sabato 29 agosto
L’occasione è propizia e probabilmente anche l’ultima dell’anno per tentare un progetto che, già da un po’ di tempo, si è insinuato nella mia mente come un tarlo e così alle 4:15 mi trovo a cavalcioni della bici che si immerge nell’oscurità della notte.
Solo verso Dongo posso finalmente pedalare a luci spente, mentre le montagne che guardano da nord il Lario si nascondono timide dietro una fitta coltre nerastra. Il lago termina e io mi avvio verso la Val Chiavenna: alle 7 sono a Verceia e a breve lascerò il mio mezzo. La salita che sale la prima parte della Val dei Ratti se è una manna per chi usa mezzi convenzionali di locomozione, è invece un vero calvario per il ciclista. E’ una salita non eccessivamente lunga, ma decisamente ripida, quel tanto che basta per caricare di acido lattico le gambe prima della successiva sfacchinata.
Verso le 7:30 inizio finalmente la mia camminata: rispetto i programmi del giorno prima ho recuperato un quarto d’ora che, unito ai 45′ della partenza anticipata, si traduce in un’ora di tempo guadagnato. Nonostante ciò, cerco di spingere sull’accelleratore: supero rapidamente la diga e quindi le case di Moledana per poi ritornare sul versante destro orografico della valle. Nel frattempo, alle mie spalle, nuvole scure si sono date convegno, nascondendomi la vista dell’alto lago; i tuoni non tardano a rombare, ma sono molto distanti e il loro frastuono mi giunge ovattato. Guardando verso monte, la situazione lascia meglio sperare e così proseguo imperterrito nella mia marcia, superando la rampa che conduce all’alpe di Camera dove intendo fare la prima sosta dalla mia partenza da Como.[continua]