Albigna: la Diagonale
sabato 17 gennaio
Quando scendiamo dalla macchina, una pungente brezza ci da il benvenuto in Val Bregaglia. Prepariamo gli zaini e partiamo alla volta delle cascate dell’Albigna. Per aiutarci nell’avvicinamento, portiamo con noi gli sci, ma fortunatamente la traccia è già battuta facilitando così la marcia. Il sentiero si snoda tra i massi imbiancati del greto del torrente obbligandoci a continue svolte: sembra di essere nelle fauci di un ghiacciaio tribolato! Raggiungiamo il pendio finale che ci separa dalle cascate dove alcune cordate stanno ultimando i preparativi: la neve è dura e mi costringe ad un sapiente uso delle lamine.
Il nostro obiettivo è la Diagonale, una tra le più semplici cascate della zona. Ci accodiamo dietro quattro ice-climber: non mi aspettavo un simile affollamento in un posto così isolato! Ma l’ambiente è decisamente incantevole e giustifica la fatica necessaria per raggiungere questa enorme colata.
Inizia Cece che supera il primo tratto, quindi il sottoscritto lungo un tiro di raccordo che ci conduce al salto terminale. Le due cordate che ci precedono si sono spostate sulla sinistra, dove il tracciato è un po’ più semplice. Sono attratto dal muro sulla destra, sia per evitare i blocchi di ghiaccio che inevitabilmente ci vengono spediti dagli altri alpinisti, sia perchè la linea sembra un po’ più impegnativa. Cece quindi riprende la salita stando piuttosto diritto, dove il ghiaccio presenta un caratteristico colore giallastro. E’ appena arrivato in sosta, quando una cornice alla nostra destra decide di abbandonare la sua posizione per venire a farci visita. Fortunatamente la neve che la costituisce si frantuma poco più in alto e vengo colpito solamente da un’inconsistente e gelida nuvola polverosa. L’esperienza non scalfisce i miei propositi e anzi, come caricato dalla fredda lavata, completo la lunghezza e mi accingo a superare la restante parte del tiro. Ho adocchiato un breve passaggio verticale e voglio provare a superarlo. Così inizio a scalare spostandomi leggermente verso sinistra, fino a raggiungere il tratto ripido. Riesco a salirlo senza troppa ansia e quindi a uscire dal muro, concludendo la cascata: comincio già a vedere dei miglioramenti rispetto le prime volte!
Con un tiro di raccordo, raggiungiamo la linea di calate e quindi la base della cascata. Mi attende una bella sciata fino alla macchina, mentre Cece, che aveva abbandonato gli sci poco dopo il ponte sul torrente, dovrà faticare ancora un po’. La neve però non è in buone condizioni, inoltre lo zaino certamente non leggero non facilita il compito favorendo una postura a dir poco seduta! Comunque supero rapidamente il tratto ripido iniziale e quindi mi butto nel mio piccolo Icefall: il greto del torrente! Sciare in mezzo a questi massi e con un discreto peso sulle spalle rasenta l’utopia e quindi in alcuni tratti sono costretto a togliere gli sci, mentre in altri mi trovo costretto ad applicare un po’ di semplice freestyle!
Alla fine la nostra auto prende il via verso le 18:00, quando il sole è calato già da tempo e l’oscurità ha preso il sopravvento.
Rispondi