Val di Mello: Alkekengi

sabato 4 ottobre

Per l’occasione si riforma la cordata di Self Control, con Rufus che non tocca roccia da mesi! E l’obiettivo è “Mani di Fata” all’Alkekengi. L’avvicinamento si svolge lungo una valle ancora addormentata e sopra i 1700/1800 già imbiancata dalla prima neve di stagione. Sopra le nostre teste, sul Disgrazia, si levano turbinii tempestosi mentre in basso non si sente un alito di vento, anche se l’aria del mattino è comunque pungente.

Ben presto raggiungiamo l’attacco dove ci leghiamo. Parto per il primo tiro: fessurina, traversino in placca, superamento di un saltino e poi ancora placca delicata fino alla sosta su albero. Il tiro è protetto discretamente con gli spit ne’ troppo vicini ne’ troppo lontani. La lunghezza successiva è costituita da una facile fessurina da proteggere (friend piccoli) e poi da un tratto in placca. L’arrampicata non è tecnicamente difficile, ma dall’ultimo spit alla sosta si è accompagnati da un lungo run-out (circa 10-12m) con il superamento di un piccolo saltino quando la distanza con l’ultima protezione è considerevole. In effetti è presente il buco per uno spit, che però manca! E per rendere la salita più frizzante, proprio all’altezza del saltino ho un piccolo “sbandamento” che fortunatamente riesco a controllare evitando un lunghissimo volo!

Sono in sosta. Mi guardo attorno: la via alla mia sinistra mi sembra troppo vicina. Guardo la guida. Maledizione! Mani di Fata è là in fondo! Abbiamo attaccato su “Anca Sbilenca“, la via a destra del nostro obiettivo. Con un po’ d’amaro in bocca, riprendo la scalata: ancora placca ed è ancora richiesta attenzione. Il quarto e ultimo tiro presenta le maggiori difficoltà in libera. Raggiungo a fatica il primo spit e inizio una serie di “azzeramenti” per superare il 6c+, fino a un delicato passo in traverso obbligato. Mi muovo lentamente, spostando il peso sulle scarpette nella speranza che si mantengano incollate alla roccia. Poi finalmente raggiungo lo spit successivo. Tirando altre protezioni (tra cui anche un C3) raggiungo la sosta finale da cui iniziano le calate.

Avvicinamento e relazione. Presso le baite di Cascina Piana (dove c’è la fontanella) si prende la traccia a sinistra, abbandonando il sentiero principale. Si prosegue per alcune centinaia di metri e, poco prima che il sentiero si ricongiunga con quello principale, si svolta a sinistra per traccia inizialmente su prato e quindi nel bosco. La traccia diventa più evidente fino ad arrivare alla base dell’Alkekengi. Costeggiare verso destra la placca; inizialmente si cammina in salita (superando un evidente tetto che taglia la parete), poi si ridiscende per alcuni metri. Ci si trova sotto l’attacco di “Colibrì” (spit con cordino visibile) e si prosegue nuovamente in salita fin quasi alla fine della placca. L’attacco di “Anca Sbilenca” è in corrispondenza di alcuni abeti in una zona fessurata, mentre “Mani di Fata” è poco sotto presso una cengetta (spit visibili).

Per Anca Sbilenca sono necessari una dozzina di rinvii, consigliati friend piccoli (fino all’1) e due corde. Con due mezze da 60, si riesce a saltare la sosta di L3, arrivando però circa mezzo metro sopra la sosta (nodini alle corde!). La via e spittata discretamente. L1 (6a): partenza in una zona fessurata, con masso leggermente staccato dalla placca. L2 (5a): lungo run-out dall’ultimo spit  prima di raggiungere la sosta. L3 (6a); L4 (6c+ o A0): è presente un passo in traverso molto delicato che, a mio avviso, ha una difficoltà superiore al 6a dichiarato come obbligato; dall’ultimo spit, salire per traccia verso sinistra fino alla sosta.

Una Risposta to “Val di Mello: Alkekengi”

  1. […] per la mancanza di un friend grosso. Dal canto mio, avevo raggiunto la base dopo la salita di Anca Sbilenca, senza però infilarmi nella fenditura. Questa volta siamo determinati, anche perchè disponiamo di […]

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