domenica 05 ottobre
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Me ne sarei stato volentieri a casa; avrei ronfato tra i guanciali sprofondando nel calore del piumone e poi, alzatomi ad orari improponibili, avrei probabilmente buttato via l’ennesima domenica nel dolce e apatico far nulla. Invece l’alpinismo giovanile mi frega o mi salva dalla diabolica tentazione. Oggi la meta è in val Verzasca ma si vede che questa dev’essere una vallata maledetta o, quantomeno, con qualche strano influsso astrale che mette i bastoni tra le ruote rendendo difficile l’accesso: una volta piove, poi ci si mettono centinaia di zecche a reclamare dazio e quindi, oggi, l’acqua torna a rigettarci indietro. Inizialmente il tempo non è malaccio anche se la cappa grigia incombe sulle nostre teste ma noi saliamo ugualmente verso il fondo della valle. Superato il lago, il parabrezza inizia a puntinarsi come avesse il morbillo e, poco più avanti, i tergicristalli iniziano il loro monotono ballo. Vista quindi la situazione, ribattiamo puntando al versante opposto ma restando solo sul bordo esterno della valle: forse lì il demone ci permetterà di restare all’asciutto e portare a casa qualcosa. Il parcheggio è giusto giusto per le nostre auto: inforchiamo gli scarponi, ci carichiamo gli zaini e quindi via verso i monti di Lego! Cosa centri poi un piccolo agglomerato con i famosi mattoncini non è dato saperlo ma la prospettiva di una breve camminata mi da la carica sufficiente per muovere un piede dietro l’altro. Le mie condizioni fisiche, dopo l’impresa di ieri, non mi permettono certo di stare al passo di quelli indiavolati dei Nadzgul così, prendendo come scusa il fatto che nelle precedenti gite non ero mai stato con la Terra di Mezzo, abbandono l’atletico gruppo di spavaldi e mi accodo a chi meglio rappresenta le mie possibilità odierne. [continua]