Archivio per dicembre, 2008

Pizzo Meriggio

Posted in scialpinismo on dicembre 31, 2008 by fraclimb

martedì 30 dicembre

difficoltà: MS

dislivello: 1100

Bisogna godersi pienamente le vacanze! E così eccoci a montare le catene per raggiungere Campelli da cui saliremo al Meriggio. La giornata è fresca e un po’ velata, mentre la neve è in ottime condizioni: una leggera coltre farinosa sopra uno strato decisamente duro e compatto. Imbocchiamo l’evidente traccia nel bosco guadagnando rapidamente il costolone che conduce alla vetta.

Fin qui la progressione è piuttosto tranquilla e regolare. Ci troviamo alla base del salto che conduce alla vetta (almeno così sembra!): Cece ed io, allora, schiacciamo sull’accelleratore, mentre il Clod prosegue con un andatura più tranquilla. Siamo in cima. Amara sorpresa: la vetta è più in fondo! Ci attende un altro tratto in falso piano e poi il saltino finale!

Poi, finalmente, la discesa! Una volta imboccato il bosco ci godiamo ogni curva e dosso al grido “Canada!”. Troviamo infatti una polvere semplicemente fantastica in un bosco abbastanza rado; unico neo, la pendenza decisamente poco accentuata.

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Couloir Pontresina

Posted in cascate on dicembre 29, 2008 by fraclimb

domenica 28 dicembre

Un freddo pungente ci investe mentre apriamo le portiere della macchina: ma perchè non mi dedico ad un altro sport?! Poi con l’avvicinamento, il sangue comincia a scorrere e a scaldare le nostre membra intorpidite tanto che, arrivati all’attacco del Couloir, abbiamo quasi caldo! Il primo tiro è onere di Cece: un bel muro di 3/4 metri che viene  superato con perfetta tecnica d’artificiale. Posizionando 4 chiodi, Cece viene così  a capo del principale ostacolo rappresentato da questa cascata. Ovviamente tutto questo costa non poca fatica e una certa ghisa nelle braccia, ma del resto siamo alle prime armi… Anch’io ho il mio bel da fare per superare il tratto e finalmente raggiungo la sosta con un braccio anchilosato e i polpacci che invocano pietà: il più è fatto, complimenti Cece! Ora tocca al sottoscritto.  Guardo in alto. Il secondo tiro è una rampa estremamente appoggiata: in pratica si tratta di un raccordo con il salto seguente. Propongo allora a Cece di cedermi la conduzione per due tiri. E così eccomi sul salto sgocciolante  della terza lunghezza: è più lungo di quello iniziale, ma anche più appoggiato e così riesco a superarlo senza troppi problemi. La quarta lunghezza propone un altro breve saltino, con ghiaccio fradicio (lo scarso sole comincia a fare effetto!), poi è nuovamente il mio turno sull’ultimo tiro: un salto divertente che mi permette di godere pienamente della scalata.

Soddisfatti per la salita, riprendiamo la strada del ritorno. In macchina, ovviamente, l’argomento non può che essere: che cascata faremo la prossima volta? I progetti sono già innumerevoli, anche perchè in zona Albigna-Engadina il ghiaccio è abbondante e presenta molti problemi adatti ai principianti. Per onore di cronaca, ci siamo fermati a dare un occhio al canyon di Pontresina, ma non è ancora possibile scalare: il ghiaccio arriva circa a metà della parete.

Eternium-Mexico e Nuvole

Posted in vie alpinistiche su roccia on dicembre 23, 2008 by fraclimb

domenica 21 dicembre

Sono le 9. Siamo alla base della Taveggia e ci stiamo preparando per provare Eternium e Mexico. Nell’aria serpeggia un certo timore, soprattutto per il penultimo tiro di Mexico: una placca con un obbligato un po’ alto e che a volte decreta il fallimento delle cordate che la provano (queste almeno le informazioni in nostro possesso). Il piano di salita prevede la suddivisione delle due vie in tre parti: i primi tiri a Cece e poi gli ultimi spetteranno a me o a Luca. Vedremo.

Parte Cece e rapidamente completa il primo facile tiro della Taveggia. Da qui comincerà la solita solfa: scagazzamento prima della protezione, ciapa e tira, sosta. Cece si alza e raggiunge il primo spit e poi il secondo; supera il chiave della prima lunghezza (che avevamo già salito) e poi, con un breve e duro traverso, è in sosta. Nel frattempo anche un’altra cordata ha attaccato la nostra stessa via, mentre una sta salendo su Mary Poppins. Si susseguono ancora due lunghezze difficili e quindi arriviamo alla base dell’ultimo tiro di Eternium. La cordata dovrebbe passare nelle mie o nella mani di Luca ma, vista la migliore posizione di partenza e considerando che si tratta della lunghezza finale, lasciamo a Cece l’onere della conduzione. Mi sto abituando ad arrampicare da secondo e voglio godermi fino in fondo la corda che sale verso l’alto!

La cordata che aveva salito Mary Poppins (nella quale riconosciamo Matteo Della Bordella) è già all’inizio del secondo tiro di Mexico: se riusciamo a stare in scia, potremmo farci lanciare la corda in caso di necessità! L’idea non mi alletta più di tanto, ma piuttosto che calarci in doppia… Ma prima c’è da risolvere un altro problema: chi passa da primo? Cece ha già dato, io sono attratto dalla famosa placca e Luca non sembra granchè dell’idea di condurre la cordata. Quindi, mi lego anche l’altra corda e parto. Supero così il primo tiro: bisogna scaldare i motori da capo-cordata, quindi la progressione risulta un po’ rallentata, ma poi raggiungo la sosta senza troppe diffocoltà. Sul tiro seguente, mi sembra quasi di essere a Carate: superato un breve traverso in obliquo, mi aspetta il superamento di un tetto con passo un po’ atletico, ma non troppo difficile. Il tiro poi diventa più semplice, ma su roccia poco attraente. In sosta raggiungo il secondo della cordata che ci precede: bene, se saremo nella merda…

Recupero i miei compagni. Alla mia offerta di proseguire da primo, nessuno obbietta e così mi trovo alla base della placca. Moscetto il resinato, ci metto sopra il piede, breve passo in placca ed ecco la protezione successiva. Il passo seguente mi risulta ancora più facile da azzerare. Poi c’è una specie di saltino e quindi la fessura che conduce alla sosta. Alla fine (certamente grazie ai miei centimetri), questa temuta lunghezza non si rivela così ardua: è sicuramente molto più semplice del Pilastro! Segue il 6a più duro della mia vita e poi finalmente, con un facile tiro sono fuori dalla via e posso recuperare i miei amici. Ci troviamo quindi nuovamente riuniti, felici ma decisamente affaticati per la salita appena conclusa.

Marnotto

Posted in scialpinismo on dicembre 20, 2008 by fraclimb

sabato 20 dicembre

difficoltà: BS

dislivello: 1440m

Viste le condizioni, la scelta cade su una cima relativamente tranquilla sopra il lago di Como. Lasciate le auto poco dopo Garzeno (in località Ponte delle Seghe, sopra la diga), il folto gruppo (io, papà, Ucci, Ale, Lele, Albertino, Marco, Sandro, Luca e Toni) si avvia lungo il pendio esposto a NE proprio sulla verticale della cima. Il ritmo è subito sostenuto e, anche grazie al tracciato piuttosto ripido e diretto, guadagnamo velocemente quota fino a raggiungere un nucleo di case in una zona più appoggiata. La neve è dura e quindi la progressione risulta facilitata, cosi proseguiamo superando un’altro tratto ripido fino a portarci sul costolone da cui raggiungiamo gli ultimi due alpeggi. Tra la cresta finale che conduce alla vetta e noi, si frappone un tratto piuttosto scosceso: proseguiamo guardinghi e con la massima attenzione, ma poi il tracciato si rivela meno pericoloso di quanto apparisse più a valle. Così, tolti gli sci per un breve tratto, guadagniamo la cresta. Da qui svoltiamo a sinistra fino a raggiungere la vetta, dove siamo accolti da un insistente e fastidioso vento da nord.

La discesa si svulge lungo la traccia di salita su neve nel complesso discreta. Nella parte alta gli sci scorrono senza problemi, poi la neve diventa più pesante e a tratti non portante. Lungo i pendii finali, invece, il manto nevoso si fa decisamente duro, ma anche ricco di gobbe e dossetti la cui azione, alla lunga, si ripercuote sulle gambe.

Scarenna

Posted in falesia, Uncategorized with tags on dicembre 19, 2008 by fraclimb

venerdì 19 dicembre

Dopo il periodo delle piogge, era tempo di sgranchire le giunture e così verso le 11 passo a prendere Cece per raggiungere Scarenna. Siamo alle prese con il primo tiro quando siamo raggiunti da Albertino e quindi dal Bimbo: tra una battuta e una tacca si susseguono diversi tiri sempre vicini al nostro limite. Ovviamente (come al solito) non lesiniamo sui resting e anche su qualche staffata: ogni mezzo è lecito pur di raggiungere la sosta. Poi con la corda dall’alto ci preoccuperemo di provare il tiro. Intanto ci hanno raggiunto anche il Clod e Massi che scalano nel settore centrale di Scarenna (noi siamo più a sinistra, verso la putrella della prova del copertone). Poi, quando la giornata sta per terminare, ci spostiamo nella zona degli strapiombi: proviamo un tiro che, a detta dell’Albertino, dovrebbe essere ben spittato. Parte Cece che supera il tratto strapiombante e più impegnativo, ma poi desiste e si cala. Quindi, superato il primo tratto con la corda dall’alto, riesco a raggiungere la sosta: per la prima volta sono in cima alla zona degli strapiombi!

Prove di ghiaccio

Posted in cascate on dicembre 12, 2008 by fraclimb

lunedì 8 dicembre

Su invito di Cece, ho colto l’occasione per un’uscita con alcuni istruttori della scuola dell’Alta Brianza. Dopo un lunghissimo viaggio, ci troviamo sotto il primo para-slavine sotto il passo del Sempione ad indossare ramponi e imbrago e a scegliere il materiale. La traccia nella neve è ben marcata e dopo pochi minuti siamo alla base del muro ghiacciato dove già alcuni ragazzi stanno spicozzando.

Partono  Mimmo, Adriano e Domenico che raggiungono rapidamente la sosta su spit superando così la cascata di grado 3. Con la corda dall’alto, anche io e Cece possiamo finalmente assecondare la nostra sete ghiacciata. Ma, ovviamente, non possiamo accontentarci!

Dopo un paio di giri, Cece sperimenta l’emozione dell’arrampicata da primo: con sicurezza, supera il muro fino alla sosta e quindi si cala. E’ il mio turno: con i chiodi già infissi, il lavoro mi è favorito, ma preferisco aggiungerne un altro su un tratto che mi sembra un po’ troppo expò.

Al pomeriggio torniamo verso l’auto presso una candela verticale dove veniamo “istruiti” dal paziente Adriano che ci rinfresca le tecniche base di progressione e sicurezza.

Pizzo Biela (Wandfluhhorn)

Posted in scialpinismo on dicembre 10, 2008 by fraclimb

domenica 7 dicembre

difficoltà: BSA

dislivello: 1360m

I programmi di ghiaccio sono saltati e della numerosa squadra siamo rimasti solo io e papà. Decidiamo allora per una sci-alpinistica sopra Bosco Gurin. Al parcheggio non troviamo nessuno: meglio, sarà una salità più “avventurosa”! Abbandoniamo ben presto la pista parzialmente preparata dai gatti per inoltrarci nel bosco: la neve soffice non riporta i segni di alcun passaggio e così siamo costretti a tracciare. Mentre saliamo, veniamo raggiunti da Ron, un infaticabile cagnolino che ci avrebbe accompagnati per tutta la giornata.

La temperatura è gradevole anche se a tratti raffreddata da un leggero venticello. Superata l’ampia distesa alberata,  ci troviamo su una specie di pianoro intervallato da alcuni salti: la nostra meta è ben visibile dove si uniscono le creste a chiusura della valle. Lentamente proseguiamo fino alla base dell’ultimo tratto ripido:  sono circa 4 ore che camminiamo nella neve fresca e la pancia inizia a brontolare. Consumato il pranzo, attacchiamo il pendio finale tagliato a metà da una fascia rocciosa. Il canale di salita  rimane sulla sinistra ma ci sembra piuttosto pericoloso, quindi puntiamo ad un altro passaggio proprio sulla verticale della vetta. Tolti gli sci comincio a salire aiutandomi con la picozza: la neve è piuttosto dura e la pendenza considerevole. Raggiungo la fascia rocciosa e provo a superarla. Sembra fattibile, ma vista l’ora, la mancanza di assicurazione e il fatto che poi dovremo ridiscendere, preferiamo tornare indietro quando mancano circa 100m alla vetta.

Per la discesa, che si svolge su una neve in buone condizioni, prendiamo però un percorso leggermente diverso rispetto quello di salita. Ci spostiamo infatti più a sinistra così da evitare una zona pianeggiante. Una volta infilati nel bosco, riusciamo a perdere quota senza troppi problemi ritrovandoci però bloccati in corrispondenza di un torrentello. Dobbiamo quindi togliere gli sci e risalire i pochi metri che ci separano dalla pista di discesa: aprendoci così faticosamente un varco tra la neve, riusciamo finalmente a ricongiungerci con il percorso di salita e da qui a tornare alla macchina.

Scarenna e Bolettone

Posted in falesia, scialpinismo with tags on dicembre 9, 2008 by fraclimb

sabato 6 dicembre

Non sono ancora le 9 quando arrivo con Rufus a Scarenna. Il sole non ha ancora raggiunto la falesia e così iniziamo a scaldarci su alcuni tiri facili: dobbiamo raggiungere la catena prima di perdere la sensibilità delle dita! Poi finalmente la  parete viene illuminata dai raggi solari e così ci spostiamo nella zona della puleggia per provare qualcosa di un po’ più impegnativo. La scelta cade quindi su Clara che però riesco a chiudere con un resting. Ritirata la corda, optiamo per una lunghezza più impegnativa: non c’è in giro ancora nessuno, quindi non rischiamo grosse figuracce! Aiutandomi abbondantemente con i rinvii, raggiungo la sosta del tiro prescelto: un 7a un po’ più a destra di Clara. Con la corda dall’alto, proviamo quindi alternativamente i vari passaggi cercando di capire come superare i tratti duri. Riusciamo così a ghisarci le braccia, ma anche ad intuire un paio di movimenti impegnativi: bisognerà provarli ancora e cercare di metterli assieme e poi chiudere il tutto da primi! Per chiudere la mattinata, arrampico su Ulisse panciuto che all’unto ha aggiunto anche alcuni tratti bagnati.

Ritornando a casa, mi si parano davanti gli imbiancati Boletto e Bolettone e la voglia di farci un salto cresce esponenzialmente. Così recuperati pelli e sci, salgo alla Salute e da qui in cima al Bolettone: la pianura si è completamente coperta di nubi, mentre in lontananza si stagliano le cime dell’appennino. Decido di proseguire, cercando di raggiungere il Palanzone. Quindi inizio la discesa nel bosco dei faggi senza togliere le pelli che altrimenti dovrei rimettere. Perdo così un po’ di quota e poi inizio a traversare verso destra. Le lancette dell’orologio però corrono e mi rendo conto che non riuscirei a raggiungere l’obiettivo: decido allora di risalire al Bolettone e quindi ridiscendere alla macchina. La slita non è certo facilitata dalla neve farinosa, ma dopo un po’ di ravano tra gli alberi sono nuovamente sul crinale. Tolte le pelli mi butto a capofitto in una discesa semplicemente stupefacente su una neve trasformata e quasi primaverile. Poi però l’idillio termina rapidamente una volta imboccato il bosco e quindi la stradina che mi riporta al punto di partenza.

Foisc

Posted in scialpinismo on dicembre 1, 2008 by fraclimb

sabato 29 novembre

Difficoltà: BS

Dislivello: 1050m

Inauguro la stagione scialpinistica con Ale, Albertino, Luca e Marco. Viste le condizioni meteo, al fatto che siamo tutti alla prima gita annuale, e che per qualcuno è la prima esperienza di fuori-pista, l’obiettivo è rivolto a una salita senza difficoltà. Ma noi, per rendere la giornata più interessante, abbandoniamo subito la traccia per infilarci in un fitto bosco. Tra una conversione, una grattata e un “ringraziamento” dell’Albertino usciamo da quest’intrico di rami e raggiungiamo il costolone finale. Siamo in mezzo alle nuvole mentre un vento pungente comincia a sferzarci il viso. La traccia non è più visibile e quindi risulta molto difficile capire dove bisogna andare: l’unica indicazione è data dal fatto che si procede in salita! Poi le nuvole si aprono e così scorgiamo il rifugio proprio sulla cima: in pochi minuti ci troviamo così al riparo.

La prima parte della discesa avviene nelle stesse condizioni in cui era finita la salita: la visibilità è estremamente ridotta e così ci infiliamo in una valletta un po’ troppo sulla destra. Man mano che perdiamo quota, usciamo sempre più dalle nuvole: la neve, che ha continuato a cadere quasi ininterrottamente, è polverosa e ci regala una discesa stupefacente in mezzo a un bosco molto ampio. Riusciamo così a riguadagnare la traccia di salita e quindi a ributtarci nell’infido e stretto bosco della salita. La discesa diventa decisamente orobica ed è necessario cercare un passaggio il più ampio possibile che ci permetta di scendere dal pendio. La trama degli alberi però è estremamente fitta e in alcuni tratti c’è solo lo spazio minimo per far passare le spalle, ma poi finalmente riusciamo a raggiungere l’auto chiudendo così la giornata.