sabato 08 giugno
È già arrivato l’autunno e mi devo essere perso l’estate da qualche parte! Questo è il primo pensiero quando il bosco si presenta, in uno spettacolo spaventosamente intrigante, come un tappeto maculato verde e ruggine.
Siamo diretti al Bietti dopo che un complicato calcolo delle probabilità soppesato con condizioni meteo e possibilità di successo (a dire il vero basse per entrambe le mete) hanno decretato il Sasso Cavallo vincente sul Qualido. Così, zaino in spalla, combatto con la chiusura anticipata delle palpebre in attesa di sprofondare nella branda del camerone.
La mattina arriva sempre troppo presto, ma l’adrenalina mi fa scattare come una molla verso la finestra: gli ammassi neri della sera hanno lasciato le montagne senza lasciare cadere nemmeno una goccia e la volta celeste appare offuscata solo in lontananza da una fitta nebbia. Rapidamente saliamo quindi verso la forcella ben consci che, tra poco, le porte del Casinò si apriranno mentre Cesare ci attende roteando nervosamente i dadi tra le mani. Consapevole quindi dell’azzardo, non immagino però che la beffarda Signora in nero possa sferrare un lancio ben prima che l’arbitro fischi, così solo un colpo di fortuna fa si che la sciabolata si limiti a sferzare l’aria mancando di un soffio il bersaglio mentre l’incurante camoscio, che ha fatto precipitare il sasso sfrecciatomi davanti al naso, si allontana dal luogo del misfatto come se nulla fosse. Scampato quindi un potenziale disastroso incidente, mi avvio al tavolo da gioco iniziando la partita che sono solo le 7:30. Lo scientifico strumento del bim-bum-bam decide l’alternanza della cordata così Cece si trova a salire l’instabile zoccolo fino alla sosta mentre il sottoscritto lo osserva allontanarsi da terra: il dado è tratto! [continua]