Oberhalbstein: piz Surgonda (Grigioni)

Posted in scialpinismo on aprile 18, 2024 by fraclimb

domenica 14 aprile

Non è tanto il fatto che siamo a metà aprile, quanto che l’esplosione del caldo come ci fosse una stufa a soffiare su questo clima impazzito lascerebbe intendere che la stagione possa essere conclusa e che, invece, sia il caso di riprendere a indossare seriamente l’Eau de Fromage delle scarpette. E invece no! Così la sveglia suona prima delle 5 ma poi, tra occhiali dimenticati e ARTVA lasciato nell’armadio (che ricordano molto l’incipit dell’ultima uscita della scorsa stagione) insieme alla sosta caffè a Chiavenna ‘che altrimenti potrei addormentarmi al volante, beh, tutto ciò detto, il risultato è che arriviamo al parcheggio alle 8 e mezza passate e il sole già picchia di brutto nonostante la quota. Mi pare di essere un po’ come il sacco da box con un pugile indiavolato a menare diritti e rovesci. Poi però guardo in su e in giù e vedo file di infoiati: beh, forse non siamo poi così in ritardo oppure non esistono più i caiani duri e puri di una volta! Lasciamo il parcheggio e iniziamo la nostra giornata di fatiche su per il pendio che si inerpica sopra la strada: la neve sembra reggere bene, forse solo perchè è all’inizio della sua lotta quotidiana. Certo, avrei potuto scegliere un’esposizione più favorevole ma il bollettino non mi sembrava tanto dell’idea. E poi c’è da considerare la quota di partenza che, se non si vuole fare lo sci d’acqua o se non si è maniaci del portage, non da molte alternative, così eccoci a puntare al Surgonda dopo essere passati oltre il parcheggio del Lagrev – Ma quello l’ho già fatto… e preferirei evitare di bissarlo – Così passiamo oltre il primo pendio e siamo sull’altopiano soprastante. [continua]

Val Gerola: monte di Salmurano (Sondrio, II)

Posted in scialpinismo on aprile 15, 2024 by fraclimb

domenica 24 marzo

Sono in odore di santità, lo so. Sento la mancanza della roccia sotto le dita, del profumo Odor de Fromage delle scarpette e delle mazzate da parte di tiri che, quando facevo il “topo da falesia”, mi riuscivano quasi senza colpo ferire ma so che la Laura non può resistere all’astinenza anche se poi, alla domanda su cosa faremo nel fine settimana, risponde – Vedi tu – Prendo in mano il telefono e, dopo aver studiato il bollettino meteo che in sostanza dice – Stai a casa! – o, al massimo, – Prova a farti bastonare in falesia -, sento la Lella e l’Andre ‘che forse, per una volta, riusciamo a non paccarci vicendevolmente. Così alla fine le opzioni sono due: san Bernardino (questo sconosciuto!) o Salmurano (anche qui un’ennesima porzione di milite ignoto). Oppure ci sarebbe la terza scelta: falesia ma quella era già scartata a priori e, comunque, con la Lella e l’Andre sarebbe stata in val d’Ossola di cui però non ho voglia di fare la vasca. E alla fine, storcendo forse un po’ il naso, si finisce per andare in val Gerola dove l’arrivo al parcheggio al termine della strada è una specie di shock: le auto presenti un po’ ovunque lasciano intendere che qui ci sarà da sgomitare e che la discesa sarà su un terreno che avrà come subito una specie di bombardamento. D’altra parte, il fronte minaccioso che ricopre le montagne dall’altra parte della Valtellina non lascia molte alternative e, si sa, i fanatici dello scialpinismo piuttosto che starsene a casa sono disposti a macinare centinaia di chilometri. Così inforchiamo gli sci sotto il pendio iniziale e iniziamo a seguire la mandria che ci precede. O meglio, queste sarebbero le intenzioni ma nessuno ci aveva avvertito che avremmo dovuto cimentarci anche nel pattinaggio su ghiaccio. Già perché la neve è una lastra dura e gelida su cui le pelli faticano ad aderire così che, mentre uno sci arranca faticosamente verso l’alto, immancabilmente quello più a valle prende la tangente verso il basso tanto che la Laura se ne esce – La gita peggiore di sempre! – forse il commento è un po’ affrettato ma, in effetti, l’incipit non è dei migliori. [continua]

Val d’Avers: Grosshorn (Grigioni)

Posted in scialpinismo on marzo 26, 2024 by fraclimb

domenica 17 marzo

Lo scialpinismo può essere una specie di droga che da una forte dipendenza? Beh, in alcuni casi, direi proprio di sì! Dopo la bocchetta Roma e relativo rientro alla macchina poco prima dell’ora di cena, probabilmente in molti avrebbero dato buca per l’indomani preferendo una bella seduta fisioterapica sul divano (o, perché no, direttamente a letto) o, nei casi più disperati (leggi il mio), a farsi bastonare in falesia. Invece la Laura è ferma, rigida, infoiata anzi, l’idea che una delle possibili alternative scialpinistiche non preveda nemmeno le 4 cifre di dislivello (oramai il minimo sindacale), la lascia piuttosto indispettita. D’altra parte le nostre potenziali condizioni, la presenza della da poco ex azzoppata Laura (quella dell’uscita al Salmurano di poco più di un anno fa) e il ritorno sulla scena scialpinistica dopo non so bene quanti anni da parte di mio papà consigliano di volare basso. Così mi viene in mente che in val d’Avers c’è il Grosshorn: nome altisonante per una salita che, in realtà, casca a pennello per le nostre esigenze – Che vai a fare? – – Il Corno Grande – che poi può diventare – Il Grosso Becco – o, addirittura – La Gran Becca – e qui l’equivoco è subito magnificamente confezionato con l’interlocutore che si immagina il caiano seguire le orme di Whymper al Cervino! D’altra parte l’importanza che i valligiani danno alla montagna è sottolineato dal parcheggio con tanto di evidente cartello “Grosshorn”. Un po’ come se mettessi fuori di casa l’indicazione “Fraclimb” per regolare il traffico dei fans. Il cartello sarebbe divelto dopo 5 minuti o il parcheggio resterebbe vuoto come un solarium in pieno Sahara. Almeno non abbiamo difficoltà a trovare il punto di partenza mentre una coda caiana inizia ad allungarsi sul pendio di fronte. Poi la fortuna finisce e, all’unico bivio, riesco a prendere la strada sbagliata. A mia discolpa ci sono le tracce di altri allocchi che mi lasciano sviare dallo stretto e ripido sentierino che scende al torrente e che, con l’assetto da salita, potrebbe velocemente trasformarsi in uno scivolo da acqua-park con annesso tuffo nel torrente. [continua]

Val Masino: bocchetta Roma (Sondrio)

Posted in scialpinismo on marzo 19, 2024 by fraclimb

sabato 16 marzo

Il momento del Caianesimo Extreme Esplorativo è arrivato; i tempi sono maturi e siccome è dall’infortunio del Walter che ho in mente di portare gli sci a vedere il Qualido, azzardo la proposta alla Laura – Ti andrebbe un po’ di scialpinismo d’esplorazione? – – Certo! – Risponde senza pensarci ma, a volte, sarebbe opportuna un po’ di riflessione così fornisco qualche elemento in più – Si potrebbe andare in val Masino… Qualido… solo che – e qui il tocco sta nel dare l’informazione ma, al contempo, minimizzarla – ci sarà da spallare per circa 700 metri… – Ok – come se spallare per 700 metri sia un dato normale e scontato. Passa un po’ di tempo nel quale ricamo la mia tela e la Laura se ne esce – Come dobbiamo spallare per 700 metri? – – Eh, è scialpinismo esplorativo… il bosco del Qualido non riusciremo mica a farlo coi legni ai piedi… fino ai 1700/1800 metri credo dovremo portarli in spalla – – Mmmmh… e poi fin dove andremmo? – – Boh… saliamo… vorrei provare ad andare qui – e le mostro una foto dell’alta val Qualido: un bel pendio nella mia testa, una sassaia apparentemente chiusa da un salto di roccia nell’immagine. Ma alla fine partiamo. Alle 7 siamo a san Martino, attoniti davanti alla macchinetta del biglietto per la val di Mello: la strada è chiusa, proviamo comunque a salire all’imbocco della vallata e un cartello bianco cerchiato di rosso campeggia lapidario a lato strada. Niente da fare: il castello crolla già alle fondamenta. – Si potrebbe andare in Predarossa… – la proposta di Laura è la più logica. Giriamo la macchina e torniamo a Filorera. Altra macchinetta per il biglietto e altra mazzata: anche qui la strada è interdetta causa stagione invernale ma almeno fino al primo ponte sul torrente riusciamo ad arrivare, scarichiamo gli sci e iniziamo la nostra danza dondolante coi legni allo zaino. Mi sembra di essere catapultato indietro di qualche anno: quella volta eravamo in 5 e stavamo partendo per portare finalmente a termine il Roma della val Masino. – Fin dove arriviamo? – – Non saprei… saliamo e poi vedremo… possiamo puntare alla sella Pioda ma saranno circa 2200 metri di dislivello… – una follia, ma quella mi pare l’unica direzione sensata da tenere e poi vedremo. [continua]

Sponda occidentale del lago: Bregagno (Como)

Posted in scialpinismo on marzo 5, 2024 by fraclimb

sabato 24 febbraio

Grande è la potenza del Caianesimo, lento all’ira ma non lascia senza punizione. Il Caianesimo mise alla prova i suoi figli – Laura, Laura: prendi Fraclimb và nel territorio di Musso e offrilo in olocausto su un monte che ti indicherò – Laura preparò lo zaino e si mise in viaggio verso il luogo che il Caianesimo le aveva indicato. Dopo un’ora e mezza, vide il luogo che il Caianesimo le aveva segnato ma il monte era avvolto nella nube. Laura prese il fardello per l’olocausto e lo caricò su Fraclimb. Lasciarono l’auto ben prima del termine della strada perchè ancora il Caianesimo voleva metterli alla prova. Partirono sci ai piedi mentre l’acqua ghiacciata sferzava i loro volti. Laura disse –  Caianesimo, Caianesimo, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia ma la tua volontà! – L’acqua ghiacciata allora cessò e loro raggiunsero la chiesetta di san Bernardo. Ma il monte rimaneva avvolto nella nube perchè il Caianesimo voleva ancora mettere alla prova la Laura. Allora la Laura alzò il thermos e disse – Questa è la bevanda del caiano, calda e rinvigorente per la nuova ed eterna alleanza, versata per voi e per tutti in remissione dei peccati – Poi bevve a grandi sorsi e porse il Graal a Fraclimb. Poi Laura riprese il cammino, entrò ancor più nella lotta e, mentre lodava il Cainesimo ancora piè intensamente, il suo sudore diventò come gocce ghiacciate andando ad imputridire le sue vesti. Il Caianesimo mise ancora di più alla prova i suoi figli perchè ancora voleva testarne la fede. Allora si trasfigurò nel Caianesimo Extreme ma la Laura non ebbe paura. Mandò contro di loro vento ghiacciato e turbini di neve che colpivano le loro stanche e gelate membra. Ma la Laura disse – Sempre avanti! – Ma dei due Fraclimb era il più debole e, prima che la furia si fosse placata, avrebbe rinnegato l’estremismo tre volte. [continua]

Mesolcina: piz de la Lumbreida (Grigioni)

Posted in scialpinismo on febbraio 22, 2024 by fraclimb

domenica 18 febbraio

Picchio lo scarpone contro la neve ma qualcosa non va. Guardo in basso e il rampone penzola dalla caviglia col suo laccetto bicolore. Merda! Fortuna che dopo il Breitstock l’avevo anche regolato! Vado avanti come lo storpio, confidando che, tirando calci come fossi uno zappatore in una partita a pallone, lo scarpone si crei lo spazio sufficiente per restare appiccicato alla parete. Muovo quindi un po’ di passi e poi un altro rumore metallico mi fa saltare per un attimo i nervi. Guardo lo scarpone destro: anche lì ho un nuovo pendaglio coi denti ferrati! Merda al quadrato! Il primo pensiero è che dovremo tornare indietro: o forse io dovrei farlo, la Laura potrebbe proseguire, superare i pochi metri che ci mancano, farsi abbracciare da Quintino e dagli altri padri baffuti del Caianesimo e quindi ritirare il pacco aggiornato di bollini. Io me ne staro più in basso a rodere e maledire la coppia di ferri che, almeno in questo momento, hanno finito di spassarsela col sottoscritto: appena a casa, penserò a come rifilarli a qualche allocco. Poi però c’è l’esame di coscienza, il momento della messa in discussione: perchè dovrei fare abbracciare la mia ragazza da una schiera di vecchi bavosi arrapati? Saranno pure i Padri Fondatori ma c’è un limite a tutto! Così mi metto a fare il mulo (che mi viene anche bene): cocciutaggine e calciate vigorose sono due caratteristiche imprescindibili, finchè mi trovo davanti ad un saltino impestato tra roccia e neve ghiacciata. Forse potremmo anche superarlo ma poi in discesa? Provo immediatamente a sinistra ma nulla: la neve verticale e inconsistente crolla sotto il mio dolce peso e, a momenti, rischio di fare strike con la Laura. Mi guardo attorno e la soluzione viene fuori perchè una scappatoia di solito la si trova sempre, a volte basta solo ingegnarsi. Torniamo indietro di una manciata di metri e poi iniziamo a traversare a destra. Il traverso è un po’ sempre la soluzione di tutto: la storia caiana lo insegna! Ora la via per la cima è spianata: risaliamo il pendio soprastante, poi le ultime roccette e quindi ancora neve dura ma, fortunatamente, appoggiata. E pensare che l’idea del Lumbreida è stata da un lato l’alternativa ad una cima in Valtellina che ha perso la partita perchè “si sa quanto tempo ci vuole ad arrivarci ma mai quanto se ne impiegherà per tornare a casa” e, dall’altro, l’opportunità per chiudere i conti dopo l’Uccello. [continua]

Valle Mesolcina: pizzo Uccello (Grigioni, II)

Posted in scialpinismo on febbraio 19, 2024 by fraclimb

domenica 28 gennaio

Qualche perplessità ce l’ho ma, primo, non lo do a vedere (anche perchè involontariamente soffoco quella vocina che cerca di mettermi la pulce), secondo l’idea del Lumbreida mi appanna la vista come quando si soffia sul vetro. Dopo il Breitstock forse è il caso di tirare un filo il freno o, almeno, non pigiare ancora sull’acceleratore, così propongo una gita che non dovrebbe avere particolari difficoltà tecniche. Ma l’Elisa fa un po’ come il Gatto e la Volpe col campo dei Miracoli e la Laura, oramai dovrei averlo capito, fa il Pinocchio della situazione: consegna il sacchetto di monetine, l’Elisa sparisce dai nostri schermi e noi ci ritroviamo con l’idea di salire il Lumbreida che ci si appiccica sopra come una colata di miele. Poco importa se i pendii appena sopra san Bernardino siano spelacchiati un po’ come la mia testa dopo il passaggio sotto la falce del parrucchiere. Noi partiamo lo stesso e poi si vedrà! Usciamo dal paese e poi dal rimasuglio di alberi che lo sovrasta per trovarci davanti ai pascoli soprastanti. La neve è un po’ come le macchie del dalmata e noi giochiamo a Twister con gli sci per cercare di evitare ora una pietra, ora un cespuglio oppure un’isola d’erba. Diciamo che il rebus ha un suo lato divertente se almeno si ha una certa perversione per praticare lo sci costi quel che costi. La Laura forse è un po’ meno contenta. Diciamo che è quasi come quando scopro che il vasetto di gelato in congelatore è praticamente vuoto. Solo che in quel caso l’artefice è molto probabilmente sempre il sottoscritto. Così mi ringrazia sulla scelta della gita con dolci parole che qui è meglio non riportare, sul fatto che si sarebbe potuto fare altro e bla, bla, bla. In fondo la colpa è dell’Elisa e a lei rimando i ringraziamenti per poi continuare col mio scarica barili sottolineando che non sono un indovino e, soprattutto, le condizioni del pendio le avremmo potute vedere entrambi. [continua]

Mesolcina: Breitstock (Grigioni)

Posted in scialpinismo on febbraio 13, 2024 by fraclimb

sabato 27 gennaio

Sono alla ricerca di una proposta per l’invasata Laura che, mancato l’appuntamento di domenica scorsa, inizia a dare i primi segni di astinenza. Così mentre sto spulciando un po’ qua e un po’ là, Internet mi tira fuori il canale del Breitstock, un’interessante linea che avevamo adocchiato durante la salita allo Zapporthorn: quel canale mi aveva però trasmesso sentimenti contrastanti da un lato intrigandomi come normale che fosse vista la sua e la mia natura, dall’altro mi pareva un po’ troppo carico e pronto ad scaricare la neve abbarbicata per una più comoda posizione sul pianoro sottostante. Ci avevamo quindi girato al largo puntando poi i radar al nostro obiettivo e alla conseguente raccolta bollini. Ora però le carte si sono rimescolate: è passata una settimana, ho la Laura che incalza e, dopo Bärenhorn e, appunto, Zapporthorn questo sarebbe il terzo sabato di seguito di Caianesimo Extreme. Così, la decisione è presto presa e, sabato mattina, siamo nuovamente in viaggio per san Bernardino questa volta con un paio di ramponi a testa nello zaino perchè non ho alcuna intenzione di rischiare di fare il ballerino sul ghiaccio o, peggio, essere ributtato indietro per avere fatto il pitocco su qualche etto di ferraglia. Per il resto non abbiamo l’aria dei caiani estremi soprattutto per l’orario con cui lasciamo la macchina che la Laura definirebbe il momento dei merenderos. E forse lo siamo un po’ anche noi o, almeno, la Laura ne sembra aver assorbito un po’ gli stimoli. Saliamo più rapidamente dello  Zapporthorn ma lei è come se fosse un po’ spenta, demotivata. Saranno gli alti e bassi del Caianesimo, la pressione dell’Estremismo che, quando si è comodamente accoccolati in poltrona, fa sognare le imprese più mirabolanti ma poi, una volta sul campo, la spavalderia fa lo struzzo e infila la testa nella sabbia. [continua]

Urserental: Stotxigen Firsten (Uri)

Posted in scialpinismo on febbraio 11, 2024 by fraclimb

domenica 21 gennaio

Non è che sprizzi di gioia e entusiasmo all’idea di andare col corso ma ho dato la mia parola e quindi mi tocca. Soprattutto mi tocca la levataccia perchè i caiani, si sa, se non si trovano ad orari disumani non sono per nulla contenti. È un po’ come facesse parte del loro DNA, come i pantaloni della Montura e il grappino di vetta. Quello che mi fa ancora più specie è che per lo Zapporthorn alla fine siamo partiti che erano quasi le 7:30 mentre oggi, alla stessa ora, siamo già in auto da un bel po’! Al parcheggio siamo come la macchia di olio: ci espandiamo da ogni parte occupando lo stesso spazio di un’orda barbarica e, più o meno, facendo la stessa confusione. Fin qui tutto nella norma quindi, quello che invece non torna è la temperatura con cui ci accoglie Realp. Di solito, da queste parti, è come essere dei surgelati infilati nel congelatore di casa; non si sa come coprirsi: piumino o pile con guscio nella speranza di non giocare poi a shanghai con le dita? Perchè poi, una volta partiti in modalità omino Michelin, finisce che sopraggiunge la caldazza e si fa il finlandese nella sauna. Così opto per fare lo spavaldo forse anche perchè il termometro dell’auto mi dice che fuori il congelatore non funziona. Faceva più freddo al Bärenhorn! Poi c’è la ricerca degli allievi, una specie di impresa da rabdomante con una serie di manichini colorati e imbacuccati che continua a mescolarsi come le palline della tombola e che sostanzialmente sembrano tutti ugualmente sconosciuti. Viene però fuori che per me non c’è nessuno e, mentre mi domando cosa diavolo ci faccia qui quando potrei essere a lodare il Caianesimo con la Laura da un’altra parte, mi accodo al Nik e ai suoi 3 allievi. Più o meno il percorso me lo ricordo, come mi ricordo la prima volta che sono stato qui o, almeno, ho ben in mente la fase iniziale e la sberla del gelo appena sceso dall’auto. Altri tempi: tempi in cui il freddo era freddo e il caiano si esaltava per quelle condizioni e per l’attrezzatura da museo. Io, almeno su quella, ho continuato a perseverare per un bel po’. L’altra cosa che ricordo abbastanza nitidamente è che, una volta superato il primo tratto di pendio, la gita diventa una noia mortale lungo un costone che prosegue all’infinito senza mai salire troppo. [continua]

Mesolcina: Zapporthorn (Grigioni)

Posted in scialpinismo on febbraio 7, 2024 by fraclimb

sabato 20 gennaio

– Ehi, Fra, sono le 6:40! – – Come le seiequaranta?!? – mi alzo di soprassalto come se fossero suonate le trombe del giudizio universale. – Maledetta sveglia: non ha suonato! – In un attimo sono in cucina quindi ci prepariamo sperando di non aver messo i calzettoni al posto dei guanti ma, alla fine, quei maledetti 40 minuti di ritardo mica riusciamo a recuperarli. Provarci in autostrada è impensabile a meno di voler passare le prossime giornate a guardare il cielo a quadretti. Poi in auto la Laura si accorge di aver dimenticato gli occhiali e io comincio a contare i bastoni che si infilano nelle ruote. Infine c’è il parcheggio che già pullula di auto e il fantasma del Cassina Baggio inizia a tamburellarmi sulla spalla insieme ad una miriade di altri dubbi: non è che questa volta ho pisciato un po’ fuori dal vaso? D’altra parte, quando ho guardato la carta, quel nome Zapporthorn mi ha fulminato, forse perchè ricorda la lotta con l’alpe e poi ci si è messa la relazione col canale e la cresta finale. Tiro su due paia di picche e una sola coppia di ramponi perchè di solito il Caianesimo con lo scialpinismo tiene un profilo basso. Di solito, appunto, non “sempre”! Intanto sulla strada del passo il fantasma del Cassina Baggio continua a picchiettarmi: saliamo una manciata di minuti e poi ci fermiamo, una volta per cambiare i guanti, un’altra per svestirci, poi perchè è l’ora della merenda e infine per svuotare la vescica. Morale: quel tratto di strada che dovrebbe passare sotto le pelli come nulla fosse, è l’ennesimo bastone che prova a farci ribaltare. Eppure, non molto più avanti, pare che qualcun altro stia puntando al nostro obiettivo che, ora, si profila all’orizzonte in fondo alla vallata – Beh, non è poi così lontano… – già, forse da qui: ma poi in montagna, quando meno ce lo si aspetta, le distanze iniziano ad allungarsi come l’ispettore Gadget. La Laura però ruzza e la vallata alla fine termina alla base del canale dove i pretendenti iniziano ad accumularsi un po’ come le mosche che sbattono contro la finestra. [continua]