi, la deflazione e quest’anno le iscrizioni hanno subito un importante crollo ma noi non ci fermiamo e continuiamo a salire. La prima volta, verso Codera. Siamo fortunati: il tempo é bello ma qualche provvidenziale nuvola ci ripara dall’altrimenti implacabile calura del periodo, l’odiata sbanfa, la cappa stile sauna che ti fa sudare solo a tirar su lo zaino! Come al solito, la partenza é da centometristi: sarà che il pullman ci lascia praticamente in riva al lago e quindi ci dobbiamo smazzare un bel pezzo su asfalto in falso piano, fatto sta che se continueremo così anche sulla scalinata per Codera credo schiatterò ben presto. Ma poi, appena raggiungiamo il sentiero gradinato, il ritmo diventa più sostenibile anche se, forse proprio grazie alla scalinata, guadagniamo ben presto quota. Dal particolare paese di Codera, si snoda poi il lungo sentiero verso la vicina val dei Ratti: prima con un po’ di sali scendi, poi con un infinito tratto in falso piano che costeggia le numerose vallette, ci portiamo sopra l’abitato di san Giorgio dove ricompattiamo i ranghi. [continua]

Primo Magnaghi o Magnaghi meridionale: spigolo Falc (Grignetta, Lecco)

Posted in vie alpinistiche su roccia on Maggio 19, 2014 by fraclimb

sabato 17 maggio

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Sono diretto ai Magnaghi, obiettivo spigolo FALC per poi proseguire sul settentrionale e quindi raggiungere la vetta: devo approfittare del corso caiano per salire quelle vie classiche che altrimenti non farei mai. Questo è quindi il programma iniziale che però già lungo l’avvicinamento inizia a scricchiolare: non siamo dei fulmini a raggiungere l’attacco con uno dei due allievi che sembra più in procinto ad andare a fare una passeggiata che non a vivere lo spirito della lotta con l’alpe. Alla fine comunque ci accodiamo all’altra cordata del nostro gruppo e iniziamo la salita. Il primo tiro su roccia lavorata passa senza problemi e poi ci buttiamo sulla lunghezza più impegnativa: il chiave si rivela ben più ostico di quanto mi aspettassi e, senza troppo confidare nell’assicuratore, risolvo il tutto con una bella azzerata. Chi mi segue riesce in qualche modo a risolvere i propri problemi e alla fine ci ritroviamo tutti e tre in sosta. Davanti a noi lo spigolo prosegue verso la vicina cresta dei Magnaghi e, a questo punto, dovremmo avere vita facile mentre tornano redivivi i sogni di vetta. Ma non bisogna mai fare i conti senza l’oste: in primis, a tratti mi sembra di tirare un TIR; pur rinviando poco o niente, le corde non ne vogliono sapere di salire fluidamente costringendomi a tirarle in continuazione. Quando poi inizio a recuperare gli allievi, questi sembrano presi dalla sindrome del bradipo: forse scaricati dall’aver superato la lunghezza più impegnativa, ora salgono con ritmo da passeggiata in centro. Cerco allora di risolvere il tutto dicendogli, per la lunghezza successiva, di non farmi sicura (almeno non dovrei incorrere nel fastidioso tiro alla fune) e, una volta che la corda sarà finita, di partire senza problemi completando così l’ultimo facile tratto in conserva. [continua]

La Prugna: la Prugna è Matura e Fuck for Fun (Zucco dell’Angelone, Lecco)

Posted in vie alpinistiche su roccia on Maggio 19, 2014 by fraclimb

domenica 11 maggio

RELAZIONE pdf (la Prugna è Matura)

RELAZIONE pdf (Fuck for Fun)

Ricomincia il periodo dei corsi caiani e quindi mi trovo in attesa di ricevere i due allievi con cui scalare su per lo Zucco dell’Angelone senza avere ancora la minima idea sulla via o sul settore dove rivolgere le attenzioni. L’unica certezza è che non ho alcuna intenzione di ripetere l’ultima esperienza e arrivare quindi per ultimo al parcheggio con un abbondante ritardo rispetto la tabella di marcia!
I neofiti, almeno sulla carta e durante il breve avvicinamento, non sembrano poi così male ma la ressa e soprattutto il tempo minaccioso non ci permettono di osare eccessivamente e così saliamo al Primo Sperone. Servono il numero 5 e noi abbiamo il 50: il dietro front è quindi d’obbligo mentre ci interroghiamo su dove si potrebbe andare. La soluzione in realtà è molto semplice: ci spostiamo verso la vicina Placca del Bhikkù con l’ambizione di salire poi alla più interessante Prugna, va bene infatti che siamo un corso base ma fermarci qui in basso sarebbe quanto meno frustrante! Saliamo quindi la facile placca per poi tornare nuovamente nel bosco; da qui dovremmo salire un po’ e trovarci quindi alla base della Prugna ma, in realtà andiamo solo ad arenarci sotto la partenza di un vecchio itinerario che ha tutta l’aria del palo: ci manca solo di fare un bel buco nell’acqua anche con il corso! Mi sposto allora un po’ più a sinistra e finalmente faccio centro: un breve diedrino ci deposita alla base della placca soprastante dove finalmente possiamo scalare! La roccia è sempre di gran qualità con un’arrampicata di piedi molto didattica inoltre la presenza di buchi, fessure e clessidre mi permette di utilizzare friends e cordini al posto degli spit perchè, in fondo, questo è un corso caiano. [continua]

Sperone Mark: il Lamone e le sue Placche; Trapezio d’Argento: monotiri (val di Mello, Sondrio)

Posted in vie alpinistiche su roccia on Maggio 13, 2014 by fraclimb

sabato 10 maggio

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L’uomo non è un lombrico. Lo scopro a mie spese mentre cerco di strisciare su per la lama, a cavalcioni della struttura una gamba di qua e una di là, appiattito con la pancia sulla roccia. Cerco disperatamente di imprimere un movimento oscillatorio vertical-orizzontale alla schiena come fossi un mille piedi, peccato che la spina dorsale accenni appena ad un vago rigonfiamento ma non mi permette di avanzare di un solo centimetro. Intanto il piede sinistro annaspa nell’aria alla vana ricerca di un minimo cristallo su cui fare pressione ma anche questo tentativo fallisce completamente! Allora mi allungo come l’ispettore Gadget, mi tiro come l’uomo di gomma e alla fine riesco a brancare l’albero sopra di me. L’effetto distendente è però molto breve e immediatamente torno alla forma originaria e così tutto è da rifare! Raggiungo nuovamente la mia ancora di salvezza e questa volta ci infilo attorno una fettuccia, la rinvio, la tiro e mi isso in piedi: Micol smette di sganasciarsi dalle risate e, solo a questo punto, inizia a chiedersi se anche lei dovrà trasfigurarsi e scivolare sulla lama come fosse una lumaca.
A dire il vero, il film comico inizia già quando arriviamo alla base dello sperone Mark e ci troviamo davanti una fessura diagonale chiodata. Guardo la via e decido che il Lamone e le sue Placche deve trovarsi a destra e quindi mi sposto in quella direzione: ovviamente di lì c’è il nulla cosmico e allora sarà a sinistra! Torno quindi a sinistra dove individuo il tiro immediatamente oltre la nostra linea. Ovvia conclusione del difficile ragionamento: il Lamone deve trovarsi in mezzo! Guardo tra la verdura e i blocchi ma non trovo nulla che corrisponda alla solita precisa descrizione della guida! [continua]

Corno Rat: Concordia e Linea d’Ombra (Lecco)

Posted in vie alpinistiche su roccia on Maggio 8, 2014 by fraclimb

sabato 12 aprile

RELAZIONE pdf (Concordia)

RELAZIONE pdf (Linea d’Ombra)

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Il piede non non vuole saperne di entrare nella scarpetta: spingo un po’ e alla fine riesco ad infilarla. Possibile che si sia gonfiato a tal punto? Osservo la calzatura e vedo che ha il puntale rifatto: ma alle mie non ho mai risuolato la punta! Afferro l’altra scarpa e mi levo ogni dubbio: 39 e mezzo, un numero in meno rispetto le mie! Lo scambio deve essere capitato ieri a Carate, pazienza: da stoico caiano soffrirò le pene dell’inferno ma certo non rinuncio alla scalata. L’altra sorpresa è rappresentata dalle protezioni: ci aspettavamo una via sportiva ma davanti a noi salgono chiodacci intervallati a qualche spit. La notizia ci scalda ulteriormente gli animi mentre pregustiamo un po’ di sana lotta con l’alpe finchè il gong suona e l’incontro ha inizio: i primi passi sono doloranti ma poi i piedi si assestano (o forse la concentrazione non mi permette di pensare al dolore) e io salgo leggiadro verso l’alto scoprendo che le scarpe piccole hanno l’enorme vantaggio di essere estremamente precise su ogni minima asperità. Mi incarto solo per un momento, in corrispondenza di una specie di nicchia rischiando di arenarmi per poi riuscire a svicolare dalla sacca e portarmi a casa la libera. Il primo pensiero è togliere il giogo dalle estremità per poi mettermi in attesa di Cece; ci lasciamo alle spalle anche la seconda lunghezza e quindi inizio l’ingaggio della successiva con l’augurio di buone staffate! E invece no! Non staffo e non tiro nemmeno un rinvio: insomma, passo a vista e in libera, niente male soprattutto se consideriamo come era andata sull’Ultimo Shampoo. Ma andiamo con ordine. Il tiro mi accoglie con un diedro verticale chiuso in alto da uno strapiombo stile fauci; mi avvio verso l’anticamera dell’inferno costatando che la chiodatura, seppure abbondante, non è sempre buona ma, fortunatamente nella sezione aggettante, intervallata da solidi spit. [continua]