Corno Lino: Goodbye Moira (val Camonica, Brescia)
domenica 14 gennaio
Sono combattuto: da un lato mi stuzzica l’idea di andare in Antimedale o in Medale per poter dormire oltre quel pigro del sole, dall’altro corro il rischio di andare a ripetere qualcosa di già fatto. D’altra parte l’alternativa scovata sulla guida del Bertolotti richiederebbe l’abbandono del piumone quando Apollo ancora ronfa alla grande ma sarebbe anche un posto nuovo da aggiungere alla mappa personale caiana. Così mi faccio tirare tra pigrizia e voglia di novità finché quest’ultima da lo strattone finale e mi porta definitivamente dalla sua parte.
Superiamo Boario Terme paese all’apparenza stimolante come una sera nebbiosa di novembre e poi ci inerpichiamo verso la parete che sembra lottare contro la vegetazione imperante: almeno in questo l’ambiente mi risulta famigliare. È come andare sulle pareti sopra Lecco: da sotto ci si domanda se sia più utile la serie di friend o il decespugliatore ma, quando si scala, ogni dubbio si dissolve e si scopre che, a volte, potrebbe essere meglio un po’ di malta! Fa un freddo pungente e le nuvole velano l’arrivo del sole ma ci carichiamo lo stesso gli zaini e iniziamo la passeggiata nel bosco. Credo che quando imparerò a informarmi sulle condizioni meteo con la stessa solerzia con cui nei fine settimana mi vado a ficcare in qualche casino, sarò finalmente dipendente dell’Inps! Scongelati dopo la breve sfacchinata arriviamo quindi a ridosso della parete, una specie di coacervo di roccia e arbusti con la prima che non sembra per nulla male mentre l’arroganza dei secondi sfiora quasi il ridicolo vista la loro stitichezza. Individuiamo il presunto attacco e, dopo aver rincorso la palla del piumino e per un attimo essermi domandato se venire nel bresciano debba per forza tradursi in un salasso economico, iniziamo ciò per cui la sveglia mi ha buttato giù dal letto alle 5.
Parte il Jag ma l’istinto caiano di puntare verso l’alto lo porta fuori strada: d’altra parte potrebbe non essere così chiaro che già al primo arbusto bisogna svoltare a destra. Il risultato è che mi spedisce un pacco di calcare lungo una ventina di centimetri che si va a frantumare alcuni metri più a destra e in basso rispetto a dove mi trovo. [continua]
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