Archivio per novembre, 2017

Val d’Aosta: cou (tete de) da Albard di Bard (Aosta)

Posted in escursioni on novembre 24, 2017 by fraclimb

domenica 12 novembre

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Per scappare da un tempo che pare divertirsi a torturare chi si diletta in ufficio dal lunedì al venerdì, decidiamo di farci salassare dall’autostrada valdostana cogliendo poi l’occasione per una visita alla mostra al forte di Bard con le fotografie di Steve Mc Curry sulla gente di montagna. L’esposizione si rivelerà poi allineata ai requisiti caiani per quella parte culturale e etnografica che meno desta il mio interesse di attivo frequentatore dell’ambiente montano. Intanto, quando il sole ha da poco iniziato a tingere di gialli e aranci le foglie degli alberi, eccomi a ripercorrere la stradina sopra il forte di Bard in direzione di Albard di Bard, tipico esempio di fantasiosa toponomastica scioglilingua, colonizzata quasi esclusivamente da FF caiani e dove avevo messo piede questa primavera con il corso base d’alpinismo. Con i nostri minuscoli zainetti e relativi bastoncini da trekking siamo così una specie di unicità mentre intorno a noi frotte di impavidi si preparano alla lotta su placche sforacchiate di spit. Imbocchiamo quindi la nostra mulattiera e lasciamo gli altri al loro gioco mentre noi ci inerpichiamo su per il bosco lungo una traccia militare ottocentesca. Così, dopo l’esperienza sul fronte della Grande Guerra al Pasubio, abbiamo fatto un altro passo indietro nella storia questa volta fino a Napoleone e alle sue truppe impegnate nell’accerchiamento del forte sottostante. Guardando la struttura dal basso, incuneata nel punto più stretto della valle e difesa ai lati da pareti apparentemente inaccessibili, mai avrei pensato che potesse essere così facilmente e forse ingenuamente aggirata. Eppure 200 anni or sono, questa fu la soluzione adottata dai francesi per aggirare l’estrema difesa. [continua]

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Val Leogra: strada delle 52 gallerie e rifugio Papa (Pasubio, Vicenza)

Posted in escursioni on novembre 16, 2017 by fraclimb

mercoledì 01 novembre

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Ho tre passioni: la montagna (ma va?), il cibo (anche se ultimamente su questo fronte sto iniziando a rallentare) e la prima guerra mondiale forse perchè, sotto certi punti di vista, ha qualche aspetto in comune col Caianesimo Extreme. O forse è quest’ultimo ad assomigliare alla prima e ad averne assorbito il carattere d’eroismo che, ahimè, ha poi portato a morte milioni di europei. Così mi ritrovo a scarrozzare l’automobile verso la provincia vicentina in uno tre i più importanti fronti alpini della Grande Guerra, il Pasubio. L’idea, forse un po’ influenzata dalle nuove tendenze, è quella di raggiungere la zona dei combattimenti lungo la strada delle 52 gallerie sfruttando anche un autunno pigro a prendere il posto di un’estate interminabile. Così iniziamo a risalire l’infinita sequenza di curve che dovranno portarci al parcheggio mentre sono abbastanza sicuro che non incontreremo molti altri escursionisti. Il punto d’arrivo della carrozzabile infatti pullula di auto come un formicaio: trovo giusto uno spazietto per piazzare il nostro mezzo e assistere poi al simpatico siparietto di una turista tedesca che invita ulteriori pretendenti ad attendere che il marito sposti il camper oziosamente spiaggiato in un qualche meandro del piazzale. La tragi-commedia si protrae per gli innumerevoli atti necessari a preparare lo zaino, infilare gli scarponi, ridisfare lo zaino, sistemare i bastoncini e qualsiasi altra operazione venga in mente a Micol prima di poter iniziare a camminare tanto che mi domando perchè diavolo il teutonico non si decida a muovere il bisontiaco automezzo. Poi finalmente il tedesco parte e noi gli siamo praticamente dietro infilandoci su per la stretta stradina all’inseguimento dei fantasmi di truppe e salmerie di un centinaio d’anni fa. [continua]

Bastionata: via di Marco (Grignetta, Lecco)

Posted in vie alpinistiche su roccia on novembre 11, 2017 by fraclimb

sabato 28 ottobre

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A volte le trame del destino hanno disegni imperscrutabili: se settimana scorsa non avessi casualmente trovato Cippi e Umberto, non sarei mai andato a fare la Raffaella e, di conseguenza, non avrei sentito il canto celestiale di quella linea elegante ma mai considerata. Lasciare lì un simile ben di Dio sarebbe stato un peccato enorme e così, spinto dal desiderio di riascoltare quelle note, mi ritrovo con Daniele a risalire per l’ennesima volta la Direttissima questa volta con i basti straripanti di ferraglia tra cui una nutrita dose di chiodi che tornerà utile come una fornitura di frigoriferi al polo. Da muli testardi risaliamo rapidi le catene e le scale del caminetto Pagani sfruttando gli evoluti zoccoli opponibili e finalmente arriviamo alla fiera rionale dove iniziamo ad allestire il nostro mercatino delle pulci. Sparpagliata ferraglia ad ingombrare il più possibile il bordo del sentiero, non possiamo che destare un certo malcelato interesse in alcuni escursionisti che si intrattengono ad osservare la nostra trasformazione in alberi di Natale. Raggiunto così un peso che nemmeno dopo le feste di dicembre potrei sognarmi di sfiorare, inizio allora a muovermi lungo la linea di salita prescelta ricordandomi che in fondo il grande Cassin ha salito la Walker con in mano una cartolina! Visto poi che questo sembra essere l’anno del Caianesimo Extreme, destreggio le “elevate” difficoltà e l’ignoto senza grossi patemi finchè, sul muretto finale, inizio a sentire l’impellente bisogno di piazzare una qualche protezione visto che l’ultima mi fa l’occhiolino qualche metro sotto le scarpe. Così inizio a destreggiarmi con l’arte del piantare chiodi riuscendo però solo ad utilizzarli come piedi di porco fino a liberare lo spazio sufficiente per lo 0.75. A quel punto la strada per la sosta è spianata mentre il destino mi sta per servire un’amara sorpresa. Due subdoli e arcigni cordini, logori e spelacchiati come avessero combattuto una dura battaglia, mi sorridono beffardi mentre allestisco il punto di fermata: escluso che la roccia si sia imbellettata con un paio di vecchi cordini sfilacciati e scoloriti, con deduzione degna di Sherlock Holmes, intuisco che qualcuno debba aver già messo piede da queste parti ma, al contempo, deve aver subito la schiacciante severità della parete ed essersi poi calato lasciando i due relitti a vegliarne la discesa. [continua]

Pilone Centrale: Zucchi. Bastionata: Raffaella (Grignetta, Lecco)

Posted in vie alpinistiche su roccia on novembre 2, 2017 by fraclimb

sabato 21 ottobre

RELAZIONE pdf (Zucchi)

RELAZIONE pdf (Raffaella)

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A volte i casi della vita sono veramente strani. É venerdì sera quando sto continuando a tormentarmi cercando una risposta al perchè l’indomani nessuno sembri libero per fare due tiri mentre, di contro, per domenica potrei avere l’imbarazzo della scelta e, da buon gigolò dell’arrampicata, vendermi al migliore offerente. Così sprofondo sotto le coperte con la vaga idea che sabato toglierò fuori dalla naftalina l’abito del solitario per cercare di tirare una bella “X” su una delle vie ancora non salite della Grignetta. Mi metto quindi d’accordo con me stesso che lascerò Morfeo solo quando questo si sarà stufato della mia presenza e poi finalmente sprofondo nella festa onirica. Il risultato, ovviamente, è che solo verso le 10 infilo l’auto in uno dei pochi posti liberi sopra i Resinelli, giusto in tempo per anticipare una tallonante Subaru blu alla disperata ricerca di un buco dove andare a ficcarsi. Do uno sguardo allo specchietto chiedendomi chi possa pensare di mettere il naso da queste parti ad un’ora così tarda e, non ci posso credere, sulla macchina sono seduti Umberto e Cippi! Se ci fossimo accordati, non avremmo potuto essere meglio sincronizzati. Mi catapulto allora fuori dall’abitacolo prima che i due sgommino alla ricerca di un altro posto e, dopo i convenevoli di rito, inizio con la domanda più idiota: “andate a scalare?”, come se i due fossero da queste parti per una gara di cricket! All’ovvia risposta, segue la mia richiesta per aggregarmi ai due e così, il giorno dopo aver pianto lacrime di coccodrillo, mi trovo diretto alla Zucchi e quindi alla Raffaella. Sgomitiamo non poco lungo il sentiero d’avvicinamento arrivando dietro la coda di alcuni escursionisti a cui poi lasciamo la vista delle nostre belle chiappe fino ad arrivare all’attacco della prima via che saliamo in conserva con un lungo serpentone di 60m che si attorciglia su per la parete; tutto questo per non perdere del tempo prezioso che poi potremo investire nello sport del “gira pollici” visto che, almeno per quanto mi riguarda, non ho altri programmi in agenda. D’altra parte è più forte di me: mi faccio abbracciare dalla foga e inizio a correre come se fossi in perenno ritardo anche se il tempo scorre come una lumaca zoppa. [continua]