martedì 14 e mercoledì 15 agosto ‘12
Ah l’oriente misterioso, terra di leggende, miti e favole, terra dagli odori forti, pungenti, dalle emozioni schiette, sincere. La terra dei bollini, la terra del caiano: perchè oltre le Dolomiti le finanze mi dicono che non c’è più nulla e là cercherò di rimpolpare la magra lista di salite dell’anno. Tanto per iniziare, prima di riempire la tessera, devo svuotare il portafoglio: Cece, Colo e Cristian sono già in Trentino per le vacanze e quindi mi devo smazzare solo soletto tutta la strada fino a Canazei ma la brama di montagna è tale da riuscire a vincere facilmente il mio istinto scozzese.
Come ci fossimo messi d’accordo, incontro Colo al parcheggio e insieme cavalchiamo infuoiati verso il rifugio. La Marmolada ha una parete stupefacente dalle sfumature argentate che si erge maestosamente compatta dalla stretta vallata verde con il classico alpeggio e le vacche al pascolo: in realtà mi aspettavo un ambiente più aspro e invece la lotta con l’alpe sembra aver risparmiato questo angolo di Monti Pallidi e l’austerità della Civetta e dei suoi innumerevoli torrioni sembra lontana anni luci. Più che in Crolloniti sembra di essere in Ratikon!
Ma ben presto la tradizione torna a bussare insieme alle mie origine genovesi-scozzesi-comasche: per cena mangerò tonno in scatola, pane e bresaola e solo mi concedo una ronfata sulle brande del dormitorio. E per oggi ho speso a sufficienza.
Pensiamo di essere i più furbi a svegliarci poco dopo le 5 ma in realtà diversi alpinisti-caiani stanno già consumando la loro colazione. Anche qui non mi smentisco e, dopo aver ingollato un bel sorso d’acqua, mi sbafo le due brioches e sono pronto per l’avventura.
Mi sento lo scarso di turno: due cordate puntano al Pesce, una a Tempi Moderni e un’altra alla Vinatzer mentre noi siamo diretti verso la più abbordabile Don Quixotte. Speriamo almeno che le pale dei mulini non si mettano di traverso! Con questi pensieri risalgo il sentiero per poi raggiungere il prato che conduce alla parete: siccome di erba sulla muraglia calcarea non se ne vede, Cece, in preda ad un momento di smarrimento e perdizione, risale il prato nel suo punto più ripido garantendosi così una bella tirata d’erba. E ovviamente noi tre lo seguiamo a ruota. [continua]