Archivio per agosto, 2015

Sigaro Dones: via normale. Magnaghi meridionale o primo Magnaghi: Albertini e spigolo Dorn. Magnaghi settentrionale o terzo Magnaghi: Lecco (Grignetta, Lecco)

Posted in vie alpinistiche su roccia on agosto 28, 2015 by fraclimb

sabato 22 agosto

RELAZIONE pdf (normale al Sigaro)

RELAZIONE pdf (Albertini)

RELAZIONE pdf (spigolo Dorn)

RELAZIONE pdf (Lecco)

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Passo gli ultimi giorni della settimana a macchinare qualcosa per il week end fino a trovarmi con un pugno di mosche in mano e senza socio. L’idea balzana mi arriva poche ore prima della chiusura del venerdì ma poi posticipo la sveglia, impiego un tempo infinito per prepararmi e, ciliegina sulla torta, la bici è forata! Così salta tutto e io mi trovo a ripiegare per un classico avvicinamento in auto ma, d’altra parte, devo svelare il mistero: la testa è ancora imballata dopo il volo? Per tirare fuori dalla naftalina il caiano solitario che c’è in me, scelgo quindi la normale al Sigaro, via che ho salito oramai in epoca preindustriale e che per difficoltà dovrebbe essere l’ideale per capire in che condizioni mi trovo senza richiedermi sforzi esagerati. Quando quindi la Grignetta ammantata di nuvole mi si para davanti, resto basito: gli unici indumenti, una maglietta a maniche corte e un paio di pantaloncini d’arrampicata, sono tutto ciò che ho ergo, se non voglio rischiare di fare la fine del bastoncino Findus, cosa per altro piuttosto inaspettata visto periodo e località, dovrò adottare la tecnica dello stare sempre in movimento! Arrivo quindi all’attacco dopo aver probabilmente battuto tutti i record personali mentre sento le voci di alcune cordate impegnate sopra la mia testa; oltre però è impossibile capire dove siano i caiani perchè tutto è avvolto in una spirale grigia senza fine. Visto che chi si ferma è perduto, risalgo rapido le rocce che mi portano in corrispondenza del salto tra Sigaro e Magnaghi dove le mie più rosee previsioni crollano come un castello di carta; mi era sembrato (o avevo sperato) che le cordate davanti fossero impegnate sull’Albertini ma, invece, mi trovo nella stessa condizione del Titanic contro l’iceberg! Pazienza, mi metto in coda ed aspetterò il mio turno. Ben presto però, mi pare chiaro che l’attesa mi porterebbe solo a riempirmi di muschi e licheni così decido a malincuore di abbandonare il progetto e proseguire per l’Albertini. I primi metri con la corda rivelano una certa ruggine: mi devo impegnare più del previsto finchè la nuova mano di vernice è data e ora quindi non mi resta che correre verso l’alto. La corda finisce e io sono quasi fuori dal canale poi, con un’altra breve lunghezza, mi trovo al termine delle difficoltà. [continua]

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Bernina, cima italiana: via normale (val Malenco, Sondrio)

Posted in vie alpinistiche su ghiaccio e/o misto on agosto 24, 2015 by fraclimb

sabato 01, domenica 02 agosto

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Zeus inizia a non avercene più, si frega le mani e finalmente riesce a metterci i bastoni tra le ruote o, almeno così lui crede. Dopo innumerevoli week end con tempo asciutto o dove sono riuscito a schivare la pioggia, questa volta sembra infatti che gli dei dell’Olimpo non riusciranno a trattenere le loro lacrime; tuttavia, gioco ugualmente la mia mano infischiandomene della possibile ribattuta e mi preparo per la nuova sfida. In fondo, se sabato dovesse anche piovere, potremmo accontentarci di raggiungere la Marinelli per poi puntare alla vetta il giorno successivo sotto la promessa di un bel sole. D’altra parte un regalo è un regalo, il tempo passa e questo è l’ultimo week end per puntare al Bernina dopo tentativi che si perdono nella notte dei tempi. Quando mio papà ci aveva provato la prima volta, ero in piena epoca da sogni immaginifici dove qualsiasi salita, anche quella della collina dietro casa, sembrava un’impresa indicibile. Poi c’era stato il tentativo con lui, Lorenzo e Rufus che ci aveva portato, ancora oggi mi chiedo come, a sbagliare canale e a trovarci con il rifugio Marco e Rosa davanti al naso ma separato da un salto insormontabile. Quindi questa volta o la va o la spacca. Il programma prevede di raggiungere la Marco e Rosa, passarci la notte per poi puntare alla vetta e quindi rientrare a casa ma le previsioni sembrano consigliarci la sosta alla Marinelli, rendendo così il secondo giorno una vera maratona. La prospettiva scoraggia le ambizioni del mio socio ma riesco a ravvivarle proponendogli di fare uno zaino unico per l’assalto alla vetta: insomma, tecnica leggera e conseguente rapidità saranno le nostre carte per mettere sotto scacco il meteo. Nonostante tutto, l’ottimismo resta alto e così, ben prima dell’alba, lasciamo Como senza avere completamente accantonato il piano iniziale. [continua]

Sasso Manduino: via Schiavio o spigolo ovest (val Codera, Sondrio)

Posted in vie alpinistiche su roccia on agosto 21, 2015 by fraclimb

sabato 25, domenica 26 luglio

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Sembra che quest’anno il caianesimo si stia prendendo una netta rivincita rispetto il grosso smacco dello scorso anno. Il tempo continua ad essere bello di conseguenza, mi aspetto che prima o poi la tendenza cambi e, ovviamente, l’arrivo della pioggia fa rima con week end! Mi sento scarico dopo l’esperienza del Cengalo o meglio non sono famelicamente affamato  e quindi la notizia non mi crea l’attesa turba psichica: in fondo, risparmiami la levataccia per andare a fare la Corda Mola potrebbe anche avere i suoi vantaggi. Le rotelle però iniziano a macinare chilometri e alla fine scovo una possibilità ancora decisamente caiana che mi permetta di usufruire della finestra di bel tempo prevista tra il sabato dopo pranzo e la domenica pomeriggio. La beata Micol, in attesa di ricevere l’unzione come santa, mi lascia il benestare e cosi recupero un precedente e mancato appuntamento con il Manduino insieme a Ricky e mi preparo alla nuova ascesa.

I tempi per l’avvicinamento decisamente non quadrano: oramai sono abituato a fare il super uomo e 6 ore per raggiungere il bivacco Casorate Sempione mi sembrano una pura follia. Peccato solo che la mia acuta osservazione non abbia preso in considerazione l’infinito e pianeggiante percorso del Tracciolino nonché il sentiero di salita verso il bivacco! L’idea infatti è quella di salire in auto in val dei Ratti per poi smazzarsi la cavalcata (fatta come se avessimo due pitbull alle calcagne) fino alla confinante val Codera e quindi salire verso l’obiettivo di giornata. Ma appunto, resomi conto dell’erronea quanto infantile valutazione, persisto nello sboronaggio quando mancherebbero solo 1200 metri di salita. Immagino infatti che il sentiero inizi a salire lungo la verticale del pendio e mai mi sfiora l’idea che questo possa entrare nella vallata con un percorso tipo dorso di cammello. Così, quando iniziamo a inerpicarci nella selva oscura dove l’attrezzo più utile sarebbe un machete, mi vedo già comodamente spaparanzato davanti alla scatola di tolla finchè, appunto, il sentiero inizia ad infilarsi nella vallata selvaggia e l’arcano viene svelato. Non mi stupirei di incrociare un orso in questa landa selvaggia che ricorda i documentari sul Canada di Superquark! [continua]

Cengalo: via normale partendo da Como in bici (val Masino, Sondrio)

Posted in vie alpinistiche su ghiaccio e/o misto on agosto 6, 2015 by fraclimb

lunedì 20, martedì 21 luglio

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Chiamatemi pure Ermanno Toro o, se preferite, Herman Bull! Certo, non avrò ripetuto l’exploit del conquistatore del Nanga Parbat sulla Cassin al Badile ma, nel mio piccolo mi ci sono avvicinato, almeno dal punto di vista geografico! Le sofferenze maggiori? Certamente alle chiappe perché, per risparmiare sul peso, non mi sono portato i pantaloncini della bici! E poi le condizioni meteo con temperature quasi a 40 gradi e tassi d’umidità da fare paura anche ad un indio della foresta amazzonica non hanno certo giovato all’impresa che però alla fine sono riuscito a completare in circa 27 ore di movimento effettivo spalmate su due giornate dal gusto pane e Nutella. In realtà l’idea nasce con l’ambizione di raggiungere il Bernina ma, grazie ad un momento di sanità mentale, considero il progetto irrealizzabile e mi trovo così a sorvolare con lo sguardo la catena fino a fermarmi di fianco al Badile, giusto per avvicinarmi anche fisicamente a Herman. Lascio perdere la muraglia granitica anche se per un momento avevo pensato ad un concatenamento folle e mi concentro sul vicino (e poco più alto!) Cengalo. Mentalmente tutto è pronto anche se la salita in bici resta il grosso punto interrogativo e quindi devo solo preparare la bici; recupero il portapacchi del Manduino riuscendo a montarlo con quella maledetta soluzione di fortuna che mi darà gli unici problemi meccanici della scampagnata. Pronti? Via! Alle 7:30 sono in strada; alle 7:40 so di aver dimenticato la relazione! Torno indietro? Manco a pensarci, troppo sbattimento. In qualche modo domani risolverò il problema. Il lago scorre mentre lo zaino, con un equipaggiamento ridotto al minimo, se ne sta comodamente sdraiato sul mezzo. Picozzino leggero e un paio di ramponi semiautomatici sono gli unici attrezzi tecnici anche se non so se sarò in grado di bloccarli alle scarpe basse ma anche questo problema lo risolverò domani! E poi, immancabili, fornelletto e materassino, perchè devo essere completamente autosufficiente (e soprattutto devo preservare il portafogli!). [continua]