domenica 11 giugno
Quando mi arriva il messaggio del Dani per domenica sto cercando meccanicamente di mettere insieme i pezzi dell’avventura al Cavalcorto. Ho due stuzzicadenti infilati tra le palpebre ma devo assolutamente sistemare lo zaino se non voglio trovarmi con una bomba batteriologica ad elevato potenziale e l’idea di andare anche domani a scalare è l’ipotesi più remota che possa passare all’orizzonte. Così declino immediatamente l’invito provocando destabilizzanti reazioni nelle Parche che perdono momentaneamente il bandolo della matassa aggrovigliando tra di loro i fili mentre la terza si taglia il dito con la forbice; la reazione istintiva però ha vita decisamente breve morendo appena premo l’invio del messaggio: non sono infatti capace di starmene svaccato a fare la larva sul divano così provo subito a recuperare il potenziale disastro mentre il lato caiano della mia personalità bipolare riprende il controllo della situazione. Praticamente sto sprofondando nel mondo di Morfeo quando finalmente chiudo il cerchio del programma domenicale con la prospettiva di un’arrampicata ai Campelli, in completa antitesi con il sabato e, soprattutto, con la mia ferrea etica caiana: prima funivia, breve avvicinamento e poi la via mitragliata dai resinati su difficoltà più che abbordabili. Insomma, una salita plaisir che provoca l’immediata perdita dei bollini accumulati ieri!
Per cercare poi di non dover scalare sopra le teste di chi ci precede, il Dani parte in quarta su per la mulattiera mentre io brucio il fondo della benzina trascinandomi verso l’ammasso di nuvole dove dovrebbe trovarsi la parete: solo il clima sembra assecondare le aspettative dell’aquila, posto che si riesca a sbattere il muso contro la parete!
La corsa comunque sortisce l’effetto sperato permettendoci di anticipare una comitiva e evitandoci così una noiosa attesa all’attacco della Comune ma, sopratutto, scampandoci dalla possibilità di essere la casa base degli eventuali proiettili che dovessero spedirci contro. Manteniamo ancora accesa la modalità razzo mentre scaliamo senza il piacevole assillo dovuto alla ricerca dell’itinerario per poi ricadere nella completa solitudine quando arriviamo all’attacco della Gami 2. [continua]