sabato 21 aprile
Dopo l’inverno c’è l’estate. L’estate dura si e no un mese e poi torna l’autunno. Tra un po’ dovrò tirare fuori ancora le picozze: pensavo di avere una decina di mesi di tregua e invece no, le picche sono lì che mi guardano mentre sembrano chiedermi perchè le lascio coprire di polvere mentre fuori il termometro a stento riesce a superare i 10 gradi.
Il colpo di coda dell’insolito inverno di quest’anno prosegue imperterrito da Pasqua: vagonate d’acqua si sono riversate sulla città mentre le cime intorno a Como sono frequentemente imbiancate come non lo sono state nei mesi passati. In queste condizioni mi dirigo verso la Grignetta chiedendomi come si svilupperà l’aggiornamento della scuola d’alpinismo; sicuramente faremo i caiani in tutto e per tutto: neve fino alla cintola, pareti bagnate, mancherebbe solo la bufera ma oggi il maltempo sembra concedere una tregua.
Alla fine mi aggrego al Giaguaro e al Pierpa intenzionati a salire Antiche Tracce. Non ho capito perchè ma cammino come se dovessi fare i 100 metri e l’unico modo per abbassare le palpitazioni è fermarsi con la scusa di togliere la giacca o scattare una foto; fortunatamente la Cermenati è ben battuta e la salita fino al bivio col sentiero per i Magnaghi si svolge senza alcun problema. Davanti ai nostri occhi si apre ora una distesa immacolata sotto la quale si intravede il sentiero; inizio a battere la traccia senza rendermi troppo conto che le mie lunghe leve producono peste eccessivamente distanti ma d’altro canto mi sento invasato: ero partito titubante ma le pareti imbiancate mi hanno risollevato facendo battere il mio cuore caiano. Ai Magnaghi non c’è nessuno: la normale è un taboga lungo il quale scorre una cascata d’acqua mentre nei punti più nascosti alcune candele attendono la loro fine ai primi raggi caldi di sole. [continua]