Archive for the escursioni Category

Sponda occidentale del lago: Crocione da Tremezzo (Como)

Posted in escursioni on febbraio 13, 2023 by fraclimb

sabato 28 gennaio

Una volta avevo pensato di introdurre una nuova disciplina: il “bob d’alpinismo”. Ideale soluzione per risolvere il problema della discesa con gli sci in neve fresca, poi i tempi sono maturati ma soprattutto mi sono modernizzato abbandonando gli sci risalenti alla Guerra Bianca e quell’idea è rimasta una stramberia solo della mia mente. Oggi invece è stato ufficialmente introdotta la variante erbosa che l’Accademia della Crusca ha coraggiosamente battezzato “culo d’escursionismo”. A dire il vero la disciplina è già nota, se non ai più, almeno a molti a giudicare da certe scene che si incontrano sulla Cermenati in Grignetta ma lì siamo ad un livello base, direi neandertaliano mentre ora lo sport ha fatto un deciso balzo in avanti con annesso aumento  delle difficoltà e, soprattutto, del livello di rischio. Forse si dovrebbe parlare di “culo d’escursionismo extreme”. Il campo di battaglia lo decidiamo all’ultimo, in macchina mentre risaliamo la strada del lago verso Menaggio. Pare che questi siano i posti idilliaci per Laura e che oltre il crinale, nel buco nero della Svizzera, ci sia solo pianto e stridore di denti. Così, parcheggiato il Caddy, ci infiliamo sulla classica mulattiera acciottolata con altrettanto ovvia pendenza da lingua sotto le scarpe perchè, da qualsiasi parte si risalga lungo i sentieri che danno sul lago, questo è il comune denominatore. Per di più la scivolosità del selciato mi ricorda il pavimento cosparso di cera di mia nonna: ottimo per il pattinaggio con le calze, un po’ meno per essere certi di stare in piedi senza rischiare di spezzarsi l’osso del collo. Noi comunque siamo allenati ‘che andiamo a correre circa una volta la settimana in falsopiano e così riusciamo ad evitare di incespicare nella lingua camaleontica attorcigliatasi sulle gambe. [continua]

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Val Verzasca: monte del Corgell (Ticino)

Posted in escursioni on dicembre 25, 2021 by fraclimb

domenica 05 dicembre

Mi fermo di stucco davanti al cartello di divieto d’accesso: e ora che faccio? Secondo la guida dovrei proseguire fino al paese di Corippo e eventualmente parcheggiare lungo la strada: già vedo i morsi alle ruote e la gogna pronta a chiudersi sul mio collo. Faccio manovra valutando se lasciare l’auto in corrispondenza dell’ampia curva non si possa poi tradurre con una condanna in un campo di lavori forzati e, codardi, alla fine optiamo per cercare un parcheggio sulla cantonale. Così eccoci a scrutare il lato strada e il conta chilometri che macina decine di metri prima di riuscire a trovare uno slargo sufficiente per parcheggiare e mettere la prima X sulla lista delle cose da fare. La seconda forse è anche peggio: passare dai +20 dell’abitacolo al gelo polare dell’esterno. Rimpiango la cara vecchia Punto: senza il sensore della temperatura non si aveva idea di quanto si sarebbe dovuto precipitare, una volta aperta la portiera, prima di rimettere i piedi sulla colonnina di mercurio. Il freddo però non è sempre del tutto negativo: almeno ci obbliga a impostare un semi-turbo lungo il nastro d’asfalto che ci riporta al cartello, quindi al ponte e, finalmente, all’inizio del sentiero che funge da scorciatoia per raggiungere Corippo. Poi arriva il sole e i bastoncini Findus delle nostre dita iniziano a scongelarsi. Corippo è un minuscolo agglomerato di case avvinghiate le une sulle altre come a volersi tener caldo: strisciamo tra i viottoli per poi raggiungere il pendio che si impenna dietro il villaggio, una specie di sigaro arrotondato che sale sempre più ripido verso il cielo blu. Inizia così la nostra lenta marcia seguendo il sentiero a zig-zag che ci porta nel bosco soprastante. In giro non c’è anima viva, sarà forse per la stagione o per la meta non particolarmente famosa ma, tutto sommato, la solitudine non mi dispiace affatto. Il bosco di betulle si sostituisce a quello di castagni ma la pendenza quella no, quella resta sempre costante. Probabilmente in altre circostanze avrei parlato di “salita della morte” ma, forse per il ritmo posato, ora si limita solo a raggiungere il grado di “salita della sincope”! [continua]

Riviera di levante: lago di Bargone e passo del Bocco di Bargone (Genova)

Posted in escursioni on dicembre 8, 2021 by fraclimb

sabato 06 novembre

Siamo all’imbocco della stradina con un fottuto ritardo sulla tabella di marcia per colpa di una serie di entra-esci e avanti-indietro in autostrada prima di raggiungere Sestri Levante. C’ho già il cuore in gola e il velo scuro della notte certo non aiuta ad abbassare il battito del muscolo che in questo frangente, chiuso in auto, dovrebbe seguire i passi strascicati di un liscio mentre mi pare di trovarmi davanti al subwoofer di una discoteca! D’altra parte in testa rimbombano ancora le parole terrifiche del proprietario: “mi raccomando, arrivate con la luce!”. Gli rispondo minimizzante col sorriso ancora sulle labbra: “Mi spiace, ma non riusciamo: arriveremo verso le 20:30” e allora l’interlocutore inizia a tuonare, tipo l’orco di Pollicino: “No! Assolutamente no! Dovete per forza arrivare con la luce!” mancano solo le storie di streghe e folletti o di qualche maniaco di coppiette appartate e avremmo la ciliegina. Io però faccio il duro e continuo: “Guardi” provo a spiegare “partiremo da Parma non prima della 17, ci è proprio impossibile arrivare prima…”. Cala il silenzio, dall’altoparlante soffia solo il respiro del mio interlocutore che alla fine, rassegnato, chiude la comunicazione con un laconico e poco convinto “Ok”. E ora siamo alla resa dei conti: come sarà questa fantomatica mulattiera? Sarà la strada da terrore di cui qualcuno scrive su Tripadvisor? O un nonnulla in confronto all’accesso al Ratikon o ad un paio di stradine fatte quest’estate in Croazia? Accendo gli abbaglianti e parto: la mulattiera inizia ripida e stretta ma nulla di particolarmente trascendentale. Così finisce che una volta arrivati all’agriturismo delle Sorgenti del Gromolo l’unica cosa che turba il silenzio della notte è il Caddy col suo rombo e i suoi fari oltre al nostro andare avanti e indietro per capire dove poter posteggiare. [continua]

Sottoceneri: monte Boglia (Ticino)

Posted in escursioni on ottobre 30, 2021 by fraclimb

sabato 09 ottobre

Armeggio con la macchinetta del parchimetro cercando di scaricare la app per il pagamento visto che con me non ho nemmeno una moneta ma il cellulare non ne vuole sapere di connettersi alla rete. Tutta questa tecnologia mi fa diventare matto e, alla fine, per la centesima volta, la mia natura da caiano anni ‘30 si prende l’ennesimo smacco. Torno all’auto con la coda tra le gambe rimuginando se spostarci verso la vicina Italia o rischiare di dilapidare la futura tredicesima in un multone epocale per mancato pagamento del parcheggio quando la Jo scopre di avere un gruzzoletto metallico nel portafogli. Questa almeno è fatta, ora però dobbiamo metterci in moto perchè qui l’aria è frizzante come la Perrier! Usciamo così dal paese, ci facciamo sedurre da alcune castagne e poi siamo al primo enigmatico bivio: pare che la cima sia a destra ma, contemporaneamente, anche a sinistra così finisce che optiamo per la prima direzione per poi sbagliare qualche cosa e ritrovarci sull’altro sentiero. Poco importa, in fondo da qualche parte stiamo pur sempre andando! Passiamo così oltre il Sasso Rosso (un’altra cima simile al Nuvolone, buona solo per mettere una X sulle vette raggiunte) e, poco oltre, raggiungiamo l’anticima del monte Boglia. Siamo a picco sul lago di Lugano ma il panorama gioca al vedo non vedo con le nuvole. [continua]

Triangolo Lariano: monte Nuvolone (Como)

Posted in escursioni on ottobre 6, 2021 by fraclimb

sabato 25 settembre

Dire che la meta è il viaggio è un’ovvia banalità. Se poi l’obiettivo finale è una cima talmente insignificante da rendersi conto di averla raggiunta solo perchè ci si trova il cartello indicatore, la frase assume un valore ancora più scontato. Ma non è finita qui: perchè ad andare con la Jo la meta della guida può rischiare di diventare un miraggio irraggiungibile anche se, ad onore del vero, ultimamente riusciamo a raggiungere quello che per il mio istinto caiano è la massima elevazione fisica e spirituale: solito ragionamento da posseduto dell’aquila ma, per me, il viaggio ha si un senso, a volte anche sostanziale ma l’obiettivo finale resta comunque la ciliegina sulla torta. Per esempio, al Gervasutti, lo scappare dal temporale è quello che mi è rimasto più impresso, che ha dato quel quid in più alla salita (un po’ come il diedro della Niedermann) però la vetta è rimasta là intonsa e i bollini non ce li siamo mica meritati. Se però nel viaggio si incontra qualcosa di veramente meritevole, a quel punto tutto può cambiare e, in questo, il füngiatt è forse la massima espressione.

Andiamo a dormire senza sapere dove gozzoviglieremo l’indomani (perchè il cammino è la disco del caiano): tanto avrò tutto il tempo di sfogliare il libercolo mentre Morfeo si deciderà a staccarsi dalla Jo. Comincio ad essere anche un po’ geloso: un giorno o l’altro dovrò decidermi a farci quattro chiacchiere. Solo che, come le ciambelle non sempre escono col buco (fatto che per il sottoscritto letteralmente parlando sarebbe un valore aggiunto), questa volta è la Jo a svegliarmi. E a quel punto il programma salta. [continua]

Val Leventina: capanna Gana Rossa (Ticino)

Posted in escursioni on ottobre 2, 2021 by fraclimb

domenica 12 settembre

Spalanco la portiera dell’auto e l’unica cosa che riesco a fare è maledirmi: stessa situazione dell’alpe Fiorina, un gelo semi polare mi avvolge mentre penso a quello che mi sono portato, un paio di braghette e il pile perchè da noi si schiatta ancora di caldo ma qui il soggiorno dell’estate sembra già un lontano ricordo. Mi rintano nuovamente al calduccio con la Jo che mi guarda preoccupata: “No, niente: c’è solo un filo d’arietta. Ma poi vedrai che passa”. Già, ottima tecnica per persuadere una che non disdegna il piumone anche d’estate. Ci riprovo e ora sembra andare un po’ meglio: tanto poi, camminando, ci si scalda, lo sanno pure i sassi; il segreto è quello di non fermarsi mai! Per il resto conto sul sole e sul fatto che saremo esposti a sud per tutta la giornata e così, forza e coraggio, iniziamo la nostra gita domenicale. Mi sono sempre piaciuti i giri ad anello: cosa banale, è un po’ come dire che il gelato al cioccolato è molto gustoso. Col giro ad anello si sale da una parte e si scende dall’altra e, a volte, anche dal punto di vista psicologico non è poi così male: per esempio quando all’andata si è affrontato un vallone infinito e alla prospettiva di rifarlo in discesa viene voglia di restare dove si è. È quello che capita ad andare alla capanna Como, sopra Dongo. Forse è anche per quello che non ho ancora proposto l’azzardo alla Jo. Anche oggi sarà così: si sale da una parte e si ritorna dall’altra. Anzi, oggi abbiamo pure la possibilità di rientrare da un tracciato più breve ma meno avventuroso. Ovvio che io abbia optato per quello più impegnativo con il sentiero che, stando alla guida, per un certo tratto non è ben chiaro dove vada a finire. Un po’ come l’acqua in certi posti: sparisce da sotto i piedi per poi ricomparire poco più in là, come se qualcuno l’avesse cancellata. Poi sicuramente finirà che maledirò la scelta ma, al momento, mi sembra quella più intrigante. [continua]

Valle di Blenio: capanna Biasagn (Ticino)

Posted in escursioni on settembre 27, 2021 by fraclimb

domenica 05 settembre

Torniamo in Svizzera: da una parte devo placare la lunga astinenza dal vicinissimo parco di divertimenti caiano, dall’altra mi sono impoltronito e se già organizzazione e pianificazione non mi sono mai state simpatiche, ora forse è anche peggio e di mettermi a guardare dove andare, proprio non ne ho voglia. Io esco e vado. Punto. Dove? Boh! Chi lo sa? Ma siccome questo principio porta solo a finire nei soliti posti, di norma la sera cedo a tutto e inizio a sfogliare uno dei tanti vangeli. Questa volta però no: tra una cosa e l’altra andiamo a dormire che non sappiamo nemmeno cosa faremo l’indomani (sacrilegio!) e così è solo al mattino che mi metto a sfogliare il libercolo sperando che la prof mi lasci il tempo minimo per appiccicarmi qualche informazione prima dell’interrogazione. L’oracolo parla e noi andiamo in val Malvaglia, località dal nome poco invitante ma in cui, all’epoca dei protozoi, ero stato con l’alpinismo giovanile. Di quell’escursione ricordo solo la strada: un nastro d’asfalto costruito da una schiera di scozzesi con il quantitativo minimo sufficiente per non far uscire le ruote dell’auto dalla carreggiata. Per il resto i ricordi si mischiano a quelli di altre gite col risultato che la tavolozza è un subbuglio di immagini e idee totalmente indecifrabile. Il Caddy corre così (o meglio sarebbe dire “tentenna”) su per la salita che sembra una gettata su un mare increspato finchè la montagna si erge ripida e verticale come una muraglia. Ho la sensazione di essere sotto il Pelmo: lo so, non centra assolutamente nulla (tutto altro genere litologico) eppure la forma del Piz di Strega (cima che prima o poi dovrò salire) ha un che di rassomigliante con la più nota vetta dolomitica. La Jo parte: sale su per il sentiero e, una dietro l’altra, si lascia dietro le case dei tre piccoli abitati incollati sui dirupi del versante. Siamo a picco sopra il solco della valle che si inabissa sotto i nostri piedi e, dopo la gita alla valle del Salto, finalmente lo sguardo spazia oltre l’albero successivo mentre i monti selvaggi fanno da cinta al panorama. [continua]

Valle Maggia: valle del Salto (Ticino)

Posted in escursioni on settembre 22, 2021 by fraclimb

domenica 29 agosto

“Il problema di Palermo è il traffico”; il problema della Svizzera sono i limiti di velocità. Guidare in terra elvetica è estenuante e stressante come per una gazzella attraversare la savana che pullula di leoni; e, più o meno, la fine che puoi fare è quasi la stessa. Devi prestare attenzione ai limiti che sono ondivaghi ma non costanti: una specie di selva oscura dove il cartello dal cerchio rosso può fare capolino all’improvviso e, subito dopo, ti trovi il fotografo con la sedia elettrica già accesa. L’unica soluzione è dimenticare che esista il pedale dell’acceleratore e confidare in tutti i sensi per non cadere nella trappola. Nonostante questo, ho proprio voglia di uscire dal territorio nazionale: oramai è più di un anno che non metto il naso oltre Chiasso; così sfoglio la guida (ovviamente all’ultimo) provando a cercare una gita che risponda a tutti i requisiti: posto vicino (perchè la partenza è agli antipodi del dettato caiano) ma non troppo (se no finisce che si va sempre nei soliti posti), dislivello contenuto ma percorso piacevole e, preferibilmente, ad anello. Il risultato è che ora mi trovo l’armadio pieno di libri sulle passeggiate dell’arco alpino centrale. Così oggi puntiamo alla val Maggia: mi prendo il Valium e mi metto al volante, un occhio puntato al tachimetro, l’altro al lato destro dell’autostrada in costante ricerca del maledetto cartello. Arrivare all’imbocco della valle mi ricorda i tempi andati, quando, in pieno inverno, rischiavi comunque di friggere sulle placconate mitragliate di spit: primi ad arrivare ed ultimi ad andarsene con in tasca una misera vietta di una manciata di tiri. Superiamo le zone d’arrampicata e, poco oltre, siamo in caccia del parcheggio ma, soprattutto, dell’imbocco del sentiero. Idealmente dovrebbe essere facile ma districarsi nel dedalo di stradine e casupole di Maggia ci catapulta in una specie di piccolo labirinto da cui usciamo sfoderando il fiuto caiano ma, soprattutto, una pianta in scala 1:1 del paese. [continua]

Triangolo Lariano: bocchetta di Palanzo e pizzo dell’Asino (Como)

Posted in escursioni on giugno 17, 2021 by fraclimb

domenica 13 giugno

Il programma domenicale lo decidiamo direttamente al mattino dopo una sveglia non propriamente caiana. Così lascio girare un attimo le rotelle e, non so perchè, mi balza in mente Palanzo e un giro in bici di alcuni anni fa. L’ipotesi (e la speranza) è che l’esposizione giochi a nostro favore tenendoci al riparo da un caldo fottuto che sembra scoppiato all’improvviso come se fosse stato aperto l’altoforno di un’acciaieria. L’idea in effetti sarebbe anche buona se, invece di partire a camminare poco prima delle 11, avessimo iniziato almeno un paio d’ore prima o, come suggerisce la Jo, verso le 5 del mattino. Potrei tenerlo a mente per la prossima volta!
Passare così tra le case in pietra e il selciato delle rampe di Palanzo mi fa venire in mente una bella bistecca alla piastra solo che ora faccio io le veci del pezzo di carne! Per di più, se si aggiunge che le salite si potrebbero facilmente affrontare a quattro zampe senza doversi abbassare troppo al terreno, ne viene fuori un perfetto preludio per una serie ripetuta di infarti. A questo punto la mia unica speranza ricade nel bosco dove, in effetti, la mulattiera si infila immediatamente una volta passata l’ultima abitazione quasi come se agognasse pure lei l’ombra delle piante. Per il resto però il percorso non mostra alcuna pietà: fino a metà circa la salita si inerpica senza darci tregua con l’unico vantaggio che l’altimetro schizza verso l’alto come fosse a bordo di un razzo. [continua]

Val Menaggio: alpe Fiorina e bocchetta di Regagno (Como)

Posted in escursioni on giugno 14, 2021 by fraclimb

mercoledì 02 giugno

Avevo immaginato che la strada sarebbe stata un po’ tortuosa (d’altra parte siamo vicini alla val Cavargna) ma non mi aspettavo una simile sequenza di curve e curvette tali da rischiare l’epicondilite al gomito per il continuo girare del volante. Sul limite dell’infortunio dal troppo tirar plastica e con la Jo nelle stesse condizioni dopo una traversata del Pacifico su un guscio di noce, arriviamo così a Seghebbia dove termina la strada e dove il lockdown sembra una condizione perenne e normale. Balzo fuori dall’auto in braghette e maglietta rendendo facile il gioco all’arietta che si diverte a prendermi a schiaffi mentre la Jo, crogiolandosi nel suo pile, si congratula con il sottoscritto che, dopo millenni ad andare per monti, non ha ancora capito che qualcosa di pesante sia sempre meglio infilarlo nello zaino. Tengo duro facendo l’impassibile e confidando che il movimento sia un mio alleato e, soprattutto, che le previsioni non mi lascino a piedi. Così carico la zainetto e iniziamo a camminare lungo la strada appena percorsa fino a raggiungere l’imbocco del sentiero, una mulattiera che si perde nel mare verde di un prato che chiama “zecca, zecca, zecca!” come un mantra a ripetizione. Mi tuffo nell’erba, Jolanda a seguire, sperando che il mio abbigliamento non favorisca troppo i piccoli insetti ma alla fine delle draculiane sanguisughe nemmeno l’ombra. [continua]