sabato 12 febbraio
Voglio essere certo di una sola cosa e non tardo a far partecipe Cece della mia volontà: voglio tirare, ma non solo i rinvii; almeno una lunghezza la voglio salire da primo.
Sono con Cece e Luca, mentre Ema e Fabio formano la seconda cordata. Se ci fosse anche Colo, completeremmo il sestetto caiano per eccellenza.
A San Martino il sole è latitante: se ne sta dietro le montagne, pigro in attesa di sollevarsi quel tanto necessario per illuminare le pareti della valle. Così noi pattiniamo all’ombra mentre ci avviciniamo al testone del Precipizio. Abbiamo materiale sufficiente per una spedizione pesante al Capitan o, se preferiamo, per aprire un negozio di ferraglia da montagna. Tra corde, rinvii, cordini, moschettoni, friend, dadi, chiodi, cliff (non si sa mai!) e un solo martello facciamo la nostra bella figura di acronistici scalatori. I copperhead li lasciamo in macchina: tecnologia troppo moderna. Ma del resto anche l’obiettivo è di quelli d’altri tempi, da archeologia dell’arrampicata mellica. Una delle prime vie salite in valle e forse anche una delle prime di cui ci si è scordata l’esistenza. Sarà per la presenza di vicine più blasonate, sarà per il suo percorso, fatto sta che cinque perdigiorno rivolgono le loro attenzioni alla bistratta Cerchio di Gesso. [continua]