Archivio per marzo, 2018

Antimedale: Chiappa (Lecco)

Posted in vie alpinistiche su roccia on marzo 29, 2018 by fraclimb

sabato 23 marzo

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Sono impaziente di piantare le becche nella neve gelata, raspare coi ramponi e tirarmi su da qualche flusso gelato. Non scalarlo, perchè non ho ancora fatto il salto di livello per poter dire di arrampicare su una cascata, ma annaspare centimetro per centimetro fino a uscire dalla colata. Così convinco il Walter a trovarci alle 5:30 al solito parcheggio con destinazione la val Lesina, sotto le pendici dell’imponente Legnone, senza sapere che il destino si divertirà a manovrare i fili della giornata caiana in un modo completamente inaspettato. Verso le 6:30 arriviamo a Delebio dove iniziamo a peregrinare tra gli stretti vicoli alla ricerca dell’imbocco per la vallata ma, quando lo raggiungiamo, un cartello perentorio arresta le nostre ambizioni di rallisti: se vogliamo evitare il salasso di una sanzione dobbiamo infatti procurarci il biglietto per l’accesso. Sembra di essere finiti in un gioco di ruolo di basso livello: ricorriamo a san Google e andiamo così alla ricerca di un bar aperto che ci fornisca il lasciapassare A38 iniziando la nostra trafila tra le case di Delebio. Il primo esercizio però è ancora chiuso, al secondo ci viene indicato un alimentare ma noi ci dirigiamo ad un altro bar di cui però l’unica traccia è l’insegna d’ingresso. Proviamo allora al negozio attraversando per l’ennesima volta il paese per scoprire che il lasciapassare A38 dovrebbe trovarsi dalla parte opposta! Mi viene voglia di fare come Asterix e chiedere il lasciapassare A39 come da circolare B65 ma ci rinuncio e mi rimetto nuovamente alla guida.

La strada si inerpica su per il versante e, a seconda del lancio dei dadi, il fondo passa da sterrato a una colata bianca di cemento finchè, dopo un doppio 1, la nostra marcia si arresta davanti ad un sottile strato di ghiaccio su cui le ruote della Punto iniziano a girare come un frullatore. Il master ci leva dagli impicci offrendoci le catene ma sono anni che non le monto: mi ricorderò come si fa? Scaviamo tra gli zaini fino a tirarle fuori dal baule e riuscire a piazzarne solo una perchè l’altra è aggrovigliata in un enigmatico garbuglio. Lanciamo un paio di volte il dado ma il nostro livello di intelligenza non ci permette di districare la matassa così, dopo aver tentato invano di salire con l’auto zoppa, ci carichiamo gli zaini e iniziamo ad arrancare. [continua]

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Resegone: canalone Cermenati (Lecco)

Posted in vie alpinistiche su ghiaccio e/o misto on marzo 21, 2018 by fraclimb

domenica 18 marzo

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Non ho alcuna intenzione di farmi manovrare dal sadico burattinaio del tempo, il perfido che fa splendere 8 soli in settimana e poi richiama nubi, tempesta e nubifragio per il fine settimana. L’idea di starmene ad ammuffire in casa alternandomi tra il digitare tasti sul pc e fare la larva sul divano mi risulta stomachevole: se dovrò coprirmi di muschi, muffe e licheni preferisco farlo all’aria aperta! Così, dopo una non meglio precisata ricerca su san Google sui canali del Resegone, mi avvio in direzione del canale Cermenati sperando di non fare un buco nell’acqua o che almeno questa non mi anneghi sotto la pioggia battente. E invece la scelta apparentemente folle e inaspettata deve aver preso in contropiede il burattinaio che, evidentemente spiazzato, si dimentica di aprire i rubinetti sopra Lecco permettendomi così di lasciare i braccioli in macchina. Saluto il parcheggio stile deserto dei Tartari e inizio a salire sul ciottolato scivoloso della mulattiera finché, ancora prima della capanna Stoppani, mi ritrovo circondato da un sottile velo di neve che ben presto si trasforma in un omogeneo tappeto completamente intonso. Poi il rischio valanga da albero inizia ad orbitare verso le stelle tanto che, per non rischiare di trasformarmi in un pupazzo di neve, sono costretto a pulire preventivamente le chiome degli alberi che, riverenti, piegano i loro rami sopra il tracciato. Intanto, mentre sprofondo sempre più nel manto nevoso, anche le nuvole sembrano fare la mia stessa fine collassando contro i pinnacoli della montagna e ricoprendoli come fossero i teli di un imbianchino. Alla base del canale la neve raggiunge i 30 centimetri circa mentre i blocchi di una scarica si riposano ammassati gli uni sugli altri. Guardo verso l’alto ma la visuale è limitata ad una manciata di decine di metri. Sono decisamente indeciso sul da farsi: continuare ad arrancare verso l’alto, se da un lato potrebbe essere un’appagante esperienza in stile polacco, dall’altro potrebbe portarmi ad essere sommerso prima da una montagna di neve e poi, a primavera, da un paio di metri di terra. [continua]

Val Tavetsch: piz Cristallina (Grigioni)

Posted in scialpinismo on marzo 11, 2018 by fraclimb

sabato 03 marzo

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A volte, ancora prima di partire a sfacchinare, il caiano si intrufola in qualche locale a fare l’aperitivo, giusto per stimolare i succhi della digestione in previsione del prossimo succulento banchetto. Questa volta, appena superata Campra, il leggero analcolico ha le sembianze della strada completamente imbiancata sulla quale le gomme del mezzo del Denny rotolano senza battere ciglio: pur guardandoci un po’ attoniti, proseguiamo imperterriti il nostro girovagare fino a superare il Lucumagno. Qui la botta alcolica è come un destro di Tyson, potente e feroce ma soprattutto inaspettato. Con gli occhi ricolmi del bagliore della neve che ci circonda, andiamo infatti ad infilarci nell’antro di Satana, una lunga galleria para-slavine buia come la cantina dei peggiori incubi. Praticamente è come sbattere il muso in un buco nero la cui massa ci sta risucchiando nelle viscere della terra.

Al parcheggio non c’è nessuno. La cosa forse dovrebbe puzzarmi un po’ visto che sono le 9 passate ma al momento il mio naso non percepisce alcun odore, così sbarco dal caldo del Caddy e mi faccio avvolgere dalla frescura dell’inverno. Individuata poi la vecchia traccia, iniziamo a risalire il crinale tra un intricato dedalo di abeti che non promettono nulla di buono per la discesa. Inoltre, nonostante l’aperitivo, i succhi gastrici non hanno ancora iniziato a lavorare e io mi sento catapultato da queste parti più per la regola del fine settimana che prevede la lotta alpestre piuttosto che per il piacere di una sciata. Ma la fame, si sa, viene mangiando e, nonostante il manto nevoso mi lasci forti dubbi sulle prestazioni della discesa, piano piano ingrano la marcia e, quando il bosco si apre in una solitaria radura, sono in maglietta convinto più che mai a raggiungere la vetta. In alto intanto diventa evidente che verremo schiaffeggiati da Eolo impegnato a sollevare turbini di neve mentre ora abbiamo altro a cui pensare: infatti, come fossimo entrati nella taverna dei giganti di Obelix, l’oste continua a portare piatti a nastro sotto forma di un ripido pendio intonso che sembra montato su un tapis roulant che viaggia nella nostra stessa direzione. Battiamo traccia credendo di mantenere un buon ritmo tanto che, quando l’inserviente pare aver alzato bandiera bianca, uno sguardo all’altimetro si trasforma in una di mazzata sui denti col malefico cuoco che esce dalla cucina insieme ad un succulento elefante alle olive! [continua]

Barbisino: Andrea Dry con variante dei Conigli (Lecco)

Posted in vie alpinistiche su ghiaccio e/o misto on marzo 2, 2018 by fraclimb

domenica 18 febbraio

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Mi ero già immaginato alle prese con una ravanata epica, di quelle degne dei racconti di Bonatti al Bianco e invece, dopo la salita del canal de la Nona, ancora una volta il pigro Grillo Parlante con la sua vocetta irritante inizia a prospettarci una nuotata tra polvere e crosta non portante per almeno 3 ore di avvicinamento. Così, comodamente svaccati davanti ad una fetta di torta, studiamo l’alternativa seguendo le fisse del Jag sulla zona del Barbisino; l’unica personale prerogativa sarà quella di trovare un tracciato impegnativo perchè senza un po’ di brivido non trovo lo stimolo a battere i denti o la coltre bianca dell’avvicinamento. Per di più l’opzione di andare sopra i piani di Bobbio, una volta deciso di impigrirci con la comodità dell’ovovia, mi salverà dall’uscire di casa con le lampadine delle stelle ancora accese. Così ci troviamo a mischiarci tra le frotte di FS nell’esodo di massa che porta la calca dalla pianura alla montagna e a fare coda agli impianti e sulle piste invece che al metrò o in gastronomia. All’arrivo sgattaioliamo su per la pista sperando di non venire investiti da qualche impavido uomo-jet finchè la malandata porta dell’isolamento si spalanca davanti ai nostri passi. Ora ci tocca seguire una vecchia traccia per poi aprirci la strada nella farina fino alla base del canale di Andrea Dry che però assomiglia più ad un Andrea Wet o, se vogliamo, ad un Andrea Snowy: condizioni perfette per i fratelli Rusconi o un’affamata squadra polacca! Così, con la scusa che sono già addobbato come un manichino dello Sport Specialist, i due amici mi rifilano i capi delle corde regalandomi l’onore di aprire la strada nella coltre fredda finchè mi spiaggio contro il primo saltino roccioso. Il passo non assomiglia ad un cubo di Rubik ma ben presto mi accorgo che più provo a liberare gli appoggi, più scopro voragini da viaggio al centro del Mondo! Nella foga da addetto delle pulizie riesco però a liberare una spaccatura per il 3 che, un po’ riluttante, apre la sue camme a contatto con la roccia gelida, quindi alzo il piede sinistro, infilo le picche il più in alto possibile e finalmente mi spingo oltre. Il tintinnio della mia bardatura e l’esilarante batter traccia però non durano molto a lungo: dopo pochi metri infatti sono nuovamente alla base di un altro saltino e ancora una volta alle prese con lo spolverino fino a trovarmi più in basso di quando sono arrivato. [continua]