domenica 17 marzo
Ricordo che quando ero piccolo mio fratello mi ha distrutto la Rolls-Royce. Avrà avuto si e no 2 anni; mio fratello, non il modellino della Burago. Intorno ai 4 ha spezzato il telaio della bicicletta. Ancora oggi, l’impresa resta un vero mistero. Ora si è calmato e non rompe più niente. Forse, qualche volta, le scatole alla sua ragazza ma questa è un’altra storia. Io invece di anni ne ho qualcuno in più rispetto quando Davide era un piccolo Vandalo e quest’anno sono riuscito a rompere un attacco nuovo di pacco e oggi una bacchetta da sci al primo utilizzo. Quando ero piccolo avrei potuto passare una giornata intera allo spaccio della Swarovski senza danneggiare nulla: devo essere stato proprio un bambino noioso. Ora sto recuperando con gli interessi.
La storia del bastoncino inizia lontano. Comincia col fatto che la coppia precedente è arrivata a fine vita: entrambi hanno perso il dentino sulla punta, le manopole vanno su e giù come l’ascensore dell’Overlook Hotel e una delle due si è piegata come le bacchette da discesa libera. Insomma dopo una decina (o forse anche qualcosa di più) di anni di onorato servizio, è venuto il momento di cambiarle. E la prima occasione per provarle è la salita al Sissone. L’idea iniziale era di salire dalla val Masino, forse dormire al Manzi o forse farla in giornata. Se fossi stato bambino avrei certamente considerato solo la prima soluzione, ora che ho perso il sale in zucca è ovvio che mi balzi in mente anche la seconda possibilità. Poi finisce che scegliamo l’opzione “comoda”, salire dal Maloja, con ritrovo alle 4:40 quando la mattina è ancora preda dei nottambuli mentre il sottoscritto alle 21:15 salutava il mondo degli svegli. Memore della mia guida alla Carlos Sainz, arriviamo al parcheggio con 45 minuti d’anticipo rispetto Google Maps ma si sa che quello se la prende comoda e così alle 7 siamo in pista. Non siamo gli unici folli: un’altra coppia di sgangherati parte insieme a noi alla volta del Torrone Centrale e così siamo in 4 a lasciare scivolare i legni sulla traccia ben battuta. Non ho mai visto il Perito Moreno ma qui potrei ammirare il Perito Fraclimb & Gughi: dopo la biforcazione col Muretto, la valle entra infatti come un coltello nel burro delle montagne. [continua]