Archivio per luglio, 2012

Val Camonica: Corno di Grevo

Posted in escursioni on luglio 31, 2012 by fraclimb

mercoledì 18 luglio

RELAZIONE

FOTO

Sono diversi anni che tra un impegno e l’altro non riesco a partecipare alla settimana estiva dell’AG ma questa volta cerco di recuperare le occasioni perdute raggiungendo il gruppo insieme a Micol il martedì sera. Dopo aver affrontato il traffico dell’A4, l’infinita val Camonica e quindi la ripida ma veloce salita al rifugio Città di Lissone, sono così nuovamente ai piedi dell’Adamello ma, questa volta, con un piatto di pasta fumante, un tetto in muratura sopra la testa e un vero letto su cui affondare rapidamente nelle profondità abissali del mondo dei sogni.

Non sono più abituato alle colazioni del rifugio e diventa quindi difficile gestire pane, burro e zucchero, la Nutella e il miele (per fortuna che delle marmellate me ne frega poco!), con il risultato che mi rimpinzo per benino mandando all’aria l’abitudinaria colazione a base di due miseri biscotti.

L’ambiente che ci circonda è magicamente severo: il nostro campo base è alla bocca di un’infinita valle pianeggiante che si tuffa alle nostre spalle verso la pianura. Ai lati, aspri pendii erbosi intervallati da martoriate placconate chiudono la visuale mentre in fondo svetta il monte Fumo; l’Adamello rimane invece defilato e nascosto verso sinistra.

L’obiettivo di oggi è il passo di Forcella Rossa e poi, per lo sparuto gruppo dei Nazgul, il Corno di Grevo con la ferratina della normale. In effetti è una settimana un po’ anomala con una presenza di adulti superiore ai ragazzi che, solo mercoledì, raggiungono l’immensa quota di ben 8 partecipanti! [continua]

Corno Miller: i Racconti del Remulo (Adamello)

Posted in vie alpinistiche su roccia on luglio 29, 2012 by fraclimb

domenica 08 luglio

RELAZIONE

FOTO

Apro gli occhi: il firmamento saluta dall’alto un caiano rintanato nel suo sacco a pelo: in cielo c’è spazio solo per le stelle che sfavillano nella fredda oscurità della notte. Richiudo le saracinesche e torno a dormire.

Una luce abbagliante rischiara la notte alle mie spalle. E che cacchio! Spegnete sto faro! Poi mi volto: il disco nitido della luna accarezza le alture illuminando quasi a giorno la vallata. Mi vien voglia di partire, svegliare Luca e andare a scalare. Ma è solo un attimo di follia, di quelli che si hanno quando ci si sveglia di soprassalto pensando di essere già pronti per l’azione e poi torno immediatamente a ronfare.

Al mattino qualche nuvola ricopre le cime ma dopo una copiosa tazza di tè (quattro dita) sono pronto per caricarmi lo zaino e partire verso la terza torre del Corno Miller. Dopo l’avventura di ieri sono galvanizzato anche se i dolorini alle gambe della notte mi lasciano qualche perplessità. Senza aver individuato il sentiero e pensando che questo non esista neppure, ci addentriamo nella valle fino ad un buon posto dove liberarci del materiale superfluo. Lo zaino ora pare decisamente meno pesante e, rapidamente, sfruttando anche il ripido pendio, guadagniamo quota fino a raggiungere alcuni ometti. Siamo in vista della parete e questi devono essere i segnali di cui ci ha parlato Ueli Steck. Le piccole pile di sassi sono decisamente abbondanti e facilmente raggiungiamo il nevaio alla base della parete: una cordata è già impegnata sulla seconda lunghezza dell’itinerario che presumiamo sia la via da noi scelta, i Segreti di Naica. Uno sguardo veloce alla foto sulla macchina fotografica con la parete e l’itinerario mi lascia intendere che quella sia la nostra via. [continua]

Corno di Macesso: Everybody Needs Caianesimo Extreme (Adamello)

Posted in vie alpinistiche su roccia on luglio 23, 2012 by fraclimb

sabato 07 luglio

RELAZIONE

FOTO

“Autotrasporti Fraclimb.com?” “Come, prego?” “Mi scusi: servizi di facchinaggio di bassa lega Fraclimb.com?” “Si, ma…” “Ci sarebbe un carico per il rifugio Gnutti, val Miller e poi si vedrà” “Ma, ma… come? Cosa significa?” “Ah, è compreso anche il servizio di autista; le spese di vitto sono a vostro carico. Grazie e a sabato”.

L’unica rassicurazione di Luca è che sta volta non ci sarà da smadonnare: va bene errare ma perseverare è diabolico, così mi sincero di non andare a ripetere l’epica parancata della Fiamma d’Autunno e mi appresto alla nuova avventura.

L’anticamera é una lunga e stretta stradina che si addentra nella foresta del massiccio dell’Adamello ma il parcheggio é praticamente pieno ad eccezione di uno spazio per la rombante Punto che termina così la sua sferragliante corsa. L’impresa di facchinaggio può iniziare il suo lavoro: le gambe hanno così modo di scaldarsi per bene lungo la mulattiera che dolcemente si addentra verso l’ignoto; nulla lascia figurare quello che sarà il percorso successivo anche se, avvicinandosi alla muraglia che chiude la vallata, ai due iniziano a sorgere i primi sospetti. Dopo aver succhiato e gustato lo strato caramellato, la pillola rivela il suo vero gusto misto tra amaro e rancido: una verticale salita a gradoni formata da una successione di tornati che, a scapito di un polmone e di ritmo cardiaco degno di un martello pneumatico, porta i due uomini di fatica alla vista del rifugio Gnutti. A dire il vero, la prima cosa che scorgono ha le fattezze di una croce con tanto di tetto a mo di riparo ma, appurato il mancato trapasso, i loro occhi si posano sul primo e vicino obiettivo.

Il livello di fiducia è ai massimi storici: entriamo nel rifugio e il sosia di Ueli Steck ci espone l’elenco dei prodotti locali: “Dietro al rifugio ci sono delle interessanti placche a spit”, lo guardiamo come il professore che, dopo aver chiesto se Cristoforo Colombo sia lo scopritore dell’America o il tenente di un famoso telefilm, si sente rispondere: “Ha forse scoperto l’America?”. [continua]

Piramide Casati: Donna Mathilde (Grignetta)

Posted in vie alpinistiche su roccia on luglio 6, 2012 by fraclimb

domenica 01 luglio

RELAZIONE

FOTO

Dopo i fallimenti del week end scorso e di sabato, sento il bisogno di salire una via nella speranza di mandare all’aria la regola del “non c’è due senza tre”. Al parcheggio sotto la Grignetta sono però in completa solitudine: i soliti compagni d’avventura, chi per un motivo chi per un altro, mi hanno dato buca ma questo non è certo un motivo per mandare all’aria un’altra giornata soleggiata. Morale: ho caricato lo zaino all’inverosimile con due corde, rinvii, moschettoni e qualche friends, giusto per ricordare alle mie spalle la sfacchinata di ieri: il week end dello Sherpa! Punto deciso alla Piramide Casati con la quale ho un conto aperto dal 2004 quando il tentativo di salita con Lorenzo aveva portato al mio volo con conseguente rottura del polso. Da quella volta codardamente e con un certo spauracchio, non ho più osato avvicinarmi alla parete ma poi il desiderio di calcare quelle rocce, risalire da quegli appigli è diventato sempre più forte e, alla fine, sfocia nel progetto di una salita in solitaria.

Fa caldo ma non c’è l’afa della Bregaglia e così il ritmo è piuttosto sostenuto. Quando arrivo in vista della nord ovest della Casati, due cordate si stanno preparando per partire. Mi viene come un nodo alla gola: improvvisamente la mia spavalderia vacilla, quell’ammasso di roccia mi pare eccessivamente verticale e, improvvisamente, i piani sembrano saltare. Per il momento comunque mi accontento di aspettare e osservare l’evolversi dei fatti: ho intenzione di lasciare campo ai quattro alpinisti per poi vedere che fare. [continua]

Badile: Another Day in Paradise, flop totale

Posted in vie alpinistiche su roccia on luglio 3, 2012 by fraclimb

sabato 30 giugno

FOTO

Alla prima stazione (il parcheggio del Laret), i fraclimbers (il sottoscritto, Cece e Colo) incontrano il GAP team (Gabriele e Enrico): loro rivolti alla nord ovest, noi alla nord est. Poi, ovviamente, alla prima stazione ognuno si carica la propria croce: uno zaino che, a seguito di uno spinto processo compressivo, è prossimo all’esplosione e che in definitiva peserà si e no mezzo quintale! Con questa zavorra, inizio la mia via crucis che Cece decide di affrontare a mille all’ora: per il primo tratto, fino alla stazione del ponte sul torrente color caffè-latte, la velocità potrebbe essere anche accettabile ma, quando il sentiero inizia ad avere uno sviluppo verticale superiore rispetto all’orizzontale, il cuore inizia a martellare come una gran cassa ad un concerto rock. All’ennesima stazione mi urtico la gamba destra. Sono già un bagno di sudore, gocciolo come se piovesse e sono da poco passate le dieci di sera: l’umidità si taglia con il coltello tanto che non mi stupirei di vedere un salmone vagare a mezz’aria tra una pianta e l’altra!

Il locomotore davanti non accenna a rallentare ma, d’altro canto, i vagoni sembrano reggere bene l’andatura mentre i consumi di liquidi si alzano a livelli vertiginosi. Dopo essermi illuso che il rifugio fosse oramai ad un tiro di schioppo, alle prime scale inizio ad avere le allucinazioni. Barcollo ma non mollo e proseguo nella mia tortura serale.

All’ultima stazione, passiamo direttamente allo stadio successivo, la resurrezione: il rifugio si manifesta come un’apparizione divina mentre finalmente posso scaricare le spalle dall’elefantiaco bagaglio. Nella trasfigurazione devo aver imparato l’Esperanto: mischiando un po’ di tedesco a livello di un bambino di 2 anni, qualche parola di inglese e un pizzico di italiano, riesco a far capire che in 4 dormiranno dentro. Io trovo un simpatico angolino e piazzo il materassino sotto le stelle e un viavai di nuvole che corre verso il Badile. [continua]