Archive for the scialpinismo Category

Val Bedretto: traversata capanna Cristallina, Poncione val Piana (Ticino)

Posted in scialpinismo on marzo 16, 2023 by fraclimb

domenica 05 marzo

A tratti mi sembra di essere in gara: spella, scendi a fuoco, ripella e sali coi due allievi che spingono come se in cima ci fosse un vassoio di pasticcini e poi ancora giù a ripetere l’operazione. Non avrei mai pensato che un’uscita del corso si sarebbe potuta trasformare in una simile cavalcata che  ricorda un po’ quella di giugno in Dolomiti! E pensare che non avrei nemmeno dovuto partecipare: poi salta fuori che il Tommy ha bisogno, faccio un paio di conti sul giro e alla fine rispondo presente per la domenica. Il Caianesimo si esalta sin dal mattino quando la sveglia suona per permettermi di raggiungere il ritrovo con Massimo alle 4:30: è da tempo che non esco così presto, al cambio turno tra i ragazzi della notte e noi caiani sadomaso per un passaggio di staffetta che resta sempre un simpatico aneddoto. Poi intorno alle 6 le nostre frontali rischiarano una notte tiepida, in linea con la scelta del Generale Inverno di passare il periodo da qualche altra parte mentre gli sci dondolano sullo zaino. Il bosco passa in fretta, più rapidamente della volta del Cristallina, sarà perchè ho smania di arrivare o perchè sono entrato nel loop del garista della domenica, poi quando gli alberi si diradano, i legni iniziano a scivolare su per il pendio. La colazione mancata al rifugio mi rotea in testa insieme al pensiero dei corsisti che se la ronfano sotto ai piumoni poi,  all’inizio del vallone, la capanna si para all’orizzonte: spingo sui polpacci e mangio i metri davanti a me finchè inizio a sentire i primi segni di indigestione. Mi viene voglia di gettare la spugna ma poi qualcosa mi da la spinta finale, divoro quello che resta come avessi un fuoco dentro e arrivo alla prima tappa, quella dell’illusione che tutto sia finito. Dentro il rifugio fa un caldo fotonico, mi sento avviluppare dalla vampa ma forse sono io che sto andando in ebollizione e poi arriva il momento di vestire i panni dell’istruttore o quello del mandriano ignorante. [continua]

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Valle del Livrio: pizzo Meriggio (Sondrio)

Posted in scialpinismo on marzo 11, 2023 by fraclimb

domenica 26 febbraio

Non sono particolarmente in vena di scialpinismo e, a dire il vero, questa è una sensazione che mi accompagna già da diversi weekend così, quando fermiamo le auto davanti ad un pascolo giallo, l’istinto sarebbe quello di fare dietrofront e andare a cercare dove mangiare un bel piatto di pizzoccheri. Eppure, parafrasando qualcuno, “è giorno di lavoro e questo ci tocca!”: sci in spalla (quello che i francesi chiamano “portage”) e ci avviamo alla caccia di quella cosa bianca e fredda che gli antichi chiamavano neve. A dire il vero non camminiamo molto prima di trovarne un quantitativo sufficiente a far scivolare i legni tra un sasso ed una zolla d’erba. Neve tritata, pressata dall’infinito passaggio di mandrie come la nostra con tanto di cerchi blu per segnalare ai corridori della scorsa settimana la presenza di ostacoli. Forse, se avessero segnalato la neve, si sarebbe fatto prima e intanto continuo a chiedermi perchè diavolo non siamo dirottati verso un piatto di polenta e cervo. Poi la strada sparisce, non si sa bene come, e noi finiamo, branco di pecoroni, a infrattarci nel classico bosco orobico che nel giro di due minuti si impenna come una rampa da motocross. Ne usciamo vivi, riprendiamo la stradina e poi ancora su mentre dall’alto qualche timido fiocco arriva a farci compagnia. Evvai che poi si scende nella polvere! La prossima volta potrei raccoglierne un po’ dai mobili di casa così da portare il mio contributo! Il Meriggio se ne sta lassù a osservare il mare di nuvole che sembra foriero di chissà che ma che alla fine si rivelerà poco più di un pallone gonfiato. Superiamo il crinale (per altro uno dei pochi tratti di cui mantengo memoria rispetto la precedente esperienza preistorica) quindi l’ultimo pendio e poi siamo in vetta. [continua]

Valle del Gran San Bernardo: Mont de Flassin (Aosta)

Posted in scialpinismo on febbraio 28, 2023 by fraclimb

domenica 05 febbraio

Non ho molta voglia di andare all’uscita in valle d’Aosta, un po’ perchè ho una certa innata ritrosia verso la regione dei 4000 e poi perchè il pullman faccio fatica a tollerarlo, sarà per il suo implicito lato sociale o perchè mi ricorda il liceo o forse perchè poi ci toccherà fermarci alla merenda post sciata che, a volte, ricorda la prova per il pranzo del matrimonio. Eppure ho dato la mia parola e quella è bene che la mantenga perchè poi, per la legge del contrappasso, non vorrei che la cosa mi si ritorcesse contro al prossimo corso d’alpinismo. Così carico il materiale sul torpedone e mi incastro tra i sedili come fossi un pezzo di un puzzle, operazione che non sperimentavo da tempo immemore. Al parcheggio scendiamo nel regno dell’ombra ma, invece di venire presi a schiaffi da un ambiente da cella frigorifera, la colonnina di mercurio addirittura sovrasta il livello dello zero: “non ci sono più gli inverni di una volta” mi viene da pensare e la cosa mi lascia ancora di più sprofondare nell’oscurità perchè mi mette di fronte alla mia veneranda età! La discesa dal pullman poi fa anche un altro effetto, quello dell’apertura della stalla con tanto di occupanti raminghi a chiedersi cosa facciano in quell’imbuto come se non avessero pagato per dover sopportare freddo (ma dove?) e sveglie antelucane (quelle sempre all’ordine del giorno in ogni buon corso caiano che si rispetti). Così vado alla ricerca dei miei allievi e dell’aiuto istruttore per poi dare inizio alla solita pantomima di quello che dovrebbe saperne mentre ci infiliamo nella vallata accodandoci alla transumanza. [continua]

Valle Spluga: bivacco Cecchini (Sondrio)

Posted in scialpinismo on febbraio 23, 2023 by fraclimb

domenica 29 gennaio

Sto sudando freddo, sono al limite di una crisi di nervi, potrei crollare da un momento all’altro. Mi guardo intorno per quanto la situazione me lo permetta ma mi sembra di essere circondato solo da indifferenza. Nessuno sembra condividere il dramma interiore che sto vivendo. Eppure la situazione non appare così mentalmente estenuante anzi, tutt’altro, sembra quasi idilliaca: siamo in 5 comodamente seduti al calduccio mentre saliamo i tornanti verso Monte Spluga. Eppure gli altri non vedono ciò che fissano incessantemente i miei occhi: la lancetta del carburante alla fine della riserva e il computer di bordo che mi da 0 chilometri di autonomia! La caduta è stata epocale, un crollo vertiginoso: sono entrato in riserva poco dopo Chiavenna e mai avrei pensato che la salita avrebbe prosciugato il serbatoio come un’idrovora. Così ora non vedo l’ora che il maledetto paese si materializzi oltre il parabrezza ma la fila di curve e poi il lago sembrano interminabili. Delicato sull’acceleratore come una farfalla, riesco a portare il Caddy al parcheggio, togliamo scarponi e zaini e iniziamo a prepararci in attesa che la carovana del corso si raggruppi. Praticamente abbiamo colonizzato l’area, occupata come una mandria troppo numerosa rispetto al recinto. Recupero i due allievi e la neo istruttrice (così probabilmente arriviamo a formare l’intero) e poi iniziamo a inseguire il resto della comitiva diretta ad una cima vicina al bivacco Cecchini. Non mi sento propriamente a mio agio: sarà per il pensiero fisso del rientro e della macchina che dovrà muoversi coi vapori del gasolio oppure per il fatto che mi senta un po’ inadeguato a fare l’istruttore di scialpinismo. Ma poi, come spesso capita, qualcosa mi invento: la butto sull’uso di carta e bussola, su quanto questa sia fondamentale in caso di nebbia e su come sia utile per il famigerato schizzo di rotta. Io, ovviamente, lo schizzo non l’ho mai fatto, al massimo a casa guardo di sfuggita la carta e poi si vedrà; figurarsi portarsi dietro la bussola: quella di solito se ne rimane nell’armadio sommersa tra le carte. Eppure con gli allievi si veste un altro abito, quello dell’incoerenza. Almeno in questo, corso di alpinismo, corso di scialpinismo e corso d’arrampicata sportiva sono uguali. [continua]

Val Gerola: monte di Salmurano (Sondrio)

Posted in scialpinismo on gennaio 26, 2023 by fraclimb

sabato 14 gennaio

Potrebbe essere la resa dei conti, la differenza tra la vita e la morte dello scialpinismo. Così salgo sul ring delle responsabilità a farmi prendere a cazzotti dall’ignoto e, quando questo ha finito, dal compagno con la maglietta “dubbi”. Eppure il mio cervello, allenatore da strapazzo con l’abilità nell’illudermi che la soluzione sia sempre semplice e che comunque “poi si vedrà”, mi aveva tranquillizzato: risalite le piste, vi fate una bella sciata e vedrai che tutto filerà liscio. Solo che quello non ha tenuto conto dell’imprevisto, il tranello di cui l’ignoto fa uso ed abuso: l’apertura degli impianti! Mi arrovello a cercare informazioni su internet ma, chissà perché, a volte cercare qualcosa sulla rete è come pretendere di individuare il fatidico ago nel pagliaio. Così provo col caro e vecchio telefono ma dall’altro lato mi risponde solo un laconico TUUUUU. Mi metto davanti allo specchio e mi convinco che presto i nodi verranno al pettine. Ora è solo necessario indorare la pillola e scaricare la colpa su qualcun altro: “Hanno aperto gli impianti… Non possiamo risalire le piste… C’è una gita semplice…”. Forse sono parole che servono a convincere più il sottoscritto che le due Laura ma tantè. Almeno all’inizio la fortuna sembra aiutarmi, perché questa non è vero che aiuti gli audaci ma, piuttosto, chi va in giro a casaccio che non è detto sia sempre la stessa cosa. Prendiamo la mulattiera col sottoscritto che spera poi di riuscire a scendere dalle piste e forse le Laura si convincono un po’ di quello che dico. Male, malissimo! Poi la stradina piega a sinistra e noi abbandoniamo ogni speranza di poter ridiscendere dalla nera. Il gioco al momento però non sembra particolarmente duro: il pendio si allunga più in orizzontale che in verticale e così, pigramente, ci avviciniamo sempre più alla vetta. In effetti il ritmo è da scampagnata dell’oratorio ma, del resto, non vedo buone ragioni per trasformare questo salto nel buio in una disperata rincorsa di un rovinoso disastro. Meglio salire in tutta calma, snocciolare pillole di saggezza come se ne sapessi effettivamente qualcosa e intano pensare a dove sarà meglio scendere. [continua]

Val Bedretto: piz Cristallina (Ticino)

Posted in scialpinismo on gennaio 24, 2023 by fraclimb

sabato 17 dicembre

Il motore è caldo e rodato e la fame si fa sentire sempre più feroce; è come un mulinello che vorticosamente si trasforma in uragano: da qualche parte bisogna farlo pur sfogare. Così riprovo a convincere il Walter ad andare al Cristallina dopo l’esperienza del Gradinagia e alla fine lui cede (prima o poi riuscirò a convincerlo anche a provare una certa via in Medale ma questa, forse, sarà un’altra storia) mettendo però i puntini sulle “i”: “vengo ma si sale con calma!” Non capisco a cosa l’ammonimento si possa riferire soprattutto visto che in altre occasioni ho dovuto sputare sangue dietro le sue chiappe però, giuro giuretto, terrò a freno l’istinto. La traccia nel bosco mi sembra eccessivamente dispersiva: gira in tondo senza arrivare al punto un po’ come quando si annaspa alla ricerca di una risposta che non si conosce. Poi il bosco finisce e noi ci addentriamo nella valle, una fenditura che si insinua tra le cime costellata di massi e che sembra nascondere un piccolo paradiso per il boulder. Un raggio di sole scongela le nostre sinapsi e il Walter si ricorda del suggerimento del Tommy: “potremmo scendere dalla val Cassinello; solo che dovremmo ripellare per poco più di 100 metri”. Ci penso un po’: perché no? In fondo una risalita ci può stare e poi cosa sono 100 metri? Un nonnulla, una goccia nel mare. A volte però la goccia è quella che fa traboccare il vaso: non mi viene in mente e acconsento all’idea anche perché il ritorno dalla valle dei blocchi si prospetta come una racchettata senza fine. Al momento ci godiamo il secondo raggio di sole davanti la capanna mentre il pendio che sale alla vetta giace illibato: al rientro ci penseremo poi. Un occhio alla carta e uno al terreno e poi parto tagliando il pendio. La soluzione non sembra un’idea geniale ma oramai ci sono dentro: mi sincero che il Walter mi veda e poi inizio a tracciare. Ancora una volta le paturnie sono ben superiori alla realtà e io mi ritrovo sano e salvo nel circo finale del Cristallina. [continua]

Val Bedretto: Grandinagia (Ticino)

Posted in scialpinismo on gennaio 24, 2023 by fraclimb

sabato 10 dicembre

Tecnicamente sono già alla terza uscita dell’anno ma difficilmente potrei sostenere di avere fatto altrettante scialpinistiche. Dopo il Ritzberg infatti ho avuto l’ideona di provare la capanna Corno Gries in Bedretto, un po’ perché di neve in giro non è che ce ne sia così tanta e un po’ per le limitazioni della gita sociale dei neofiti. L’obiettivo era quello di dare un assaggio della disciplina sperando di non trasformarlo nell’ultima esperienza di scialpinismo, tenendo poi bene a mente che il bollettino prometteva un bel 3 un po’ da ogni parte e, non ultimo, cercare di evitare di passare troppo tempo seduti in macchina. Insomma, una bella sfida per quella manciata di neuroni ancora in grado di lavorare che mi ritrovo nella scatola cranica. Da qui la brillante idea di raggiungere il rifugio, rinvigorita dal potenziale optional di infilarsi nel locale invernale per consumare il pranzo. Unico neo della gita (oltre al fatto che di sole ne abbiamo visto quanto quello che si becca sotto il tunnel del Bianco) è che se quello si definisce scialpinismo io, scarpone, potrei arrogarmi il diritto di giocare a pallone meglio di Messi.

Ancora una volta poi mi sembra di sopportare meno bene il freddo: sarà forse che nell’ultimo periodo, tra una cosa e l’altra, ho tirato un po’ i remi del caianesimo in barca ma è anche vero che l’allenamento col termostato di casa dovrebbe dare i suoi frutti. Mi sento però in forma e così inizio a mangiarmi la salita e, al contempo, filosofeggio sulle domande esistenziali dello scialpinista: ma da questo bosco dove diavolo scenderemo? [continua]

Valle Maggia: Ritzberg (Ticino)

Posted in scialpinismo on gennaio 24, 2023 by fraclimb

mercoledì 07 dicembre

Sto invecchiando, mi sembra evidente: scendo dalla macchina e il signor inverno mi tira quattro manrovesci che per poco non mi stendono. Eppure il termometro dell’auto non era così pessimista, con l’asticella non molto lontana dal livello zero il cui raggiungimento ora mi sembra complicato come sognare la sufficienza in una versione di greco. Non mi resta che anticipare il Carnevale, coprirmi come una versione dimagrita dell’omino Michelin e sperare che appena gli sci cominceranno a scivolare la fornace interna inizi a elargire i suoi frutti. E invece nulla: finchè restiamo nella conca ombrosa di Mordor-Bosco Gurin, dove il sole batte come la gran cassa in un concerto di fiati, non mi viene proprio la minima idea di svestire il mio costume da venditore di pneumatici. Non che le cose cambino molto quando il sole finalmente illumina il pendio ammantato di polvere bianca ma, almeno, ci lasciamo alle spalle quell’ambiente che, solo a guardarlo, ricorda un po’ una cella frigorifera. In giro non c’è anima viva ma, del resto, questa è la giornata di festa del milanese, unico momento in cui mi si invidia il mio stato di pendolare cronico; siamo solo noi: io, Tommy e il Gabri a sfidare la traccia su cui sembra già passato un esercito. La meta è la montagna dei cracker causa, ere geologiche fa, di furibonde lotte con mio fratello al rientro dalle sciate ma, al momento della proposta del Tommy, la cosa non mi passa nemmeno per l’anticamera del cervello: probabilmente le sinapsi erano già congelate in previsione dell’incontro di box del mattino. La traccia ci saluta proseguendo verso destra mentre noi dobbiamo inoltrarci nella conca sulla polvere intonsa e così metto i panni di Picasso e inizio a disegnare la mia linea. Il Ritzberg mi pare come l’oasi nel deserto: un miraggio inavvicinabile eppure, mentre il tempo scorre, mi ritrovo prima di quanto avessi creduto sotto i pendii finali. Guadagniamo rapidamente quota fino al crinale dove l’altro elemento immancabile della stagione fredda fa la sua comparsa in scena. Ne avrei fatto volentieri a meno ma, tutto sommato, la sua presenza, sebbene fastidiosa, resta discreta: il volto si intorpidisce sotto l’effetto di una brezza pungente ma più che sopportabile e lontana cugina del vento che ha trasformato la neve di questo versante in una rappresentazione in gesso di un mare in tempesta. Cavalco le onde sperando siano magnanime durante la discesa e, finalmente, arrivo sul colmo della scatola di cracker. [continua]

Val Divedro: Boshorn (Vallese)

Posted in scialpinismo on Maggio 23, 2022 by fraclimb

domenica 01 maggio

Scialpinismo a maggio? Nella mia testa la stagione è già finita (soprattutto in un anno dove i fiocchi di neve sono stati rari come le gnocche caiane) ed io sono entrato nell’esclusiva ottica arrampicatoria però la proposta del Walter non è male, orario di partenza a parte. L’idea di ritrovarci alle 5:30 mi fa infatti precipitare nei tempi bui dell’oscurantismo dell’aquila quando era d’obbligo partire prima del sole non si sa bene per quale assurdo motivo così riesco a convincere l’adepto marchiato del sodalizio a ritardare la partenza di una mezz’oretta. Raggiungiamo quindi il parcheggio dove sembra esserci la ressa pre-saldi mentre più in alto la fila di scialpinisti si snoda già lungo il pendio, orda famelica degli ultimi sprazzi di neve. Mi assicuro che il Walter non parta per la finale olimpica dei 100 metri, lui mi garantisce che oramai si è ritirato dalla specialità ma evidentemente è solo una tattica per tenere a bada gli avversari perchè sul portage iniziale parte come all’inizio di un Gran Premio. Subito lo richiamo all’ordine perchè non ho mai sopportato le partenze con annessa vomitata del cuore, ho sempre bisogno di preriscaldare i motori così il Walter lascia il pedale dell’acceleratore e rinuncia a difendere il suo titolo. Solo che la schiera là davanti mi attira come le mosche al miele: la inquadro nel mirino, attendo che le gambe siano calde e poi la punto come i segugi con la lepre finché mi ritrovo su un pianoro con le nuvole che ci avvolgono come il piumone invernale. Devo trovarmi nella sala stampa della montagna perchè un tizio, che pare un local della zona, inizia a mitragliare il drappello (tra cui il sottoscritto) con domande a raffica: – Dove andate? Che portate? Quanti siete? Due Fiorini – Ovviamente non ricordo un fico secco del nome della nostra meta: a quello ci pensa il Walter, io ho solo la vaga idea di dove sia la cima sulla carta così estraggo la mappa per cercare di rispondere al curioso. [continua]

Meiental: Stucklistock (Uri)

Posted in scialpinismo on marzo 29, 2022 by fraclimb

domenica 20 marzo

Sono alla base del canale, il cuore che ancora suona il TUM TUM dopo l’ultima sequenza di curve. Sono sceso con il solito stile Fraclimb, lo stesso che uso per l’arrampicata, quello del gatto di marmo ingessato con annessa sedia a sdraio e gambe che pompano come un DJ il sabato sera (non che sia mai stato in una disco, a dire il vero). Eppure sono soddisfatto, decisamente contento della prestazione. Certo, è mancata la partenza dalla vetta ma quel salto di roccia alla base del primo lenzuolo bianco mi dava l’idea che il tutto si potesse tramutare in un sudario. Così, alla fine, metà canale l’ho sceso a piedi, l’altra con gli sci, prima in derapata e poi, raschiato il fondo del baule del coraggio, mi sono deciso a saltare sulla prima curva: “Oplà! Un applauso al manichino di H&M: perfetto lo stile per un uomo di gesso”. Solo poco prima avevo appena terminato il numero dell’equilibrista sulla cresta affilata che ci ha portato in vetta: non ricordo di essere stato su una lama di coltello così stretta ed affilata, eppure sui primi passi ho provato le stesse sensazioni di un bambino, nessuna remora per quello che sarebbe potuto capitare se avessi perso l’equilibrio. Poi la baldanza collassa, mi ricordo cosa sia la gravità e inizio ad annaspare alla ricerca di qualcosa da afferrare. Non che il Gughi si muova molto più a suo agio, anzi riesco ancora a mostrargli come il suo chiudere 7b si eclissi di fronte al battito dell’aquila del caiano. E poi ora sono qui a contemplare il pendio, il ragazzo che si allontana sci alla mano per cercare un posto in piano dove calzarli. Difficile trovarne uno nelle immediate vicinanze: se non altro sono ancora baciato dal sole mentre lui si sta spostando verso il regno di Mordor, là dove l’astro si è oramai eclissato. Mi metto comodo in attesa, un po’ come dal dottore o in gastronomia, solo che non so quale sia il mio numero. Dall’alto intanto un francese segue le mie orme: oddio, lui sembra una ballerina di danza classica (per lo stile, non per il tutù) e poi è partito dall’inizio. La giuria alza il 10 mentre solleva le ciglia della perplessità guardando il sottoscritto. Mi allontano con la coda tra le gambe sperando che non si vada ad impigliare sotto i legni e poi aspetto che Gughi il pinguino scongeli gli attacchi, pulisca gli scarponi, smadonni un po’ e poi finalmente si decida a scivolare verso il sottoscritto. Correre in salita serve a poco se poi i preparativi per la discesa sono più lunghi della vestizione di Maria Antonietta prima di una festa a Versailles. Eppure essere passati sopra le orecchie dei bergamaschi mi lascia ancora un gusto dolce in bocca. [continua]