Giro del Fungo (Grignetta)

Posted in vie alpinistiche su roccia on giugno 6, 2023 by fraclimb

domenica 28 maggio

“Dio non gioca a dadi” noi invece sì! D’altra parte i meteorologi sembrano sparare le previsioni del lotto piuttosto che quelle meteo e così, dopo un’accurata consultazione con la maga Magò, giochiamo l’azzardo rifiutandoci di rimandare per la terza volta l’uscita in Grignetta. La strega però deve trovare particolarmente divertente prendere per i fondelli chiunque le chieda un parere e così, quando oramai il giro sembra concluso senza danni, mi ritrovo nelle condizioni di un vestito appena uscito dalla lavatrice. D’altra parte se avessimo interpretato correttamente i presagi del fato, non ci saremmo trovati in una simile situazione. Eppure era tutto chiaro fin dal piazzale dei Resinelli dove l’unica cosa azzurra visibile sono le strisce del parcheggio mentre, lato cielo, si potrebbe chiedere a “Chi l’ha visto?”. Ma noi abbiamo la maga Magò dalla nostra e quindi ci sparpagliamo tra le guglie col sottoscritto che viene affiliato al gruppo del giro del Fungo. Dopo oltre una decade mi ritrovo quindi diretto a quel trittico di guglie con un pensiero rivolto alle mie più recenti prestazioni ed un altro al cielo che, al momento, è avvolto dal classico cappello della Grigna. Per il resto la montagna sembra ancora sopita, forse appena disturbata dalle due cordate alla base della Torre che scorgiamo già dalla Direttissima. Superiamo gli ultimi sali scendi, quindi la traccia che rotola giù verso la nostra meta fino a trovarci gli altri caiani ancora intenti alla partenza della normale alla Lancia. Al momento non mi suona alcun allarme sulle loro doti da velocisti, forse perché sto cercando di focalizzarmi solo sul mio obiettivo, la Corti che somiglia a tratti ad uno scivolo per la risalita dei salmoni. Quando però raggiungiamo la cima della Torre e sbattiamo contro quelli di Seregno venuti forse a caccia di farfalle, qualche dubbio inizia a farsi strada. [continua]

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Placche del Boggia: Nuovo Cinema Paradiso (val Bodengo)

Posted in vie alpinistiche su roccia on aprile 18, 2023 by fraclimb

domenica 02 aprile

È la fine di un’epoca; è tempo che il testimone passi di mano. Fraclimb non è più. Un nuovo astro è sorto all’orizzonte, la nuova novella illumina le lande buie e desolate: Andre, Andreclimb, il Mago della Placca, il Nuovo Mattino rifulge nella notte oscura. E ora il caiano ne tesse lo lodi: Ti ringrazio di avermi tirato fuori da quella placca, fatto Caiano e conservato in questa lotta; ti offro la birra della giornata, fa che sia tutta secondo la tua santa volontà per la maggior tua gloria; preservami dal dover chiamare l’elicottero; il tuo piede da Hobbit sia sempre con me e con tutti i caiani; amen! Mai avrei pensato ad una simile lotta, ad una caduta così rovinosa: come Luigi XVI non avrei mai potuto credere che la mia epopea sarebbe stata tagliata così nettamente. Ho vissuto l’inferno e poi, perso lo scettro da Virgilio, sono stato accompagnato al Paradiso, l’agognato parapetto della strada soprastante. È stato un Nuovo Cinema o, se vogliamo, un nuovo numero circense terminato nei migliori dei modi dopo l’intervento della mano di Dio (leggi il piede dell’Andre), fondamentale per sfuggire dall’orrido. Certo, a ben vedere, alcuni presupposti avrebbero potuto non lasciare ben sperare: 1 neofita alla sua prima via (Laura) e 2 membri provenienti da infortunio (Lella e Walter). E poi restavamo noi 3: Gloria, Andre (non ancora definitivamente svelatosi come the King of the Placca) e il sottoscritto (pallone gonfiato in vertiginosa caduta); vero, tutti alla prima via della stagione ma, in fondo, con il tiro più impegnativo dato solo di 5b, mai avrei contato in una simile disfatta. – Non ti preoccupare Laura, in 3 massimo 4 ore finiremo tutto! – Ogni tanto bisognerebbe praticare la santa arte del silenzio. [continua]

Val Bedretto: poncione Cassina Baggio (Ticino)

Posted in scialpinismo on aprile 14, 2023 by fraclimb

sabato 18 marzo

La cima del Poncione è lì davanti a poche centinaia di metri: ci basterebbe completare il pianoro, risalire l’ultimo pendio e ci troveremmo sul suo cucuzzolo; e invece no, la cima non s’ha da fare. Un po’ come la volta del Gerenpass: un tiro di schioppo dalla meta e si girano i tacchi. Mi viene il dubbio che a volte ci trovi gusto a lasciare le cose a metà. Escluso, ovviamente, la vaschetta di gelato o il vassoio di pasticcini. Ma col Caianesimo è un rapporto diverso, forse un po’ di dipendenza conflittuale. C’è poi una similitudine col Gerenpass, un dettaglio apparentemente insignificante ma probabilmente fondamentale per il mancato raggiungimento. Sempre che questa non sia stata una scusante per tornare da queste parti una seconda volta. Arriviamo al parcheggio non proprio prestissimo, forse anche per poter smaltire i bagordi della cena di fine corso e, quando arriviamo ad All’Acqua, il piazzale è pieno come una scatola di sardine. Così l’unica soluzione è lasciare l’auto al solitario parcheggio dello skilift regalandoci quel centinaio di metri aggiuntivi che probabilmente da lì a qualche ora ci sbarreranno la strada per l’altare del Caianesimo. Per il momento ce ne infischiamo, scendiamo dalla macchina e iniziamo il nostro mercato

– Ricordati l’Artva – – Sì, certo… dov’è? Perchè io mica l’ho presa… – [continua]

Val Bedretto: traversata capanna Cristallina, Poncione val Piana (Ticino)

Posted in scialpinismo on marzo 16, 2023 by fraclimb

domenica 05 marzo

A tratti mi sembra di essere in gara: spella, scendi a fuoco, ripella e sali coi due allievi che spingono come se in cima ci fosse un vassoio di pasticcini e poi ancora giù a ripetere l’operazione. Non avrei mai pensato che un’uscita del corso si sarebbe potuta trasformare in una simile cavalcata che  ricorda un po’ quella di giugno in Dolomiti! E pensare che non avrei nemmeno dovuto partecipare: poi salta fuori che il Tommy ha bisogno, faccio un paio di conti sul giro e alla fine rispondo presente per la domenica. Il Caianesimo si esalta sin dal mattino quando la sveglia suona per permettermi di raggiungere il ritrovo con Massimo alle 4:30: è da tempo che non esco così presto, al cambio turno tra i ragazzi della notte e noi caiani sadomaso per un passaggio di staffetta che resta sempre un simpatico aneddoto. Poi intorno alle 6 le nostre frontali rischiarano una notte tiepida, in linea con la scelta del Generale Inverno di passare il periodo da qualche altra parte mentre gli sci dondolano sullo zaino. Il bosco passa in fretta, più rapidamente della volta del Cristallina, sarà perchè ho smania di arrivare o perchè sono entrato nel loop del garista della domenica, poi quando gli alberi si diradano, i legni iniziano a scivolare su per il pendio. La colazione mancata al rifugio mi rotea in testa insieme al pensiero dei corsisti che se la ronfano sotto ai piumoni poi,  all’inizio del vallone, la capanna si para all’orizzonte: spingo sui polpacci e mangio i metri davanti a me finchè inizio a sentire i primi segni di indigestione. Mi viene voglia di gettare la spugna ma poi qualcosa mi da la spinta finale, divoro quello che resta come avessi un fuoco dentro e arrivo alla prima tappa, quella dell’illusione che tutto sia finito. Dentro il rifugio fa un caldo fotonico, mi sento avviluppare dalla vampa ma forse sono io che sto andando in ebollizione e poi arriva il momento di vestire i panni dell’istruttore o quello del mandriano ignorante. [continua]

Valle del Livrio: pizzo Meriggio (Sondrio)

Posted in scialpinismo on marzo 11, 2023 by fraclimb

domenica 26 febbraio

Non sono particolarmente in vena di scialpinismo e, a dire il vero, questa è una sensazione che mi accompagna già da diversi weekend così, quando fermiamo le auto davanti ad un pascolo giallo, l’istinto sarebbe quello di fare dietrofront e andare a cercare dove mangiare un bel piatto di pizzoccheri. Eppure, parafrasando qualcuno, “è giorno di lavoro e questo ci tocca!”: sci in spalla (quello che i francesi chiamano “portage”) e ci avviamo alla caccia di quella cosa bianca e fredda che gli antichi chiamavano neve. A dire il vero non camminiamo molto prima di trovarne un quantitativo sufficiente a far scivolare i legni tra un sasso ed una zolla d’erba. Neve tritata, pressata dall’infinito passaggio di mandrie come la nostra con tanto di cerchi blu per segnalare ai corridori della scorsa settimana la presenza di ostacoli. Forse, se avessero segnalato la neve, si sarebbe fatto prima e intanto continuo a chiedermi perchè diavolo non siamo dirottati verso un piatto di polenta e cervo. Poi la strada sparisce, non si sa bene come, e noi finiamo, branco di pecoroni, a infrattarci nel classico bosco orobico che nel giro di due minuti si impenna come una rampa da motocross. Ne usciamo vivi, riprendiamo la stradina e poi ancora su mentre dall’alto qualche timido fiocco arriva a farci compagnia. Evvai che poi si scende nella polvere! La prossima volta potrei raccoglierne un po’ dai mobili di casa così da portare il mio contributo! Il Meriggio se ne sta lassù a osservare il mare di nuvole che sembra foriero di chissà che ma che alla fine si rivelerà poco più di un pallone gonfiato. Superiamo il crinale (per altro uno dei pochi tratti di cui mantengo memoria rispetto la precedente esperienza preistorica) quindi l’ultimo pendio e poi siamo in vetta. [continua]

Valle del Gran San Bernardo: Mont de Flassin (Aosta)

Posted in scialpinismo on febbraio 28, 2023 by fraclimb

domenica 05 febbraio

Non ho molta voglia di andare all’uscita in valle d’Aosta, un po’ perchè ho una certa innata ritrosia verso la regione dei 4000 e poi perchè il pullman faccio fatica a tollerarlo, sarà per il suo implicito lato sociale o perchè mi ricorda il liceo o forse perchè poi ci toccherà fermarci alla merenda post sciata che, a volte, ricorda la prova per il pranzo del matrimonio. Eppure ho dato la mia parola e quella è bene che la mantenga perchè poi, per la legge del contrappasso, non vorrei che la cosa mi si ritorcesse contro al prossimo corso d’alpinismo. Così carico il materiale sul torpedone e mi incastro tra i sedili come fossi un pezzo di un puzzle, operazione che non sperimentavo da tempo immemore. Al parcheggio scendiamo nel regno dell’ombra ma, invece di venire presi a schiaffi da un ambiente da cella frigorifera, la colonnina di mercurio addirittura sovrasta il livello dello zero: “non ci sono più gli inverni di una volta” mi viene da pensare e la cosa mi lascia ancora di più sprofondare nell’oscurità perchè mi mette di fronte alla mia veneranda età! La discesa dal pullman poi fa anche un altro effetto, quello dell’apertura della stalla con tanto di occupanti raminghi a chiedersi cosa facciano in quell’imbuto come se non avessero pagato per dover sopportare freddo (ma dove?) e sveglie antelucane (quelle sempre all’ordine del giorno in ogni buon corso caiano che si rispetti). Così vado alla ricerca dei miei allievi e dell’aiuto istruttore per poi dare inizio alla solita pantomima di quello che dovrebbe saperne mentre ci infiliamo nella vallata accodandoci alla transumanza. [continua]

Valle Spluga: bivacco Cecchini (Sondrio)

Posted in scialpinismo on febbraio 23, 2023 by fraclimb

domenica 29 gennaio

Sto sudando freddo, sono al limite di una crisi di nervi, potrei crollare da un momento all’altro. Mi guardo intorno per quanto la situazione me lo permetta ma mi sembra di essere circondato solo da indifferenza. Nessuno sembra condividere il dramma interiore che sto vivendo. Eppure la situazione non appare così mentalmente estenuante anzi, tutt’altro, sembra quasi idilliaca: siamo in 5 comodamente seduti al calduccio mentre saliamo i tornanti verso Monte Spluga. Eppure gli altri non vedono ciò che fissano incessantemente i miei occhi: la lancetta del carburante alla fine della riserva e il computer di bordo che mi da 0 chilometri di autonomia! La caduta è stata epocale, un crollo vertiginoso: sono entrato in riserva poco dopo Chiavenna e mai avrei pensato che la salita avrebbe prosciugato il serbatoio come un’idrovora. Così ora non vedo l’ora che il maledetto paese si materializzi oltre il parabrezza ma la fila di curve e poi il lago sembrano interminabili. Delicato sull’acceleratore come una farfalla, riesco a portare il Caddy al parcheggio, togliamo scarponi e zaini e iniziamo a prepararci in attesa che la carovana del corso si raggruppi. Praticamente abbiamo colonizzato l’area, occupata come una mandria troppo numerosa rispetto al recinto. Recupero i due allievi e la neo istruttrice (così probabilmente arriviamo a formare l’intero) e poi iniziamo a inseguire il resto della comitiva diretta ad una cima vicina al bivacco Cecchini. Non mi sento propriamente a mio agio: sarà per il pensiero fisso del rientro e della macchina che dovrà muoversi coi vapori del gasolio oppure per il fatto che mi senta un po’ inadeguato a fare l’istruttore di scialpinismo. Ma poi, come spesso capita, qualcosa mi invento: la butto sull’uso di carta e bussola, su quanto questa sia fondamentale in caso di nebbia e su come sia utile per il famigerato schizzo di rotta. Io, ovviamente, lo schizzo non l’ho mai fatto, al massimo a casa guardo di sfuggita la carta e poi si vedrà; figurarsi portarsi dietro la bussola: quella di solito se ne rimane nell’armadio sommersa tra le carte. Eppure con gli allievi si veste un altro abito, quello dell’incoerenza. Almeno in questo, corso di alpinismo, corso di scialpinismo e corso d’arrampicata sportiva sono uguali. [continua]

Sponda occidentale del lago: Crocione da Tremezzo (Como)

Posted in escursioni on febbraio 13, 2023 by fraclimb

sabato 28 gennaio

Una volta avevo pensato di introdurre una nuova disciplina: il “bob d’alpinismo”. Ideale soluzione per risolvere il problema della discesa con gli sci in neve fresca, poi i tempi sono maturati ma soprattutto mi sono modernizzato abbandonando gli sci risalenti alla Guerra Bianca e quell’idea è rimasta una stramberia solo della mia mente. Oggi invece è stato ufficialmente introdotta la variante erbosa che l’Accademia della Crusca ha coraggiosamente battezzato “culo d’escursionismo”. A dire il vero la disciplina è già nota, se non ai più, almeno a molti a giudicare da certe scene che si incontrano sulla Cermenati in Grignetta ma lì siamo ad un livello base, direi neandertaliano mentre ora lo sport ha fatto un deciso balzo in avanti con annesso aumento  delle difficoltà e, soprattutto, del livello di rischio. Forse si dovrebbe parlare di “culo d’escursionismo extreme”. Il campo di battaglia lo decidiamo all’ultimo, in macchina mentre risaliamo la strada del lago verso Menaggio. Pare che questi siano i posti idilliaci per Laura e che oltre il crinale, nel buco nero della Svizzera, ci sia solo pianto e stridore di denti. Così, parcheggiato il Caddy, ci infiliamo sulla classica mulattiera acciottolata con altrettanto ovvia pendenza da lingua sotto le scarpe perchè, da qualsiasi parte si risalga lungo i sentieri che danno sul lago, questo è il comune denominatore. Per di più la scivolosità del selciato mi ricorda il pavimento cosparso di cera di mia nonna: ottimo per il pattinaggio con le calze, un po’ meno per essere certi di stare in piedi senza rischiare di spezzarsi l’osso del collo. Noi comunque siamo allenati ‘che andiamo a correre circa una volta la settimana in falsopiano e così riusciamo ad evitare di incespicare nella lingua camaleontica attorcigliatasi sulle gambe. [continua]

Val Gerola: monte di Salmurano (Sondrio)

Posted in scialpinismo on gennaio 26, 2023 by fraclimb

sabato 14 gennaio

Potrebbe essere la resa dei conti, la differenza tra la vita e la morte dello scialpinismo. Così salgo sul ring delle responsabilità a farmi prendere a cazzotti dall’ignoto e, quando questo ha finito, dal compagno con la maglietta “dubbi”. Eppure il mio cervello, allenatore da strapazzo con l’abilità nell’illudermi che la soluzione sia sempre semplice e che comunque “poi si vedrà”, mi aveva tranquillizzato: risalite le piste, vi fate una bella sciata e vedrai che tutto filerà liscio. Solo che quello non ha tenuto conto dell’imprevisto, il tranello di cui l’ignoto fa uso ed abuso: l’apertura degli impianti! Mi arrovello a cercare informazioni su internet ma, chissà perché, a volte cercare qualcosa sulla rete è come pretendere di individuare il fatidico ago nel pagliaio. Così provo col caro e vecchio telefono ma dall’altro lato mi risponde solo un laconico TUUUUU. Mi metto davanti allo specchio e mi convinco che presto i nodi verranno al pettine. Ora è solo necessario indorare la pillola e scaricare la colpa su qualcun altro: “Hanno aperto gli impianti… Non possiamo risalire le piste… C’è una gita semplice…”. Forse sono parole che servono a convincere più il sottoscritto che le due Laura ma tantè. Almeno all’inizio la fortuna sembra aiutarmi, perché questa non è vero che aiuti gli audaci ma, piuttosto, chi va in giro a casaccio che non è detto sia sempre la stessa cosa. Prendiamo la mulattiera col sottoscritto che spera poi di riuscire a scendere dalle piste e forse le Laura si convincono un po’ di quello che dico. Male, malissimo! Poi la stradina piega a sinistra e noi abbandoniamo ogni speranza di poter ridiscendere dalla nera. Il gioco al momento però non sembra particolarmente duro: il pendio si allunga più in orizzontale che in verticale e così, pigramente, ci avviciniamo sempre più alla vetta. In effetti il ritmo è da scampagnata dell’oratorio ma, del resto, non vedo buone ragioni per trasformare questo salto nel buio in una disperata rincorsa di un rovinoso disastro. Meglio salire in tutta calma, snocciolare pillole di saggezza come se ne sapessi effettivamente qualcosa e intano pensare a dove sarà meglio scendere. [continua]

Zuccone Campelli: canale dei Camosci (Lecco)

Posted in vie alpinistiche su ghiaccio e/o misto on gennaio 26, 2023 by fraclimb

sabato 24 dicembre

Che si fa la vigilia se non mettersi nelle migliori condizioni per poter superare le maratone con le gambe sotto il tavolo delle giornate successive? C’è stato un tempo in cui col Jag e Walter siamo partiti per un Natale in rifugio ma ora il primo è desaparecidos, il secondo ha messo la testa a posto (almeno per il 25 dicembre) e anche per il sottoscritto sarebbe forse un po’ un problema impegnarmi col Caianesimo in una due giorni. Così optiamo per tentare un canale sopra i piani di Bobbio; alpinismo esplorativo e ravano assicurato: insomma un bel mix prima di scartare i regali sotto l’albero! Logico poi che di prendere la funivia non se ne parli minimamente anche se, almeno all’inizio, l’idea mi lascia un po’ perplesso: la pigrizia sembra che stia prendendo lentamente il sopravvento ma avendo io una dignità da difendere, non oso controbattere. E poi è solo una questione mentale: se avessimo puntato a qualcosa al Grignone, lo sbattimento sarebbe stato analogo. Così parto incespicando sui miei piedi perché non ho pensato a prendere la frontale ma basta poco perché la luce dell’alba sia sufficiente per distinguere le punte degli scarponi e io possa trottare su per la mulattiera. In alto il pendio è cosparso di uno strato di neve non particolarmente cospicuo e, sostanzialmente, già battuto; gioia e dolori: la prima perché ci risparmia di affondare nel bianco elemento, la seconda perché la traccia è a tratti una pista per il pattinaggio. Intanto le cabine poco sopra le nostre teste iniziano a muoversi trasportando scioatori che si staranno chiedendo cosa ci facciano due babbei a sudare per arrivare ai piani di Bobbio. Quando ci arriviamo è un po’ come essere in un girone dell’inferno, solo che qui i dannati hanno pagato per fare la coda agli impianti e racchettare sulle finte discese delle piste. Noi facciamo come Dante e Virgilio (anche se non mi è ben chiaro chi dei due sia la guida): attraversiamo i gironi e ci dirigiamo verso il Purgatorio. [continua]