Archive for the falesia Category

Hautes Alpes: Ceüse (Provenza-Alpi-Costa-Azzurra)

Posted in falesia on luglio 5, 2022 by fraclimb

giovedì 2, sabato 4 giugno

Il momento della partenza non arriva mai. Sono da Cece ed entrambi scalpitiamo in attesa del Teo: “Potrei arrivare verso le 20/20:30…” I puntini di sospensione non vanno mica bene: sono le 9 passate e del trentino manco l’ombra. Picche e ramponi ci guardano sconsolati, dall’altra parte una montagna di rinvii e scarpette che sembra di essere nella cantina di un formaggiaio. L’idea è quella di andare a Ceüse, poi zona Briancon per fare una via (Cece come al solito ne ha sparate una mitragliata, una più bella e caiana dell’altra) e magari puntare al Verdon dove però rischieremmo di liquefarci o lessarci a puntino per i gipeti. Poi finalmente il rombo del motore ci sveglia dal nostro rimbecillimento, stipiamo la macchina e via, si parte. Destinazione: pizzeria a 2 chilometri perchè il rumore era quello del mio e dello stomaco del Teo. Morale? Alla bettola zona Briancon arriviamo oltre l’ora delle streghe: mi aspetto il cigolio del triciclo di Shining sbucare dal gomito del corridoio ma nulla mentre la moquette anni ‘70 smorza il calpestio dei nostri passi. Nessuna coppia di gemelle in vista: sbarriamo la porta della camera e ci infiliamo sotto le coperte. Quest’anno la coppia ricchiona la facciamo io e Cece, il Teo invece se ne sta nel suo lettino. La mattina ci svegliamo integri nei nostri letti: niente Hostel o robe del genere così mi adopero per fare strage della colazione, meglio abbondare perchè potrebbero arrivare giorni di magra. E poi via: breve sezione di rally al lago di Serre-Poncon per testare la guida del Teo e le sospensioni del Duster che nella polvere si muove a suo agio (il tutto per svicolare una manciata di chilometri di coda), ci perdiamo tra le case di Gap e poi rischiamo lo stesso copione tra le stradine sotto la mitica falesia di Ceüse ma il “magnifico” (cioè Fraclimb) si ricorda ancora dell’altra volta (forse perchè sono passati meno di due mesi) e alla fine ci troviamo al parcheggio. Il primo giorno è dedicato a riscaldarsi e prendere le misure del sentiero. Ah, certo, poi anche della roccia e della chiodatura, infatti mi fanno sparare su per un 7a/7a+ senza il paracadute e dove agguanto la sosta con le mutande dello stesso colore del pannolino del mio nipotino. C’ho ancora il cuore che batte all’impazzata a pensare al movimento verso la ronchia finale con l’ultimo fix che mi fa i segnali di fumo per farsi vedere. E poi andiamo a caccia. Non di gnocca perchè i due amici non possono e io non sono capace. Andiamo a caccia del posto dove passare la notte: scoviamo un simpatico chalet, ottimo per passare la serata col soggetto femminile di cui sopra ma noi ci sappiamo accontentare. Abbiamo la ciambella di Ceüse davanti agli occhi: cosa si vuole di più? La gnocca ma meglio accontentarsi. Poi il tipo della fattoria ci offre tre birre, io la prendo per non fare il maleducato e me la scolo. Di norma sono praticamente astemio, figurarsi l’effetto dopo una giornata a tirare tacche e con lo stomaco che fa come la particella di sodio nell’acqua Lete. [continua]

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Verdon: La Demande (Provenza)

Posted in falesia, vie alpinistiche su roccia on Maggio 14, 2022 by fraclimb

venerdì 15, lunedì 18 aprile

Squadro il Gughi stranito:

– Ti sei rifatto le labbra? Sembri un africano con gli occhi blu –

Mi guarda con un sorrisetto appena accennato e poi finalmente riusciamo a partire: mezza giornata di ritardo ma considerando che la mattina sembrava che tutto potesse saltare causa herpes post insolazione dell’amico, non mi lamento e schiaccio sull’acceleratore, direzione ovest! Passiamo il Monginevro, entriamo in Francia e io esco da internet col Gughi che, per risparmiare, non fa più una ricarica da quando le offerte si contavano per numero di SMS gratuiti: ottimo, siamo isolati nel territorio francofono senza uno straccio di cartina stradale così, quando ci ritroviamo nelle Ceüse sbagliata (la stazione sportiva in cima al complesso montuoso ma esattamente sul versante opposto alla famosa falesia), siamo definitivamente fottuti: – Signori, è stato un onore viaggiare con voi stasera –

Giriamo il Caddy verso valle e, fendendo la notte, riprendo la prova speciale: sappiamo di dover andare verso Tallard poi i cari vecchi cartelli stradali si impietosiscono, compare quello per Sigoyer e dopo un’altra serie di curve in salita rischiariamo il parcheggio.

Venerdì mattina siamo avvolti dal sorriso della Gioconda degli FF, un capolavoro di calcare che ricorda una ciambella posizionata sopra un montarozzo che risale dolcemente dalla vallata. Che ci fa un caiano come me da queste parti? Per distruggere il nemico, bisogna prima conoscerlo e come meglio farlo se non nel suo tempio sacro? C’è solo un difetto (oltre al fatto che il disco volante calcareo sarebbe potuto atterrare in terra italica): il sentiero d’avvicinamento è un percorso turistico che taglia avanti e indietro il basamento col risultato che si superano chilometri per guadagnare pochi metri di dislivello. Ma d’altra parte si sa, gli FF non sono mica abituati a muovere gli arti inferiori! Passiamo riverenti sotto il settore di Biographie con i suoi buchi che sembrano quasi tenibili se il pannello calcareo fosse inclinato nella direzione opposta e poi andiamo ad incrodarci a Demi Lune. In effetti la prima giornata non si rivela particolarmente proficua: c’ho una serie di turbe psicologiche che non mi fanno godere a pieno della scalata lasciandomi davanti questo capolavoro un po’ come un vegetariano di fronte ad una fiorentina. Poi sabato migriamo perché il falesismo va preso a piccole dosi. Direzione Verdon dopo che il Gughi si è deciso a dilapidare i soldi (dei suoi) con una ricarica. Il canyon ci accoglie con la sua schiera di turisti fotografi per i quali i climber sono un po’ come i leoni in un safari. Girovaghiamo un po’ alla ricerca della linea di discesa e poi siamo artefici del nostro destino. Ci piace però vincere facile e al primo approccio dopo svariati anni, optiamo per una salita senza vera lotta con l’alpe, per quella ci riserviamo l’indomani. La Demande. [continua]

Siurana e Margalef (Catalogna, Spagna)

Posted in falesia on aprile 19, 2018 by fraclimb

venerdì 06, martedì 10 aprile

FOTO

“Sei stato sulla Rambla?”

“Certo che no! Mica ero in Spagna per fare artificiale estremo! Gli ho solo dato un occhio da lontano”

“Un occhio da lontano? Ma non eri a Barcellona? E non sei andato a farci quattro passi?”

“Quattro passi sulla Rambla? Certo che no! Caso mai potrei farci una sequenza di staffate! Mica sono così forte!”

La mia collega mi squadra dall’alto in basso come avessi appena detto un’oscenità mentre scuote la testa incredula. Il suo sguardo non riesce a nascondere ciò che sta pensando sul mio conto: devo avere certamente qualche rotella fuori posto!

Intanto l’appendice atrofizzata tra le gambe fa come Dante all’ingresso dell’inferno e, se continuo con queste fisse arrampicatorie, lascia ogni speranza di venire in qualche modo utilizzata.

Poi la nave dei ricordi salpa e io mi incanto a pensare ai cinque giorni da FF, alla colonna sonora a base di ZAH! SAH! AH! FUH! e al bordello che in 4 siamo riusciti a fare come fossimo un branco di milanesi durante le ore d’aria in falesia del weekend.

Zootropolis devono averlo girato in Catalogna. Mentre con una certa impazienza attendo che mi venga consegnata la macchina, il bradipo dall’altra parte del tavolo se la vede con due sveglione con la carta di credito scaduta quindi lentamente gira i suoi piccoli occhietti verso il sottoscritto e, con l’enfasi del parroco alla predica del Venerdì Santo, mi chiede in cosa possa essere utile. “Un etto di prosciutto e due panini, grazie!”. Finalmente, dopo aver liberato Excalibur dalla morsa della pietra, esco dal gabbiotto con le chiavi dell’auto in mano e, con lo scotch alle palpebre, ci avviamo all’Ibis dei poveri.

La mattina devo assolutamente fare un carico di calorie in previsione del deperimento dei prossimi giorni tanto che i miei amici restano tra lo schifato e l’allibito di fronte alla 13 o 14 brioches che mi ingollo: una colazione appena sufficiente per le fatiche che mi attendono! Così rinvigorito sono pronto a fare Carlos Sainz sull’infinita sequenza di curve che da Reus salgono al campeggio di Siurana dove i due poveracci seduti sulla fila posteriore sbarcano come dopo una traversata atlantica. [continua]

Haslital: Schillingsflue (Berna)

Posted in falesia on novembre 9, 2015 by fraclimb

sabato 03 ottobre

Il problema è molto serio, danno acqua da tutte le parti: nel lecchese, ad Arco e pure a Finale, quindi l’idea di un week end da FF crolla come un gigante dai piedi d’argilla. Quando guardiamo sconsolati la mappa delle previsioni, solo al nord delle Alpi sembra ci sarà il sole quindi è là che punteremo le nostre attenzioni. Certo, sembra piuttosto strano in questo periodo dell’anno passare oltre il Gottardo dove già mi aspetto l’avvicinarsi dell’inverno ma riesco comunque a scovare sulla guida una falesia esposta a sud che potrebbe fare al caso nostro così mi metto il cuore in pace, il piumino nello zaino e siamo pronti alla levataccia. L’autostrada scorre veloce e senza intoppi, ci infiliamo nel tunnel del Gottardo e poi sbuchiamo dalla parte opposta dove qualche avvisaglia di bel tempo inizia a fare timidamente capolino ma non è certo il sole che mi sarei aspettato! Così, con un velo di dubbio, imbocco i tornanti bagnati del Sussten mentre pennacchi bianchi cercano disperatamente di oltrepassare le cornici di vette che vigilano verso sud. Raggiungiamo il passo e poi ci buttiamo lungo la discesa, un’interminabile sequenza di curve e contro-curve che sembrano tendere all’infinito. Il tapis-rulant su cui corriamo in senso opposto al suo movimento finalmente arriva al termine: la strada smette di scendere e, in poco tempo, raggiungiamo e passiamo Meiringen. Da qui alla falesia dovrebbe mancare ancora poco: saliamo la strada in direzione Lucerna contando i tornanti fino al secondo verso destra dove dovrebbe partire una traccia nel bosco ma, ovviamente, di sentieri nemmeno l’ombra! Saliamo ancora un po’ e la scelta si rivela azzeccata: in corrispondenza di un grosso spiazzo, due inconfondibili climbers stanno sistemando il materiale così, trovato il parcheggio, non sarà per nulla difficile individuare anche la falesia. [continua]

Provenza: st Jeannet e la Turbie

Posted in falesia on aprile 16, 2015 by fraclimb

sabato 04, domenica 05, lunedì 06 aprile ‘15

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Pasqua arriva, lo si sa con largo anticipo ma noi decidiamo all’ultimo dove passare il trittico: Arco? Finale? Provenza? Scarto la località ligure non avendo finora trovato un buon compromesso tra qualità dell’ospitalità e prezzo; si, perchè non ho voglia di prendere la tenda e fare l’avventuroso: segno del tempo o del portafogli che si allarga? Si, forse di monetine: evidentemente sto invecchiando! Fatto sta che alla fine Micol trova un vantaggioso monolocale tra Nizza e Antibes e quindi quella sarà la nostra base.

Partiamo venerdì, convinti di essere furbi passando da Malpensa per saltare Milano e evitare la coda delle 5 ma poi ci imbottigliamo in Liguria con il risultato che arriviamo a destinazione alle 10 passate: nulla in confronto a quello che sarà il ritmo da processione del rientro del lunedì! Così sabato ce la prendiamo comoda arrivando a st Jeannet in tarda mattinata: dopo esserci ovviamente persi tra i vicoli del piccolo villaggio, riusciamo ad imboccare l’inerpicante sentiero solo grazie alle preziose indicazioni di un local e, in parte, alla mia abile arte della “lingua arrangiante” dove mischio un po’ di arcaico e molto arrugginito francese con parole di nuovo conio ma che al mio orecchio suonano alquanto parigine.

Una volta ogni tanto, ringrazio l’incontrollabile istinto che mi porta a cacciarmi nelle situazioni più scomode e, grazie al quale, riesco ad indovinare il successivo e unico bivio andando così a prendere il sentiero che sale ripido e sassoso verso la (per fortuna) ben visibile parete. [continua]

Provenza: Peillon e la Turbie

Posted in falesia on dicembre 19, 2014 by fraclimb

domenica 7, lunedì 8 dicembre ‘14

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Dormire a Nizza va a nozze con l’imprevisto, evidentemente dev’essere una tradizione cittadina, un po’ come il sangue di san Gennaro a Napoli.
In rispetto alla sacra regola della non-programmazione, prenotiamo un monolocale a Cap d’Ail pochi giorni prima della partenza con l’unica pretesa di spendere il meno (e comunque poco) possibile. Poi, ancora più tardi di noi, anche Cece e Silvia si aggregano alla partita e così ci muoviamo alla volta della calda e, speriamo, asciutta Provenza. Raggiungiamo l’alloggio nella serata di sabato e subito scopro di avere un secondo nome, notizia che giunge nuova anche a mia mamma: d’ora in poi infatti mi chiamerò Giuseppe, Francesco Giuseppe; non c’è male: sono come l’imperatore d’Austria. Sarà solo il caso di evitare Sarajevo! Chiarisco che all’anagrafe risulto Francesco e basta ma la receptionist non sembra minimamente turbata asserendo che, probabilmente, ha letto male la prenotazione. Effettivamente i due nomi hanno una certa assonanza!Pepclimb: l’arrampicata e lo sci non sono tutto, c’è anche l’escursionismo! Ad ogni modo, ci consegna le chiavi e noi prendiamo possesso del monolocale con vista mare. La stanza però ha annesso un minuscolo pertugio con letto a castello e, a quel punto, mi sorge il sospetto che effettivamente stiamo occupando il bilocale di tal Giuseppe! Non ho però molto tempo per soffermarmi sul possibile equivoco perchè la vicina inizia ad attirare con insistenza la nostra attenzione. Dietro le tette e le labbra di plastica, si nasconde una donna niente male anche se un po’ attempata: evidentemente attratta dalla vista di due super fusti strafighi (Giuseppe e Cece), come ogni brava ninfomane, se ne in fischia della presenza di Micol e Silvia e parte all’attacco. Saltellando a destra e a sinistra mi spiega, in perfetto inglese, che si è fatta male al ginocchio e avrebbe quindi bisogno di andare al pronto soccorso. [continua]

Arco: l’orto e la gola (valle del Sarca, Trento)

Posted in falesia on settembre 29, 2014 by fraclimb

sabato 20 e domenica 21 settembre

Week end da FF con influsso caiano per raggiungere sempre e comunque le soste dei monotiri. Abbiamo da sfruttare un pernottamento con mezza pensione e così puntiamo alla sportiva località trentina scelta che, in definitiva, si rivela decisamente vincente. Se per qualità della roccia, la lotta con Finale è uno scontro che si chiude con un netto e chiaro pareggio, sul fronte dell’accoglienza non ci sono dubbi: la vittoria del paese sul Sarca è netta e schiacciante! Se in Liguria si torna a casa col portafogli vuoto e la pancia in uguale stato, qui si rischia di mettere su peso, scusa ideale per giustificare eventuali disfatte!

Arriviamo ad Arco nella tarda mattinata e, nonostante l’opera di convincimento propugnata durante il viaggio, non riesco a smuovere Micol dall’intento di andare in falesia, così andiamo verso l’orto che, a discapito del nome, dovrebbe essere un piccolo gioiellino. L’avvicinamento si rivela una comoda passeggiata caratterizzata solo da una breve e conclusiva rampa che ci porta alla base della parete: per questa volta facciamo quindi a meno di avventurosi smarrimenti di percorso tendenzialmente piuttosto sgraditi e parecchio fastidiosi. Per non prendere poi la classica legnata sui denti, iniziamo volando basso, scelta che non sembra poi così sbagliata: il primo tiro (nonché il più facile della falesia) mostra infatti un caratterino piuttosto scontroso proprio sui primi passaggi per poi abbattersi decisamente. Superato il rodaggio, proseguiamo poi senza problemi tanto da arrivare al punto in cui diventa necessario alzare decisamente l’asticella. E qui i nodi vengono al pettine: nonostante provi più volte a raggiungere la sosta di un 6b+, la soluzione dell’intrico rimane un mistero insoluto che, alla fine, mi fa tornare a terra con la cosa nelle gambe. [continua]

Rian Cornei (Finale Ligure)

Posted in falesia on ottobre 7, 2013 by fraclimb

martedì 01 ottobre

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Due giorni di vacanza e ci fondiamo a Finale. Il ricordo più “divertente” e svincolato dalla vita arrampicatoria? L’acquisto a Final Marina dell’immancabile focaccia. Preso come sono dalla montiana esigenza dello scontrino, mentre ravano alla ricerca del portafogli e la commessa infila le focacce nel sacchetto, non riesco a vedere se l’immancabile prova dell’acquisto sia stata o meno infilata con il cibo e quindi, quasi più rivolto a Micol, domando dove sia la traccia del pagamento. Subito la commessa, con lo stesso tono di chi è stato preso con le mani nella marmellata, esclama: “L’ho fatto! È nel sacchetto!”. E poi, per bruciare la frittata oramai cotta: “Però, se volete, lo rifaccio!”. E intanto armeggia con il registratore di cassa porgendomi l’oggetto tanto richiesto. Semplicemente, non ho parole!

A parte il folcloristico siparietto che farebbe ridere se non fosse per le sue conseguenze, passiamo il resto della giornata di lunedì spaparanzati sulla sabbia a goderci un’insolita mezza giornata di mare.

Le migliori intenzioni le riserviamo per il giorno successivo: colazione pianificata tra le 8 e le 8:30 per poi andare a scalare! Infatti, al b&b (per una volta ci concediamo addirittura il lusso di un vero letto) ci informano che il pranzo della mattina è servito tra le 8:30 e le 10:30. Ovviamente optiamo per l’orario iniziale solo che, ora che andiamo a mettere le gambe sotto il tavolo, sono abbondantemente passate le 9! [continua]

Falesia di Cranna: 7b a vista (val Chiavenna)!

Posted in falesia on dicembre 10, 2012 by fraclimb

sabato 01 dicembre

Pianifichiamo tutto per bene e con trepidazione aspetto che arrivi finalmente il sabato. E poi piove. Non forte, quella pioggerellina fastidiosa che però bagna tutto  e quindi, quando ci troviamo a Lecco, non sappiamo minimamente cosa fare. Guardiamo il Medale che ci appare ricoperto di nuvole mentre sulla parete risale un branco di salmoni. Per oggi quindi ogni sogno di gloria e caianesimo extreme torna sotto le coperte mentre ci dovremo accontentare di una giornata in falesia; già, ma quale? Luca propone Cranna, una falesia in val Chiavenna; ovviamente noi caiani non sappiamo nulla sul posto ma alla fine ci infiliamo in macchina e puntiamo verso la nuova meta. Tanto per una volta la benza la mette Luca! Senza guida né un’idea precisa della posizione della parete, girovaghiamo tra Prosto e Villa di Chiavenna prima che Cece riesca ad individuare la meta dietro il palazzo Vertemate Franchi. Andiamo a dare un’occhiata, giusto per avere un’idea e ci appare una parete asciutta grazie ai tetti che la riparano. Insomma, anche oggi potremo scalare! Iniziamo cauti scaldandoci su questa roccia tipo gneiss per poi lanciarci su un 7b. Luca ovviamente chiude il tiro a vista mentre al sottoscritto proprio non riesce la spallata con successivi appigli sfuggenti. Intanto Cece e Colo si buttano sul tiro a destra, un altro 7b, portando a casa risultati migliori del sottoscritto. Il posto non è male, piccolo ma tranquillo e per di più si aggiunge alla lista delle falesie dove si può scalare anche con la pioggia.

Ci spostiamo quindi sulla sinistra: Cece e Colo si buttano su un bel 6b+ (che poi Luca dirà essere forse 6c) mentre il sottoscritto si lascia attrarre dalla lunghezza di fianco, Bastian Contrari (7b). La linea non presenta evidenti strapiombi ma solo un paio di gradini rovesci per poi terminare con un diedro aggettante. Quello sembra il crux del tiro. Da un lato sono invogliato ma dall’altro so di avere poche chance di uscire alla sosta senza sputare sangue; tra l’altro Luca sembra stranamente appagato dei tiri fatti fin’ora e, alla domanda se intenda fare anche lui il tiro, risponde picche sostenendo che, in qualche modo, riuscirò comunque a uscirne. [continua]

Corno del Nibbio e cresta Segantini (Grigna)

Posted in falesia, vie alpinistiche su roccia on agosto 30, 2011 by fraclimb

sabato 27 agosto

RELAZIONE

Voglio sperare che non sia l’inizio della beffa con cui il tempo si diverte a manovrare i nostri programmi come il burattinaio con i pupazzi: tempo bello, caldo e stabile in settimana, freddo, bufera, cataclisma nel week end! Avevamo già programmato tutto e già fantasticavo sulla salita: mi vedevo attaccato all’unica insignificante asperità nel vano tentativo di progredire verso l’alto. E invece niente: venerdì arriva la perturbazione, nella notte si diverte a bersagliare la catena alpina per poi concludere i festeggiamenti il sabato in mattinata. Risultato: i nostri sogni di gloria svaniscono in un lampo e ci troviamo costretti ad optare per una giornata in falesia.

Siamo solo io e Cece; il richiamo della montagna è comunque sempre forte così ci spingiamo fino alle pendici della Grignetta, ben sapendo che dovremo poi rintanarci sotto la parete del Nibbio. Se non altro, per noi è una falesia nuova. Le guglie della Grigna sono avvolte da un fitto via vai di scure nuvole che ricoprono come un cappello tutte le pareti: ogni nostro sogno alpinistico si infrange contro l’instabile muraglia grigia e a noi non resta che confrontarci con la parete del Nibbio. Ci portiamo all’estrema sinistra con l’intento di salire le lunghezze più abbordabili finché, durante la salita di un tortuoso 6b, iniziano a cadere pesanti goccioloni che si frantumano a contatto con la roccia. Rapidamente torno a terra temendo che, da lì a poco, si possa scatenare il finimondo  e invece tutto tace. Ignorando così il grigio calderone sopra le nostre teste, continuiamo la nostra ripetitiva attività: prima un 6c (che mi viene a vista!) e poi il diedro Boga. Intanto il contenuto del pentolone è arrivato a ebollizione e sulle nostre teste cadono decise numerose gocce di pioggia. A dire il vero, la parete ci ripara dall’acqua ma teniamo comunque buona la scusa per riposare le braccia. [continua]