Archivio per agosto, 2012

Marmolada: Don Quixotte

Posted in vie alpinistiche su roccia on agosto 29, 2012 by fraclimb

martedì 14 e mercoledì 15 agosto ‘12

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Ah l’oriente misterioso, terra di leggende, miti e favole, terra dagli odori forti, pungenti, dalle emozioni schiette, sincere. La terra dei bollini, la terra del caiano: perchè oltre le Dolomiti le finanze mi dicono che non c’è più nulla e là cercherò di rimpolpare la magra lista di salite dell’anno. Tanto per iniziare, prima di riempire la tessera, devo svuotare il portafoglio: Cece, Colo e Cristian sono già in Trentino per le vacanze e quindi mi devo smazzare solo soletto tutta la strada fino a Canazei ma la brama di montagna è tale da riuscire a vincere facilmente il mio istinto scozzese.

Come ci fossimo messi d’accordo, incontro Colo al parcheggio e insieme cavalchiamo infuoiati verso il rifugio. La Marmolada ha una parete stupefacente dalle sfumature argentate che si erge maestosamente compatta dalla stretta vallata verde con il classico alpeggio e le vacche al pascolo: in realtà mi aspettavo un ambiente più aspro e invece la lotta con l’alpe sembra aver risparmiato questo angolo di Monti Pallidi e l’austerità della Civetta e dei suoi innumerevoli torrioni sembra lontana anni luci. Più che in Crolloniti sembra di essere in Ratikon!

Ma ben presto la tradizione torna a bussare insieme alle mie origine genovesi-scozzesi-comasche: per cena mangerò tonno in scatola, pane e bresaola e solo mi concedo una ronfata sulle brande del dormitorio. E per oggi ho speso a sufficienza.

Pensiamo di essere i più furbi a svegliarci poco dopo le 5 ma in realtà diversi alpinisti-caiani stanno già consumando la loro colazione. Anche qui non mi smentisco e, dopo aver ingollato un bel sorso d’acqua, mi sbafo le due brioches e sono pronto per l’avventura.

Mi sento lo scarso di turno: due cordate puntano al Pesce, una a Tempi Moderni e un’altra alla Vinatzer mentre noi siamo diretti verso la più abbordabile Don Quixotte. Speriamo almeno che le pale dei mulini non si mettano di traverso! Con questi pensieri risalgo il sentiero per poi raggiungere il prato che conduce alla parete: siccome di erba sulla muraglia calcarea non se ne vede, Cece, in preda ad un momento di smarrimento e perdizione, risale il prato nel suo punto più ripido garantendosi così una bella tirata d’erba. E ovviamente noi tre lo seguiamo a ruota. [continua]

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Sfinge: Fiorelli (val Masino)

Posted in vie alpinistiche su roccia on agosto 24, 2012 by fraclimb

sabato 11 e domenica 12 agosto ‘12

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È pomeriggio inoltrato e sono nuovamente solo: gli altri caiani sono già in villeggiatura e, se non si fossero messi di mezzo un paio di sandali vertiginosamente alti e conseguenti fiacche bubboniche, sarei dovuto andare con Micol alla Sfinge. Sconquassati quindi tutti i programmi, mi ritrovo comunque ai Bagni di Masino con l’intento di salvare il salvabile.

Faccio si e no dieci metri: il solco sull’asfalto è una specie di trincea stile I guerra mondiale; decisamente il saccone è un po’ troppo pesante! Torno indietro e cambio nuovamente obiettivo dalla via dei Morbegnesi alla più semplice Fiorelli che richiede decisamente meno materiale e, oltre tutto, avevo già salito millenni or sono con Lorenzo. Se quello era stato il battesimo con l’alpinismo, ora diventerà il battesimo per l’alpinismo in solitaria!

Leggiadro quindi come un elefante dopo la dieta dimagrante, cavalco sul sentiero verso la Omio mentre un’idea balzana inizia a farsi strada nella mente: perché limitarsi a dormire vicino alla Sfinge quando potrei bivaccare in parete in corrispondenza della fine del terzo tiro? È come se avessi fatto benzina con la 98 ottani: il motore manda un ruggito e poi inizia a rombare su per la salita mangiandosi il terreno fino al rifugio. Dopo una brevissima pausa sono nuovamente in cammino: il saccone inizia a farsi sentire ma imperterrito risalgo fino alla base della parete dove un leggero e fresco venticello che soffia dalla val Codera mi da il suo benvenuto. Ovviamente questo è il momento dei dubbi e dell’ennesima messa in discussione dei piani ma poi lascio fugare ogni tentazione di comodità per entrare nel vivo dell’avventura e dimostrare quanto di caiano c’è in me!Non sono ancora le 20 quando inizio la mia scalata: il primo facile tratto lo supero slegato lasciandomi dietro la corda cui ho attaccato il saccone con la mia camera da letto. Ovviamente la corda si va ad incastrare nel classico intaglio costringendomi così a ridiscendere ma, a parte il piccolo inconveniente, tutto fila liscio fino al primo passo di IV. È una placchetta facile ma che non mi fido a superare slegato e così, improvvisata una sosta e psicologicamente rincuorato dalla sicura, supero il passo per poi raggiungere la base del primo tiro difficile. [continua]

Primo Magnaghi (o Magnaghi Meridionale): Spigolo Dorn; Terzo Magnaghi (o Magnaghi Settentrionale): Bartesaghi (Grignetta)

Posted in vie alpinistiche su roccia on agosto 9, 2012 by fraclimb

domenica 29 luglio

RELAZIONE (Spigolo Dorn)

RELAZIONE (Bartesaghi)

Il mio compagno d’avventura non proferisce parola: se ne stà zitto zitto appollaiato sulle mie spalle, lasciandosi dondolare dal ritmo da maratoneta. Sono le 11 passate: la conseguenza del poltrire a letto è una partenza ad orari più consoni ad una gita sul lago che ad andare in grignetta alla fine di luglio, così dopo aver scaldato i motori cerco di guadagnare il tempo perduto. Esclusa a priori la Piramide Casati per ovvi motivi legati all’avvicinamento, non mi resta che optare per i più comodi e classici Magnaghi che, decisamente, rispondono meglio alla mia pigra richiesta e alla ricerca di un po’ d’ombra. Ovviamente le semplificazioni terminano qui perchè, rivolgendo le mie attenzioni al versante più complesso e ombroso del Magnaghi Meridionale, apro di contro la porta a salite comunque mai banali: d’altro canto, se si vuol caianare, le cose devono essere ben fatte!

In ogni caso, come volevasi dimostrare, il ritmo forsennato non porta a nulla se non ad una sudata epica, un battito cardiaco impazzito e un accumulo di acido lattico da fare invidia ad un 800metrista. Come conseguenza, al bivio sulla Cermenati per i Magnaghi, mi devo fermare se non voglio vomitare l’anima e far rinsecchire completamente l’esofago. Il successivo tratto in falsopiano e la visione sono poi i fattori determinanti per permettere al mio stato psico-fisico di ricomporsi: ai miei occhi appare una muraglia calcarea sovrastata da un generoso drappello di nuvole che regala un po’ di ombra e piacevole frescura a questo deserto di pietre e rocce.

L’inconveniente è che, non so se attratti dal miraggio di un clima un po’ più mite o dallo spread, un manipolo di punti colorati scorazza sulle pareti tra il Sigaro e i Magnaghi. Proseguo comunque imperterrito la mia marcia mentre la cura ingrassante del compagno inizia a dare i suoi effetti, per poi arrestarmi alla base della Panzeri, la via che secondo i piani stilati comodamente a tavolino dovrei salire. [continua]

Monte Fumo: via normale (Adamello)

Posted in vie alpinistiche su ghiaccio e/o misto on agosto 2, 2012 by fraclimb

giovedì 19 luglio

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Sveglia alle 4:20! Si caiana, alé! Colazione con pane, burro e zucchero, nutella, miele e volendo marmellata il tutto bagnato da abbondante tè caldo. Come? Una colazione così ricca, da affrontare seduti e non in cammino mentre non è ancora chiaro se questa sia la realtà o la propria proiezione onirica nelle vesti di protagonista di un qualche spaventoso incubo? Sono i privilegi di essere con l’AG ma poi comunque i bollini bisognarà guadagnarseli!

Tanto per mettere in chiaro le cose (visto che ha da poco iniziato ad albeggiare e la visibilità non è ancora perfetta), partiamo a razzo. Manco dovessimo vincere la maratona, ci incamminiamo dietro l’apripista che macina un passo dietro l’altro senza curarsi che, dopo i circa 8km di piano, ce ne attende 1,2 in salita o, per dirla con la tradizione, circa 1200m di dislivello. Peggio che essere in Valle!

La morena si avvicina sempre di più e con essa anche l’inizio del nostro penare. Passo in testa al piccolo drappello di 9 alpinisti e risalgo il sentiero lungo il filo del deposito finchè la traccia non devia verso destra. Da qui inizia l’avventura. Come dei Cassin del XXI secolo, anche se il paragone può sembrare un po’ azzardato, abbiamo in mano solo una cartolina con la foto della cima e le informazioni di Domenico il rifugista. Il gruppo di ragazzi ci permette comunque di muoverci con la dovuta sicurezza consapevoli che se si vuole mangiare alpinismo, un pizzico di avventura è pur sempre necessaria.

Abbiamo osservato dal basso il percorso: dovremo seguire la cresta della morena finché questa non spiana, quindi attraverseremo verso sinistra per gande per poi valicare il nostro passaggio a nord-ovest e raggiungere il ghiacciaio. Teoricamente è tutto sotto controllo ma se la placca compatta che vediamo dal fondovalle dovesse nascondere alle sue spalle un difficile passaggio, saremo costretti a rientrare con la coda tra le gambe. [continua]