Self Control
sabato 5 aprile
Tutto è nato per caso. Ieri sono andato con il Clod a Carate, giusto per “sgranchire” un po’ le braccia, e mi dice: -Rufus mi ha proposto di andare in Valle- e io: -Per fare che?- -Mah, le risposte di Bakunin!- -Mmmh interessante!- Mi fiondo su internet a cercare delle informazioni; e ne trovo parecchie. Ma un po’ discordanti: si va da un obbligato di VI- a uno di VII+; ma il bello sta sul primo tiro: in una relazione è valutato V, in un altra VII+! Riferisco al Clod che mi risponde: -Andiamo a fare Self Control!-
Siamo in Valle. La meta è stata decisa già a Montorfano: Precipizio e quindi le placche di Self. Ci imbraghiamo e iniziamo a salire a destra del torrente della Val Livincina. Il sentiero è ben marcato, poi al primo salto di roccia si attraversa il fiume (solitamente in secca) per salire alcune placche e puntare un paio di faggi che coprono una parete strapiombante. Raggiunto l’albero più a sinistra, si incontra la prima corda fissa, segue un tratto più facile fino ad un’altra fissa che sovrasta un bel salto sopra la Val Livincina. Si prosegue assicurati alla corda ritornando sull’altro versante, dove si sale sfruttando un’altra fissa. Pochi minuti di cammino e si arriva alla cengia del precipizio e quindi all’attacco della via (1h e 15’/30′ dal Gatto Rosso).
Il primo tiro è una bella e non banale fessura di 5c+ interamente da proteggere. Poco prima della metà, penzola un cordino: sarà fisso a qualcosa o semplicemente appoggiato? Lo raggiungo dopo aver piazzato un paio di friends: il cordino è bloccato da un masso usato a mo di cuneo. Mi da una sicurezza… Il passo che segue mi da del filo da torcere: in dulfer e aiutandomi con qualche incastro riesco a superare indenne il tratto ostico e quindi a venire a capo della fessura. Dal cordino in avanti, è impossibile proteggersi e quindi un volo è assolutamente da evitare: decisamente più arduo delle fessure di Luna! Segue un facile tiro (3a) e quindi un’altra stupenda fessura di 5b. L’arrampicata è decisamente più semplice e fluida che sul primo tiro, ma anche qui c’è un bel tratto improteggibile (forse con un 4 BD ci si può arrangiare, peccato che io arrivi al 2!). Praticamente alla fine della fessura, sulla placca a sinistra, c’è una bella sosta: con un infido e aleatorio traverso su una vena appena accennata la raggiungo. Alzo gli occhi. C..o! La sosta è 5m sopra di me; questa appartiene a una via-suicidio che corre a sinistra di Self Contol (Pajarracas Brujilda, 6c+ obbl). Ripercorro il traverso e riprendo la fessura fino alla sosta. Vengo quindi raggiunto dai miei due compagni d’avventura, Clod e Rufus, che se la stanno cavando egregiamente.
A questo punto entriamo nel regno del Clod, il forte placchista. Da qui in poi, i friends possono accomodarsi sui due porta-materiali posteriori, e iniziano così ad ammirare la Valle che indossa ancora gli abiti invernali. Parto per questo tiro di 6a d’aderenza: i primi movimenti non sono semplici, ma raggiungo lo spit. Il viaggio riprende (e proprio di un viaggio si tratta): infiniti movimenti, le scarpette accarezzano la roccia alla ricerca della più piccola asperità. L’attrito è mio amico e compagno, mentre gli altri due (Rufus e Clod) si allontanano sempre più. Concentrazione. Alè. Dai che ci sei. Sosta. La corda è praticamente finita ( quasi 50m di tiro) e sono separato da quella di partenza da soli 5 spit, su difficoltà sempre omogenee! Il tiro che segue (il V) è valutato 6a+: presenta un salto ostico, ma ben protetto e poi un arrivo impegnativo alla sosta (dove dovrebbe eserci il passo di 6a+); ma è nel complesso più semplice del precedente e questo spiega perchè la IV lunghezza sia stata attrezzata dall’alto, mentre la penultima sia stata aperta dal basso. L’ultimo tiro è decisamente più semplice e riposante (5b), anche se praticamente improteggibile. Tra l’altro, sviato probabilmente da un cordino penzolante e dalla cordata che ci precedeva, devo aver sbagliato l’itinerario. Salgo infatti diritto, fino a raggiungere il muro che sovrasta le placche dove ci troviamo: qui trovo solo un friend incastrato, ma della sosta nessuna traccia. Mi guardo in giro e ne scorgo una a circa 10/15m sulla sinistra. Comunico la situazione agli altri: preferiscono rinunciare e quindi io mi cucco una bella calata su friend!
La discesa avviene lungo la via (eccetto l’ultima calata su albero, sotto la verticale della sosta conclusiva di L3) e poi lungo le soste di Piedi di Piombo all’altare.
Beh, che dire? Ringrazio Rufus e Clod per l’aranciata al Bar Monica e chiudi con un appunto: mi sono squagiato di più sulla prima lunghezza che su quelle d’aderenza!
aprile 6, 2008 a 8:02 PM
bravo, complimenti!!
ho mandato “in produzione” le staffe..a breve possimo avviarci all’arrampicata psicoartificiale. non ho scalato ma dai miei recenti giochi con cliff heads e beaks ho imparato un po’ di cose utili. 1 proteggere gli occhi! 2 i beaks sono una grande invenzione. 3 salire sui ganci è maledettamente psicologico. 4 se a mettere un heads ci si impiega meno di 5 minuti il volo è garantito.
aprile 7, 2008 a 4:24 PM
giusto per rimanere in tema di autocontrollo! 🙂
aprile 22, 2008 a 10:17 am
http://www.valdimello.it/v2/User/asp/Vdm.asp?a=91
ottobre 7, 2008 a 9:20 am
[…] l’occasione si riforma la cordata di Self Control, con Rufus che non tocca roccia da mesi! E l’obiettivo è “Mani di Fata” […]