sabato 19 luglio
Se dovessimo andare a fare le vacanze nella foresta del Borneo, direi che avremmo azzeccato la meta di giornata (anche se, questa volta, di infidi insetti nemmeno l’ombra!).
Già la settimana è stata travagliata: all’inizio si prospettava l’idea di una due giorni con l’alpinismo giovanile, una mazzata dal punto di vista economico. Poi le previsioni salvano il portafogli promettendo tempesta, bufera e diluvio universale per domenica. A quel punto il week end si libera improvvisamente e noi iniziamo quindi a chiederci dove andremo a liberarci dalle tossine milanesi. Passata la bici, accontentato l’escursionismo, resta da soddisfare la voglia di vie quindi sfoglio la guida e punto al lago di Naret. Ma la val Maggia è lunga e, quando passiamo sotto il monte Garzo, Micol viene tentata dalle infauste placche di Pinocchio. Praticamente sono un grosso pentolone pieno d’acqua pronta a bollire appena il fuoco ai suoi piedi verrà acceso. Nonostante il rischio, ci fermiamo a modificare i piani e dirottare la rotta stabilita: dall’alto della mia esperienza (forse più dovuta ai centimetri che non agli effettivi anni di pratica vista la scelta poi presa), metto in guardia Micol che lì certamente schiatteremo a meno che (per fortuna c’è sempre un “se”) non finiremo la via entro le dodici. Siccome confido nella nostra velocità, sono anche certo che, entro l’ora delle streghe, saremo comodamente fuori dalla piastra incandescente. Così scegliamo la via e iniziamo a colare. Le fronde degli alberi ricordano il rigoglioso verde di una foresta pluviale e i tassi di umidità quelli di una sauna. Pensiamo che piova ma sono solo le nostre gocce di sudore finchè finalmente il supplizio termina. Non siamo gli unici pazzi: una coppia di ragazze tedesche è già pronta a partire, proprio lungo la linea che avremmo scelto anche noi! [continua]