Archivio per febbraio, 2023

Valle del Gran San Bernardo: Mont de Flassin (Aosta)

Posted in scialpinismo on febbraio 28, 2023 by fraclimb

domenica 05 febbraio

Non ho molta voglia di andare all’uscita in valle d’Aosta, un po’ perchè ho una certa innata ritrosia verso la regione dei 4000 e poi perchè il pullman faccio fatica a tollerarlo, sarà per il suo implicito lato sociale o perchè mi ricorda il liceo o forse perchè poi ci toccherà fermarci alla merenda post sciata che, a volte, ricorda la prova per il pranzo del matrimonio. Eppure ho dato la mia parola e quella è bene che la mantenga perchè poi, per la legge del contrappasso, non vorrei che la cosa mi si ritorcesse contro al prossimo corso d’alpinismo. Così carico il materiale sul torpedone e mi incastro tra i sedili come fossi un pezzo di un puzzle, operazione che non sperimentavo da tempo immemore. Al parcheggio scendiamo nel regno dell’ombra ma, invece di venire presi a schiaffi da un ambiente da cella frigorifera, la colonnina di mercurio addirittura sovrasta il livello dello zero: “non ci sono più gli inverni di una volta” mi viene da pensare e la cosa mi lascia ancora di più sprofondare nell’oscurità perchè mi mette di fronte alla mia veneranda età! La discesa dal pullman poi fa anche un altro effetto, quello dell’apertura della stalla con tanto di occupanti raminghi a chiedersi cosa facciano in quell’imbuto come se non avessero pagato per dover sopportare freddo (ma dove?) e sveglie antelucane (quelle sempre all’ordine del giorno in ogni buon corso caiano che si rispetti). Così vado alla ricerca dei miei allievi e dell’aiuto istruttore per poi dare inizio alla solita pantomima di quello che dovrebbe saperne mentre ci infiliamo nella vallata accodandoci alla transumanza. [continua]

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Valle Spluga: bivacco Cecchini (Sondrio)

Posted in scialpinismo on febbraio 23, 2023 by fraclimb

domenica 29 gennaio

Sto sudando freddo, sono al limite di una crisi di nervi, potrei crollare da un momento all’altro. Mi guardo intorno per quanto la situazione me lo permetta ma mi sembra di essere circondato solo da indifferenza. Nessuno sembra condividere il dramma interiore che sto vivendo. Eppure la situazione non appare così mentalmente estenuante anzi, tutt’altro, sembra quasi idilliaca: siamo in 5 comodamente seduti al calduccio mentre saliamo i tornanti verso Monte Spluga. Eppure gli altri non vedono ciò che fissano incessantemente i miei occhi: la lancetta del carburante alla fine della riserva e il computer di bordo che mi da 0 chilometri di autonomia! La caduta è stata epocale, un crollo vertiginoso: sono entrato in riserva poco dopo Chiavenna e mai avrei pensato che la salita avrebbe prosciugato il serbatoio come un’idrovora. Così ora non vedo l’ora che il maledetto paese si materializzi oltre il parabrezza ma la fila di curve e poi il lago sembrano interminabili. Delicato sull’acceleratore come una farfalla, riesco a portare il Caddy al parcheggio, togliamo scarponi e zaini e iniziamo a prepararci in attesa che la carovana del corso si raggruppi. Praticamente abbiamo colonizzato l’area, occupata come una mandria troppo numerosa rispetto al recinto. Recupero i due allievi e la neo istruttrice (così probabilmente arriviamo a formare l’intero) e poi iniziamo a inseguire il resto della comitiva diretta ad una cima vicina al bivacco Cecchini. Non mi sento propriamente a mio agio: sarà per il pensiero fisso del rientro e della macchina che dovrà muoversi coi vapori del gasolio oppure per il fatto che mi senta un po’ inadeguato a fare l’istruttore di scialpinismo. Ma poi, come spesso capita, qualcosa mi invento: la butto sull’uso di carta e bussola, su quanto questa sia fondamentale in caso di nebbia e su come sia utile per il famigerato schizzo di rotta. Io, ovviamente, lo schizzo non l’ho mai fatto, al massimo a casa guardo di sfuggita la carta e poi si vedrà; figurarsi portarsi dietro la bussola: quella di solito se ne rimane nell’armadio sommersa tra le carte. Eppure con gli allievi si veste un altro abito, quello dell’incoerenza. Almeno in questo, corso di alpinismo, corso di scialpinismo e corso d’arrampicata sportiva sono uguali. [continua]

Sponda occidentale del lago: Crocione da Tremezzo (Como)

Posted in escursioni on febbraio 13, 2023 by fraclimb

sabato 28 gennaio

Una volta avevo pensato di introdurre una nuova disciplina: il “bob d’alpinismo”. Ideale soluzione per risolvere il problema della discesa con gli sci in neve fresca, poi i tempi sono maturati ma soprattutto mi sono modernizzato abbandonando gli sci risalenti alla Guerra Bianca e quell’idea è rimasta una stramberia solo della mia mente. Oggi invece è stato ufficialmente introdotta la variante erbosa che l’Accademia della Crusca ha coraggiosamente battezzato “culo d’escursionismo”. A dire il vero la disciplina è già nota, se non ai più, almeno a molti a giudicare da certe scene che si incontrano sulla Cermenati in Grignetta ma lì siamo ad un livello base, direi neandertaliano mentre ora lo sport ha fatto un deciso balzo in avanti con annesso aumento  delle difficoltà e, soprattutto, del livello di rischio. Forse si dovrebbe parlare di “culo d’escursionismo extreme”. Il campo di battaglia lo decidiamo all’ultimo, in macchina mentre risaliamo la strada del lago verso Menaggio. Pare che questi siano i posti idilliaci per Laura e che oltre il crinale, nel buco nero della Svizzera, ci sia solo pianto e stridore di denti. Così, parcheggiato il Caddy, ci infiliamo sulla classica mulattiera acciottolata con altrettanto ovvia pendenza da lingua sotto le scarpe perchè, da qualsiasi parte si risalga lungo i sentieri che danno sul lago, questo è il comune denominatore. Per di più la scivolosità del selciato mi ricorda il pavimento cosparso di cera di mia nonna: ottimo per il pattinaggio con le calze, un po’ meno per essere certi di stare in piedi senza rischiare di spezzarsi l’osso del collo. Noi comunque siamo allenati ‘che andiamo a correre circa una volta la settimana in falsopiano e così riusciamo ad evitare di incespicare nella lingua camaleontica attorcigliatasi sulle gambe. [continua]