domenica 22 aprile
A questo punto Walter lo stagista ha visto tutto: prima era stata la volta del Luca che ora si diverte in giro per il mondo con i Ragni, adesso il Walter è stato formato nella dura scuola di Fraclimb, del Jag e del Pierpa ed è perfettamente cotto a puntino per il corso regionale caiano: l’aquila non potrebbe stare meglio che sul suo villoso petto! Anche la Walter-mobile ha cambiato pelle: sui tornanti per salire a san Martino romba come una Ferrari a Montecarlo, si rifiuta di accedere al parcheggio in Valle e ci porta a quello gratuito del campo sportivo. Noi invece siamo decisamente meno decisi: praticamente abbiamo nominato quasi tutte le possibilità, a parole siamo saliti allo Scoglio delle Metamorfosi, sulle Dimore degli Dei e forse anche sul Precipizio ma alla fine si torna allo Sperone della Magia. Dopo aver mangiato terra e tirato erba provando le stesse emozioni di chi la fuma, oggi mi piacerebbe provare a scalare ma, chiaramente, su qualcosa di impegnativo altrimenti l’apprendistato del Walter andrebbe a farsi fottere!
Alla base di Magic Lina il Davide prende il comando. Corre sulla placca iniziale, salta la sosta e prosegue verso la successiva. Credo avrà avuto il suo bel da fare per tirare le corde ma la distanza siderale col capocordata ci evita di apprendere una nuova sfilza di improperi. Poi riprende la sua corsa e ci tira fuori dalla prima via.
Alla base della parte alta dello Sperone ci guardiamo con un grosso punto di domanda: vai tu? Vado io? Per me è uguale. Sicuri e decisi: ottimo! Da un lato starmene nelle retrovie mi da fastidio, dall’altro ho un certo timore reverenziale per quel VII- del secondo tiro così non mi oppongo alla proposta di Davide di proseguire da capocordata. Alla fine del tiro però mi la patata bollente passa nelle mie mani e io inizio a salire. Sono sotto il diedro verticale: mi aspettavo una fessurina da tirare per poi portarmi sulla parte alta e invece tutto quello che posso stringere è un verticalino stitico. Riesco a toccare il piatto soprastante, un vassoio di muschi e licheni da cui vedo la mano saettare nel vuoto e le caviglie frantumarsi sulla placca sottostante. Provo allora sulla sinistra in corrispondenza di una sosta dell’uomo di Neanderthal: niente, sopra si apre la placca della morte. Devo per forza salire dal diedro verticale ma come? [continua]