Archivio per ottobre, 2020

Valsassina: monte due Mani e Zucco di Desio (Lecco)

Posted in escursioni on ottobre 30, 2020 by fraclimb

domenica 25 ottobre

Decidere dove andare ad onorare l’aquila del sodalizio solitamente è la cosa più complessa di tutto il fine settimana: affondo nel divano guida alla mano, la apro a caso e, ZAC, ecco trovato! Domenica si va al monte due Mani! Mi scardino dai cuscini e, raggiante, comunico la lieta notizia alla Jo che già si figura un folle che manca solo vada a dormire con lo zaino e le scarpe da trekking per poi scattare sull’attenti appena la sveglia osa accennare il primo trillo. In realtà, per una volta, non va proprio così: non faccio lo scatto del centometrista ma certo non mi perdo in giuggiole per poi trovarmi davanti ai fornelli a scaldare l’acqua per il tè, massima prova culinaria per la colazione che il sottoscritto possa imbastire.

Intanto, a guardare il cielo, verrebbe voglia di domandarsi perchè cavolo il gene caiano non si prenda un periodo di vacanza visto che le tinte celesti virano nello spettro del grigio come se fossimo in una foto in bianco e nero però noi (o per lo meno io) ce ne freghiamo e ci catapultiamo in quel di Lecco. Il tunnel del Barro è una specie di viatico per un altro mondo: sta come il Gottardo alle differenze meteorologiche tra sud e nord delle Alpi. Sgusciati dalla galleria infatti ci troviamo davanti ad un incredibile cielo abbondantemente terso: potrei fare il gallo e uscire con la classica “vedi amore? Lo sapevo: l’ho prenotato per te!” ma mi risparmio la battuta commentando con un più onesto e veritiero “che culo!”. In Valsassina la situazione è anche meglio ma, quando arriviamo nella zona dove dovrebbe partire il sentiero e iniziamo a girovagare prima di trovare un posto per la macchina, già le prime nuvole iniziano a coprire come una macchia d’olio la tavolozza azzurra. Decisamente avrei potuto spendere mezzo euro in più di prenotazione! [continua]

Scoglio delle Metamorfosi: Luna Nascente (val di Mello)

Posted in vie alpinistiche su roccia on ottobre 15, 2020 by fraclimb

sabato 10 ottobre

Se c’è una certezza matematica è che i crucchi arrampicatoriamente parlando si dividono in due gruppi: o sono in uno o sono nell’altro, la via di mezzo non esiste. Il primo gruppo è quello dei cavalli: lì ci sono quelli super forti che a vederli scalare ci si sente una pippa. Nel secondo gruppo invece ci sono i “neofiti”, una specie di surrogato del caiano teutonico rimasto ad uno stadio tecnologico da Neanderthal che usa ancora l’otto e cui trema il piedino quando è ancora sotto il limite umano. Fin qui nulla di strano o disdegnevole (a parte l’abominio dell’otto): in fondo con un solido V+ e A0 si fanno quasi tutte le classiche. Il problema è che questi ultimi, non è raro trovarseli su vie per coloro che stanno nel mezzo, categoria che però tra i tedeschi semplicemente non esiste. Poi, da buoni caiani (teutonici), questi arrivano all’attacco ad orari improponibili perchè impiegheranno l’intera giornata per risolvere una manciata di tiri col risultato che, dietro le loro chiappe, si forma la coda da esodo estivo con relativo proliferare di smadonnamenti che certo non giova alla salubre crescita della fauna locale. Ovviamente noi su Luna troviamo una cordata di quest’ultima specie.

Tutto inizia quando il Walter mi chiede se abbia voglia di fare qualcosa nel fine settimana: domanda dalla risposta più che scontata. Ricevo via libera da Jolanda (cosa per altro per nulla complicata) e propongo di andare a spaccarci a Mezzegra. Walter ribatte col Lomasti col risultato che sprango la porta con doppia mandata e rilancio con la prima alternativa che mi passa per la testa: Luna Nascente. L’amico sembra ben disposto e così sabato mattina siamo davanti al parchimetro per la val di Mello a firmare il mutuo per il biglietto d’accesso; è evidente che io stia irrimediabilmente invecchiando: una volta non avrei mai e poi mai accettato di pagare ben 10 euro per risparmiare 15 minuti di passeggiata! Ci troviamo quindi con i nostri zainetti minimalisti a pochi passi dal Gatto Rosso col Walter che si assicura che “non faremo la corsa come alla Molteni”: no, certo, non abbiamo né gli zaini da caianesimo extreme né i bastoncini! Infatti mi ritrovo in tale carenza di ossigeno da immaginare che allo Scoglio saremo da soli e che poi potremmo proseguire in un poco logico concatenamento Luna-Kunda o, forse meglio, Luna-Lini! [continua]

Badile: via Molteni (val masino, Sondrio)

Posted in vie alpinistiche su roccia on ottobre 3, 2020 by fraclimb

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FOTO

sabato 19 settembre

Io: – Amore, esco a prendere le sigarette –

Jo: – Eh? Si… Ok… Le sigarette… – e si rituffa nel più profondo sonno.

LE SIGARETTE?!? La Jo si sveglia di soprassalto: ma lui non fuma! Oh mio dio: ha l’amante! Esce di casa, vola giù per le scale e entra in cantina; scarpette, moschettoni, friend, cordini: manca tutto! Ha ripreso… Maledetta aquila caiana!

I fari del Caddy fendono il buio della foresta della val Masino che, fino ad un attimo prima, si godeva gli ultimi attimi che precedono l’alba; arriva il parcheggio gratuito, prima del ponte sul fiume, ma noi ce ne freghiamo e andiamo oltre: voglio essere il più vicino possibile al sentiero per la Gianetti. Superiamo anche la struttura delle terme e ci fermiamo poco dopo, sotto gli abeti perchè, sostanzialmente, non possiamo proseguire. Apro la portiera aspettandomi di venire preso a schiaffi dall’aria della prima mattina e, invece, fuori fa quasi caldo e la cosa non mi dispiace affatto: forse non rischieremo di rimanere appiccicati sulle rocce della Molteni come la lingua quando si lecca una superficie gelata. Per il momento comunque il problema resta un altro: non imboccare il sentiero per la Omio come per un attimo pare intenzionato fare il Walter e, soprattutto, evitare di ingarbugliarsi con i sassi del sentiero visto che il lumicino rachitico che mi ostino a chiamare “pila frontale” fa la stessa luce di un accendino. Il fatto però ha degli indubbi risvolti positivi: in questo modo (cioè vedendo poco più di una cippa di niente) non mi rendo conto del sentiero che passa sotto le scarpe e così i primi tornanti scorrono quasi come se nulla fosse. Dopo un paio d’orette di tranquilla passeggiata, siamo fuori dal rifugio con la lingua che striscia per terra cercando di recuperare il muscolo cardiaco che saltella di qua e di là sul selciato. Davanti si staglia la mole del Badile, il nostro obiettivo. La proposta del Walter era decisamente irrinunciabile: salirlo in giornata da casa per la Molteni. Praticamente ha riattivato gli istinti repressi, ha trovato la chiave (non che ci volesse molto) per caricarmi. E ora sono qui, ad ammirare questa muraglia prima che la corsa riprenda il suo giro per depositarci dietro le chiappe di una cordata del varesotto. [continua]