Archivio per Maggio, 2024

Engadina: Lagrev (Grigioni)

Posted in scialpinismo on Maggio 9, 2024 by fraclimb

giovedì 25 aprile

Dopo la sveglia del Surgonda, avevo giurato che avrei smesso, invece sono dipendente, non posso proprio farne a meno. O forse dovrei declinare quel “io sono” al plurale perché la Laura mi domanda – Ma il 25 andiamo a sciare? Ma è l’ultima della stagione? – e fa gli occhioni come quando chiedo se possa mangiarmi l’ultimo pasticcino. E, a dirla tutta, non mi spiace nemmeno più di tanto andare ancora coi legni né penso alla sveglia perché alla fine la spinta caiana ha sempre la meglio. Così non resta che vagliare le mete: scartare il Sempione perché il tempo non è dei migliori, eliminare la zona di Montespluga perché l’ideuzza che avrei in mente forse è un po’ troppo e quindi ripiegare nuovamente verso lo Julier. Già ma cosa potremmo fare? La lista del fatto comincia un po’ a riempirsi, d’altra parte quest’anno sembra ci stiamo divertendo a battere una zona fino all’esaurimento. È un po’ come riversare la mentalità colonialista – capitalista nell’alpinismo: spremo le risorse di un territorio fino all’ultima goccia e poi mi sposto da un’altra parte. Così abbiamo fatto nella conca di san Bernardino e, piano piano, sto facendo allo Julier. Quindi alla fine girovago con lo sguardo sulla carta e finisco per finire sempre sullo stesso punto, forse anche perché non ho voglia di impegnarmi troppo a scervellarmi: Lagrev, andremo al Lagrev. Il parcheggio vomita scialpinisti e, se fossero tutti italici, beh, non ci sarebbe nulla di strano ma quando le targhe iniziano ad essere più variegate viene da chiedersi come mai gli altri siano sempre in vacanza. In ogni caso, troviamo un buco nello spiazzo successivo dove lasciamo il Caddy per poi accodarci alla fila che risale il pendio. [continua]

Monte Cimo o Parete Rossa di Castel Presina: Instabilità Emotive e Evitando el Frio (val d’Adige, Verona)

Posted in vie alpinistiche su roccia on Maggio 7, 2024 by fraclimb

sabato 20 aprile

Fraclimb è tornato! Oppure i gradi del monte Cimo sono fuffa buona per l’autostima. Propendo più per quest’ultima ipotesi ma ad ogni modo, se anche fosse, portarsi a casa ogni tanto qualche soddisfazione non è poi così male per il proprio ego. Tutto parte dal Walter e dalla sua idea di andare a fare una vietta: d’altra parte bisognerà pure ricominciare se, almeno sulla carta, per l’estate si punta a mirabolanti imprese dove probabilmente dovrò comunque rispolverare le mia tecnica di staffata sull’erba. Ma, prima di tutto, è necessario levare la ruggine anche perchè qui rischio di dimenticarmi come si faccia l’otto! Così guardo la relazione: studio i gradi (soprattutto l’obbligato) e la tipologia e vicinanza delle protezioni e quelle caratteristiche che una volta avrei snobbato, ora diventano un imperativo imprescindibile. Cosa ci potrebbe essere di caiano in una salita con avvicinamento in discesa (!) di poco più di un quarto d’ora, solide protezioni a fix (e con chiara indicazione che non serva null’altro per integrare) e un obbligato che sfiora il limite umano (ma che in falesia è un grado per lo più snobbato)? Sì, insomma, un’aberrante salita plaisir! Mi tornano in mente tutti i miei commenti sulle pareti di Bard e dintorni – Posto del cazzo! Parete da FF! Che gusto c’è a scalare con l’autostrada che ti passa sotto le chiappe? – già perché io una volta (appunto, una volta) puntavo a ben altro! E il monte Cimo? In cosa si differenzia? Beh, il calcare non è certo lo gneiss: guardo la parete e spero che nessun pezzo del puzzle mi rimanga in mano e, in effetti, così sarà. Sullo gneiss non hai nemmeno questo brivido. E, comunque, se qualcosa dovesse staccarsi, beh, difficilmente lo si potrebbe raccontare visto che poi nello stato di tartare di climber risulta difficile prendere in mano la tastiera del PC. [continua]