mercoledì 25 aprile
Mi sento carico e affamato. Ho una stramaledetta voglia di fare una via senza però dover mangiare erba e terra o, peggio, ricorrere a insoliti e dimenticati stratagemmi per uscire dalla parete. Così sfoglio la guida del Ticino alla ricerca di qualcosa che possa rispondere alle mie difficili esigenze: nessuna salita plaisir (per cui provo una certa avversione) e arrampicata da lotta falesistica! Non impiego molto a trovare la prescelta e così lancio la proposta ai ravanatori. La pallina però cade nel vuoto, rimbalza sul campo e poi rotola via abbandonata. La zia d’America venuta in visita, un’interessante conferenza sulla relazione tra l’allineamento di Giove e Saturno e la caduta dell’impero Maya o, più semplicemente, lo schermo di WhatsApp su cui rotolano le palle d’erba dei film Western sono le risposte che riesco ad ottenere eccetto per Gughi che, credo con qualche punto interrogativo, accetta la proposta trovandosi così ad inseguire il mio deretano su per l’avvicinamento.
Mi sento come un segugio alla ricerca dei tartufi: fiuto l’aria alla ricerca degli ometti e poi, individuato l’obiettivo, cavalco tra i massi finché la mia corsa verticale si arresta alla base dell’attacco. Guardo la parete e la fila di fix mi lascia un attimo interdetto: non sarò mica incappato nella classica via ticinese super protetta? Oramai siamo qui e non ho certo intenzione di mettermi a fare lo schizzinoso così mi preparo e inizio a salire. Sopra il primo fix sono già nella merda: una lavagna liscia con una impercettibile micro tacchetta per i piedi. Ringrazio la chiodatura ravvicinata svelando la mia doppia personalità di codardo poi estendo al massimo il braccio sfruttando l’effetto uomo di gomma fino ad un corrugamento della roccia che, nella mia testa, dovrebbe essere una specie di proto-tacca e, pregando che la suola della scarpetta resti appiccicata alla minuscola asperità, mi alzo oltre il passo duro. Se questo dev’essere un assaggio di quello che ci aspetta, credo che tra non molto butteremo le doppie! Invece la scalata prosegue senza intoppi e anche piuttosto rapidamente tanto che alla base del primo tiro duro mi sento in vena di provare la libera estrema. [continua]