Archivio per febbraio, 2013

Triangolo Lariano: San Primo (Como)

Posted in scialpinismo on febbraio 26, 2013 by fraclimb

domenica 24 febbraio

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Quando ci alziamo fuori è tutto bianco: 15cm di neve fresca ricoprono il prato e il vialetto della casa di Micol, oggi si spala! L’impatto con l’esterno non è traumatico come pensavo e così inizio a lavorare di pala mentre i fiocchi continuano la loro danza verso terra e i piani della giornata vengono sommersi dall’impeto di questa valanga: avevo previsto una sciatina al Bregagno ma sembra che questa montagna sia per me off limit! Per intanto, comunque, mi limito a completare il mio allenante lavoro per poi si studiare un’alternativa.

Quando il vialetto è pulito, la voglia di sfruttare la fresca coltre bianca è cresciuta a livelli esponenziali: ottenuto quindi il “permesso” con la promessa che “sarò di ritorno entro le 2”, mi infilo in auto alla volta del Ghisallo e quindi degli impianti del San Primo.

Ma il caianesimo bussa alle porte della giornata già tra Cantù e Erba: la strada è piuttosto sporca e, nel frattempo, grossi fiocchi riprendono a volteggiare e cadere; la cosa non mi preoccupa più di tanto se non al pensiero della situazione che troverò salendo verso le sciovie ma, imperterrito e da buon caiano, proseguo verso il mio obiettivo. In effetti mano a mano che la strada sale, la situazione si fa sempre più grigia o, meglio, bianca! Arrivo quindi al Ghisallo e inizio la ripida salita verso il parcheggio: le gomme mordono la superficie innevata e, con qualche attimo di incertezza, riesco ad arrivare all’obiettivo senza alcun problema.

Nevica insistentemente mentre mi metto sulle tracce dei numerosi che mi hanno preceduto: supero così gli ski lift e, senza avere una visuale sulla cima, imbocco il pendio troppo a sinistra lungo un percorso che sale ripido mentre la traccia scompare distrutta dalle linee di discesa alle quale si sommano continuamente nuovi fiocchi. [continua]

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Urserental: Chli Bielenhorn (Uri)

Posted in scialpinismo on febbraio 23, 2013 by fraclimb

domenica 17 febbraio

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Quando Cece mi comunica l’orario del ritrovo, mi vien il voltastomaco e sono quasi tentato di lasciare perdere e andare a sciare da solo. Faccio però leva sull’istinto caiano e, con un laconico “ok”, segno il destino della domenica.

Puntuale mi presento al Melillo con un piede ancora sotto le coperte; non ho trovato la nostra cima sulla guida e, prevenuto, mi immagino il classico panettone-paracarro da 1200 metri con ritorno all’auto per l’ora di pranzo. Quando però Vera mi ragguaglia sul percorso lo stimolo inizia a salire, solo frenato da un cielo grigio e nuvoloso.

In macchina è una sequela di borbottamenti e imprecazioni contro le previsioni che sembrano aver preso l’ennesima cantonata. Oramai siamo però in ballo e, almeno oltre il Gottardo, intendiamo andare. Ma già verso Airolo la musica sembra cambiare: sulle cime aleggia infatti un certo chiarore bluastro che lascia ben sperare. Ci infiliamo così nel lugubre tunnel con un appena accennato sorriso mentre tutte le dita sono incrociate. La magia si compie ancora una volta: a nord delle Alpi splende il sole e, mentre la macchina romba sui tornanti verso Andermatt, l’umore cambia drasticamente.

Realp sembra la piazza Duomo, strapieno di auto, brulicante di scialpinisti e ciaspolisti. Inforchiamo i nostri legni e ci buttiamo letteralmente all’inseguimento di chi ci precede: i primi 500 metri li superiamo a razzo, col solo risultato che grondo più della fontana di Trevi mentre le gambe urlano pietà sotto un sole che picchia inesorabile sulla nostre teste. Quando entriamo nella valle dell’Albertein Hutte, davanti ai nostri occhi si apre uno scenario mozzafiato con pareti e guglie rosse che sgusciano dalla marea bianca che ci circonda: la sveglia all’alba è decisamente ripagata!

Superiamo tutto l’anfiteatro per poi infilarci nell’infinita valletta che sale verso il Chli Bielenhorn. La sparata iniziale, sebbene oramai lontana, comincia a farsi sentire ma tengo duro e, sostenuto dal salame al cioccolato di Micol, arrivo finalmente in vetta. [continua]

Medale: Formica (Lecco)

Posted in vie alpinistiche su roccia on febbraio 12, 2013 by fraclimb

sabato 09 febbraio

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Che la lotta con l’alpe abbia inizio: ta; ta, ta, ta; ta, ta, ta; ta, ta, taaaaaa! (musichetta iniziale di The Final Countdown). Arriviamo al parcheggio dove non c’è traccia di nessun caiano; noncuranti della cosa, ci prepariamo per il combattimento mentre Cece ricorda: “Messner dice che il quantitativo di materiale è inversamente proporzionale alla capacità di un alpinista!”. Mi sento una caccola ma me ne frego e, con il mio tintinnante armamentario, mi avvio verso il Medale.

Big wall. Sembriamo diretti ad una big wall; e pensare che non abbiamo nemmeno raddoppiato la serie di friend! La parete rispecchia il parcheggio: vuoto assoluto; strano: è l’orario del caiano medio (beh, ovvio, eccetto Fabio che sarebbe già in zona da 1 ora!) e il cielo è un perfetto telo azzurro. Individuato velocemente l’attacco (facile, del resto è proprio a sinistra del Pescecane e subito prima della Cassin), iniziamo i preparativi finali prima del via dello starter. D’altro canto, ci tocca: oramai le abbiamo quasi fatte tutte e ora, è ovvio, bisogna tirare una riga anche sulle vie reiette, almeno su quelle dove il rischio è accettabile!

Come di consuetudine, inizia Cece e subito è gioia e giubilo: chiodo vecchio, erba e arbusti rinsecchiti custodiscono l’accesso ad un diedro scorbutico; solo la roccia stona un po’: grigia e compatta, insomma nulla da invidiare con le più ripetute vicine! La corda fila lentamente, Cece supera uno strapiombino mentre ripetutamente tesse le lodi delle “stupende” protezioni che incontra. Quindi sparisce alla vista mentre le lancette dell’orologio proseguono la loro corsa da centometristi. Passano i minuti e all’orizzonte non si scorge anima viva finchè finalmente sento il comando tanto atteso che mi fa entrare nel vivo della battaglia. Scalo a volte inorridendomi per quei vecchi chiodi che, a dire marci, si farebbe quasi un complimento: il primo è infisso insieme ad un cuneo di legno e lo saluto mentre mi chiedo chi dei due sostenga l’altro; più in alto un altro sembra più trattenuto dal fango che dalla roccia. Per fortuna che tra i due ci sono altre protezioni degne di tal nome! Raggiungo Cece che, esausto, ha sostato su un luccicante resinato di Poseidone; dopo quello che ho visto (e sarà solo un antipasto!), non mi pongo alcun dubbio su quella sosta su una solo protezione; una sana, intonsa protezione moderna. Ah, la tecnologia! [continua]

Medale: Zanetti 2000 (Lecco)

Posted in vie alpinistiche su roccia on febbraio 10, 2013 by fraclimb

domenica 03 febbraio

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Alla fine ci andiamo! Era tempo che avevo pensato a questa via, quella che Luca chiama “la via incompleta”: e chi se ne frega se arriva solo al bivacco Cassin (più, va beh, un tiro che finisce nel nulla cosmico), a me ha sempre intrippato la relazione del CAI. Poi una ripetizione dell’Anghileri di un paio di anni fa ne ha ridimensionato le difficoltà provocando un’anomala quanto rapida crescita del tarlo. E alla fine riesco anche a trovare un malcapitato disposto a buttarsi nell’arena della lotta con l’alpe.

Così ci troviamo per le 9 a Lecco per poi partire alla volta del Medale con una giornata che si preannuncia decisamente bella e quindi con la coda sulla Cassin, fatto che comunque non ci preoccupa più di tanto visto e considerato che, quando saremo sulla classica, il traffico si sarà certamente smaltito. E invece no: la parete é il deserto dei Tartari, vuota come il mio conto in banca. Individuiamo solo un’altra cordata sulla Rotta di Poseidone mentre Davide si prende la prima lunghezza, lasciando al malcapitato sottoscritto il tiro iniziale della Zanetti che, a detta della guida, é pericoloso. Mi carico i ferri e parto; il primo chiodo fa cagare, sembra un dente da latte pochi attimi prima di uscire dalla sua sede. Il secondo o lo ha piantato Cassin in un suo tentativo o l’hanno rubato da qualche classicona. Per fortuna che tra i due riesco a piazzare un friend e un dado annullando il rischio di finire sotto due metri di terra. La lunghezza prosegue poi su blocchi instabili prima di superare una bella placca e raggiungere una specie di paletto inficcato in un buco a protezione del passo. Piuttosto inorridito lo rinvio per poi raggiungere la sosta, fortunatamente a spit: non lo definirei pericoloso ma certamente se tutti i tiri saranno così ci sarà da divertirsi!

Il socio parte per la lunghezza seguente, un bel muro verticale compatto fortunatamente protetto a spit; solo che bisogna superare un passo duro e obbligato tra due protezioni e qui Davide tira fuori il meglio. Dopo aver tentato con le classiche staffate e avendo appurato che in quel modo non si sarebbe ottenuto nulla di fatto, estrae il cliff, lo incastra in una fessurina e quindi, delicatamente, lo carica. Il gancio sembra tenere: ci affida allora tutto il peso staffando sull’ennesimo cordino e finalmente agguanta lo spit. Grande!

Quando tocca a me, col vantaggio psicologico della corda dall’alto, provo il passo in libera e, incredibile, mi viene! Sono galvanizzato, mi spuntano le ali come se avessi bevuto la Red Bull: con una simile carica posso cercare di proseguire in libera anche sui tiri successivi. [continua]

Antimedale: tentativo (Lecco)

Posted in vie alpinistiche su roccia on febbraio 10, 2013 by fraclimb

sabato 02 febbraio

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Era da un po’ che avevo visto quella placca e, alla fine, mi decido ad andare a darci un occhiata. Questa volta butto nella mischia il volenteroso Roberto che, non so se per ingenuità o perchè effettivamente anche lui spinto dal “neverstopexploring”, accetta di buon grado.

Ovviamente piove e, ovviamente, noi andiamo lo stesso. Lasciato però tutto il materiale all’asciutto del baule, risaliamo il sentiero per gli attacchi delle vie, superiamo i monotiri e poi Frecce Perdute e quindi continuiamo a camminare. Intanto la noiosa pioggia battente sembra aver smesso di picchiare sul cappuccio della giacca, dopo aver inondato ogni singola pietra dell’Antimedale. Raggiungiamo le catene della traccia di discesa che ben presto abbandoniamo per raggiungere il nostro obiettivo. Sarà che é completamente bagnato ma, in effetti, i dubbi sollevati da Roberto danno da pensare: qui si rischia un’altra Fisarmonica o, pare impossibile, forse anche peggio! Ci guardiamo intorno e lo sperone individuato dall’amico sembra in effetti più scalabile; lo studio attentamente, attratto soprattutto da qualcosa che spunta dalla marea calcarea a circa 30 metri da terra: l’oggetto misterioso sembra uno spit, ma da dove ci troviamo non riusciamo ad avere alcuna conferma e sia la placca bagnata sia la mancanza di materiale ci impediscono di andare a vedere da vicino. Così giriamo i tacchi e ci dirigiamo verso la falesia ripromettendoci di tornare quanto prima a vedere cosa sia lo “spuntone” misterioso.

Roberto é in balia delle mie proposte e così acconsente ad andare alla vicina Discoteca ma, in effetti, il sottoscritto ha già un piano in mente. Dopo due tiri lo sputo, con un po’ di titubanza ma alla fine lo vomito a bocconi: tornare subito su là e vedere almeno di raggiungere il presuto spit. La proposta fa centro e, dopo altri due tiri, salutiamo la falesia e ritorniamo al parcheggio dell’Antimedale. La parete é completamente asciutta: dividiamo il materiale e, col carico sulle spalle, torniamo a risalire lungo il sentiero. [continua]

Val d’Arigna: Punta Pesciola (Sondrio)

Posted in scialpinismo on febbraio 6, 2013 by fraclimb

mercoledì 30 gennaio

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Il bello di girovagare per lavoro è che qualche volta si finisce presto… Questa volta sono a Sondalo e sapendo che mercoledì finirò per pranzo e non avrò tempo per tornare in ufficio, carico in auto gli sci e infilo la guida tra la camicia e il paio di calzettoni. Così martedì sera, mentre attendo impaziente e con lo stomaco borbottante l’ora per la cena, eccomi intento a studiare gli itinerari scartando a priori le smaialate e cercando qualcosa che mi permetta al contempo di avvicinarmi verso casa. Alla fine la scelta ricade sulla val d’Arigna e così, sfruttando le potenzialità di google, ricavo da improvvisato amanuense una mappa con le indicazioni per raggiungere l’imbocco dell’intaglio, senza pensare che avrei potuto scaricare le informazioni direttamente dalla mia relazione del canalone Druet!

In ogni caso, con l’acquolina in attesa dell’indomani, mi precipito nella sala da pranzo con la ferma intenzione di alzarmi solo quando sarò satollo per benino. Lo chef ci da dentro ma per riempire la mia autoclave ci vuole ben altro e così provo a ripetermi e a riprendermi con la colazione prima di ributtarmi tra scartoffie, soluzioni e computer. Alla fine l’uccellaccio della pausa pranzo starnazza all’impazzata: yaba-daba-duu! Sfreccio in auto rinunciando all’offerta del pranzo (ebbene si, avete letto bene: declino l’offerta per mangiare gratis!) e mi involo verso la meta. Seguendo la mappa come un pirata dell’Isola del Tesoro, lascio la statale in zona Chiuro per poi attraversare l’Adda passando al cospetto delle ombrose Orobie. Svolto a destra e punto verso il far west e la metafora non potrebbe essere più calzante: per Google Maps qui c’è una strada, per la Signora Realtà qui c’è una distesa bianca solcata da due binari paralleli. Forse sotto la fredda coperta dorme il nastro d’asfalto ma non intendo scoprirlo e, girata la Punto, inizio a salire pensando di aver semplicemente sbagliato la copiatura. Se solo avessi la mia relazione!

Lancio al galoppo i cavalli e risalgo i tornati che si arrampicano sulla montagna: le frazioni si susseguono ma i nomi non tornano, poi finalmente mangio la foglia; sono completamente fuori strada. Rigira la macchina, molla i freni e giù a capofitto a riprendere la statale: la val d’Arigna è la parallela a quella in cui mi trovo e, mentre ne raggiungo l’imbocco, lentamente si scostano i veli della memoria e la scenografia mi appare sempre più chiara. [continua]

Antimedale: Istruttori, Asen e Frecce Perdute (Lecco)

Posted in vie alpinistiche su roccia on febbraio 5, 2013 by fraclimb

domenica 27 gennaio

RELAZIONE pdf (Asen)

RELAZIONE pdf (Frecce Perdute)

RELAZIONE (via degli Istruttori)

Questa volta l’organizzazione di Cece ci porta in Antimedale con l’intento di ripetere una via appena aperta sulla destra della parete. Oltre a Colo, si rivedono Marco e Roberto quest’ultimo recuperato quasi per caso in palestra mentre di Fabio sembrano ormai perse tutte le tracce.

Nonostante la bella giornata e l’orario quasi da FF, la parete non vomita tonnellate di caiani ma solo qualche sparuta cordata che spezza la monotonia del grigiore dell’Antimedale. Iniziamo con i primi due tiri della via degli Istruttori dove Roberto si improvvisa capo cordata; nonostante il lungo digiuno, il ragazzo sale senza alcun indugio fino alla traccia che conduce al Pilastro Irene. Le redini passano ora al sottoscritto che inizia a rincorrere gli altri tre oramai già alla base del nostro obiettivo.

La prima lunghezza ci appare sotto le vesti di una bella e compatta (incredibile!) placca all’apparenza ben protetta. Inizio a salire e l’impressione iniziale viene immediatamente confermata: la scalata è un vero plaisir mentre non riesco a capacitarmi di come siano riusciti a tirare fuori una linea su roccia così sana su una porzione di parete che sembra essere solo intasata da rovi e arbusti. Raggiungo la sosta e inizio a recuperare Roberto che dimentica di prendere un cordino posizionato intorno ad una clessidra e così, non volendo lasciare in giro cadaveri, sono costretto a farmi calare per tornare in possesso di tutto il materiale. Intanto però i tre amici hanno preso rapidamente la via della vetta e quindi siamo costretti, ancora una volta, al gioco del gatto col topo: sfruttando la corda da 80, lascio perdere la sosta del secondo tiro e continuo a salire lungo l’ultima lunghezza mentre il cordone ombelicale si fa sempre più pesante. Solo per il rotto della cuffia riesco a uscire dalla parete dove inizio a recuperare Roberto che, piuttosto provato, finalmente si ricongiunge al resto del drappello. [continua]