domenica 14 aprile
Non è tanto il fatto che siamo a metà aprile, quanto che l’esplosione del caldo come ci fosse una stufa a soffiare su questo clima impazzito lascerebbe intendere che la stagione possa essere conclusa e che, invece, sia il caso di riprendere a indossare seriamente l’Eau de Fromage delle scarpette. E invece no! Così la sveglia suona prima delle 5 ma poi, tra occhiali dimenticati e ARTVA lasciato nell’armadio (che ricordano molto l’incipit dell’ultima uscita della scorsa stagione) insieme alla sosta caffè a Chiavenna ‘che altrimenti potrei addormentarmi al volante, beh, tutto ciò detto, il risultato è che arriviamo al parcheggio alle 8 e mezza passate e il sole già picchia di brutto nonostante la quota. Mi pare di essere un po’ come il sacco da box con un pugile indiavolato a menare diritti e rovesci. Poi però guardo in su e in giù e vedo file di infoiati: beh, forse non siamo poi così in ritardo oppure non esistono più i caiani duri e puri di una volta! Lasciamo il parcheggio e iniziamo la nostra giornata di fatiche su per il pendio che si inerpica sopra la strada: la neve sembra reggere bene, forse solo perchè è all’inizio della sua lotta quotidiana. Certo, avrei potuto scegliere un’esposizione più favorevole ma il bollettino non mi sembrava tanto dell’idea. E poi c’è da considerare la quota di partenza che, se non si vuole fare lo sci d’acqua o se non si è maniaci del portage, non da molte alternative, così eccoci a puntare al Surgonda dopo essere passati oltre il parcheggio del Lagrev – Ma quello l’ho già fatto… e preferirei evitare di bissarlo – Così passiamo oltre il primo pendio e siamo sull’altopiano soprastante. [continua]