sabato 16 marzo
E alla fine ritorna! Metri nuovi: 0; motivazione: affondata in un buco nero. Il più grande problema insoluto delle Alpi resta ancora tale! Tutto nasce a causa o per merito (devo ancora raccogliere e riordinare le idee) delle previsioni meteo. Questo inverno proprio non vuole decidersi a cedere il passo e, con l’ennesima perturbazione, porta ancora neve e vento tempestoso che soffiano via i sogni di quota di Luca. È lui a rivoltare la frittata e a ribattere sul chiodo sopito; a me non era nemmeno passata per l’anticamera del cervello! E mentre mi accingo a sprofondare nelle calde coperte, un sorriso a 32 denti mi si stampa in volto; ora abbiamo l’arma in più: un vertiginoso passo in avanti nelle qualità e potenzialità tecniche del team d’assalto. Si, perchè oramai è una guerra, una lotta senza frontiera, chiodo dietro chiodo, staffata dietro staffata alla spasmodica ricerca dell’urlo “vetta!”.
La porzione di Grignetta che ci interessa è sostanzialmente pulita dalla neve: ne resta un po’ nei canali ma nulla di particolarmente preoccupante. Per precauzione infiliamo comunque i ramponi nello zaino, giusto per aggiungere qualche etto ad un peso che, evidentemente, non pare degno dell’impresa. Ma i ferri, nonostante il canale d’accesso alla parete-della-gloria-imperitura sia impataccato di neve gelata, resteranno all’asciutto per tutta la giornata.
Caricato il consueto marasma di materiale, parto così per il primo tiro: salgo con circospezione fino alla clessidra quindi, dopo alcuni metri su roccia bruttina, agguanto la scolorita corda che penzola dalla sosta e che mi permette di superare agilmente l’infido prato verticale. [continua]