mercoledì 05, giovedì 06 gennaio
Se il buongiorno si vede dal mattino, noi iniziamo col piede sbagliato. Bastano infatti pochi tornanti nel bosco perchè finiamo diritti e ben presto ci troviamo a inseguire un sentiero per capre con i rami che si avvinghiano agli zaini che torreggiano sopra le nostre spalle. Il Walter è sempre più perplesso mentre il sottoscritto prova a salire ancora un po’, giusto per togliersi anche l’ultimo dubbio (come se già non fosse chiaro che da qui non sarei mai potuto passare con gli sci in spalla) finchè finalmente decidiamo per l’unica opzione saggia: girare i tacchi e cercare il sentiero giusto che, dopo una breve discesa, si snoda evidente tra gli alberi. Riprendiamo così a salire fino ad arrivare in vista del vicino rifugio ed è qui che Eolo inizia a tuonare isterico: vortici di neve gelata si alzano e ci colpiscono ma d’altra parte la cosa non ci giunge inaspettata, altrimenti non saremmo venuti a cercare riparo da queste parti. Solo che, a quanto pare, almeno per oggi, le difese dalla furia dei venti sembrano un vero colabrodo. Mi tiro su il cappuccio e supero gli ultimi metri mentre il Walter è già sparito al riparo del bivacco invernale. Nella struttura c’è un certo tepore ma è solo l’effetto dell’essere scampati dalla tormenta perchè la sera il termometro non segnerà più di 3 gradi! Fuori, intanto, Eolo fa un casino che metà basta sbattendo il cavo dell’asta della bandiera e facendo risuonare la struttura col suo suono metallico; a tratti mi viene il dubbio che sia qualcosa di più grosso a venire mosso dal vento ma, imperterrito, preferisco convincermi che non corriamo alcun rischio di trovarci col tetto divelto. In ogni caso, per maggior sicurezza, mi infilo un po’ di più sotto il sacco a pelo e la coppia di coperte cercando di recuperare e tenermi stretto quel poco di calore che riesco a produrre. [continua]