Archivio per settembre, 2023

Val Malenco: rifugio Bosio (Sondrio)

Posted in escursioni on settembre 18, 2023 by fraclimb

sabato 19, domenica 20 agosto

La sala da pranzo si riempie del profumo dei gnocchetti alla chiavennasca. Non sento però le consuete e mirabolanti storie caiane su vette inviolabili e pareti scabrose né accordi per sveglie ad orari improponibili o l’aroma di chi ha assaporato da vicino l’esperienza con l’estremismo e che il profano banalizza col fetido odore rancido d’ascella. No, niente di tutto questo. Ma io che ci faccio? Sto forse sognando dopo l’ennesimo pasto andato a ramengo? Mi giro a sinistra e il mio socio alto poco più di un metro e qualche sputo dondola le gambe mentre muove l’ambulanza verso l’ennesimo incidente automobilistico. – Devo andare – – Dove devi andare, Gioele? – gli chiede suo papà un po’ spazientito. Se dovesse andarsene, è il mio primo pensiero, mi fionderò come un avvoltoio sul suo piatto fumante. – In cantiere – Guardo fuori: è praticamente buio. Che cantiere ci potrebbe essere? Mi viene in mente la ruspa e il camion giocattolo che abbiamo visto appena arrivati: la stanchezza (se mai ce n’era) si è squagliata all’istante. Incrocio lo sguardo con Laura e mi viene da ridere mentre il mio stomaco gorgoglia. – Guarda che il cantiere è chiuso – provo a convincere il nanetto mentre dal mio stomaco arriva un secco “stupido!”- Vedi che fuori è buio? –  – No! L’ho aperto prima – Come farsi mettere via da un pischello di 3 anni. Perchè lui è il capo cantiere e ha il potere di tenere aperti cantieri anche la notte di Natale! Provo allora a distrarlo facendogli vedere le carte IGM appese in sala ma il diversivo ha breve efficacia forse perchè una serie di incomprensibili linee nere non sono allettanti quanto una ruspa. [continua]

Torre Costanza: a Cavallo della Tigre (Grignetta, Lecco)

Posted in vie alpinistiche su roccia on settembre 14, 2023 by fraclimb

venerdì 18 agosto

L’alpinismo (in senso ampio) è come le grandi abbuffate (o forse anche le grosse bevute ma su quelle ho ben scarsa voce in capitolo): più ne fai e più sei allenato e più ne aumenta la voglia. È un circolo vizioso, un vortice che corre sempre più veloce. O almeno è così finchè non si arriva al fatidico momento, alla resa dei conti (prima quando suona la sveglia e poi quando ci si accorge di aver di fianco una vecchia vestita di nero che ti scruta con sguardo vuoto e le dita ossute che tamburellano le une contro le altre), a quel punto la smania cala drasticamente o, addirittura, collassa e l’unica domanda che resta è – Ma chi cazzo me l’ha fatto fare? -. Quando però sento il Gabri, sono ancora nella prima fase, forse un po’ ovattata, tanto che la proposta è alla vicina Grignetta, su una via nuova. Via nuova sulla montagna sopra Lecco? Già, sembrerà strano ma è così: pare che a ben guardare, spazio nuovo se ne possa trovare anche senza andare in capo al mondo. Così puntiamo alla Costanza con l’ambizione di salire a cavalcioni della Tigre e sperare di non venirne poi disarcionati. Scendo nell’arena con una certa spavalderia rimettendo il mio destino nella chiodatura che confido ravvicinata tanto che, quando il Gabri si propone come secondo di cordata, non mi lascio subissare dai dubbi. La mente umana è strana; o almeno la mia lo è: mi cago in mano appena sono 10 centimetri sopra un bel solido fix e invece non ho alcuna remora ad avvinghiarmi ad un chiodo e ad appendermi come un salame in stagionatura. E così faccio appena sopra la sosta che se il ferro dovesse saltare, mi troverei a cavalcioni del Gabri: pur sempre a cavalcioni ma del soggetto sbagliato! Il chiodo invece regge senza problema, raggiungo il cordone e poi inizio a scalare. Almeno la ruggine del caianesimo sembra essere sparita, volatilizzata come polvere al vento e, per di più, ogni passo verso l’alto mi instilla sempre maggior coraggio. Arrivo quindi alla base della seconda lunghezza. [continua]