giovedì 10 aprile
Nonostante sia ancora diretto in val Masino, la sveglia suona con un’ora di anticipo rispetto il pizzo del Ferro così che, quando arrivo ai Bagni, non è ancora chiaro. D’altra parte, devo sfogare i miei repressi desideri di scialpinismo e non voglio assolutamente lasciarmi perdere la vetta così, con l’ultimo decisivo sguardo alla cartina, metto il piede nel pantano: credendo di giocare di furbizia, invece che salire per il sentiero estivo, prendo quello al di là del torrente con l’idea poi di infilarmi in val Porcellizzo e raggiungere così il tracciato invernale che, dopo la partenza sul versante orografico sinistro, si sposta poi su quello opposto. In questo modo, eviterò l’attraversamento del fiume (e il rischio pediluvio) dopo le Termopili, i due caratteristici sassi che si toccano. Tutto fila liscio e, raggiunto rapidamente il percorso indicato sulla mappa, lascio il sentiero della Omio infilandomi quindi nel bosco. Questo però è così fitto che mi costringe a districarmi continuamente tra i rami mentre i sassi semi sommersi dagli accumuli di neve sono una costante minaccia per le caviglie. L’ambiente è così selvaggio che non mi stupirei più di tanto se mi imbattessi in un orso così, alla fine, prendo la drastica decisione: lascio perdere la traccia invernale e ritorno su quella estiva dove, tra l’altro, la neve e come il Panda, in via di estinzione! E a questo punto, la furbizia mattutina mi si ritorce contro: la salvezza, un po’ come in the wild, è al di là del torrente: insomma, in un senso o nell’altro, sembra proprio che non riesca ad evitarmi l’attraversamento! Al primo tentativo, finisco con entrambi i piedi in acqua; con i salmoni che sguazzano negli scarponi, scovo la strada senza ritorno e guadagno la riva opposta. Ora però mi trovo tra due fuochi: la foresta selvaggia non vuole lasciare andare la sua preda e mi contrappone un tratto verticale che, forte della Super Diretta di Maslana, supero senza problemi raggiungendo così il sentiero estivo. [continua]