Cima di Barna – vento, vento, vento!
domenica 27 gennaio
Sabato: consueta visita in falesia; siamo andati ad arrampicare sull’unto di Scarenna che, con le temperature “estive” del pomeriggio, era ancora più difficilmente domabile!
La giornata di oggi ha visto il sottoscritto e Luca impegnati in una quanto mai epica e ventosa salita di scialpinismo. Subito la giornata ha levato i veli, mostrando la sua furia: Eolo era decisamente in gran spolvero! Superato Madesimo, siamo saliti verso Montespluga, ma poco dopo un tornante la strada era bloccata: una coltre bianca e polverosa si era deposta sulla striscia d’asfalto, impedendo il passaggio. Unica soluzione: retromarcia fino alla curva e inversione!
Torniamo così sui nostri passi, mentre dalle cime si alzano turbinii di neve. Che si fa? Oramai siamo in ballo, la musica è ad alto volume: non ci resta che inforcare gli sci e salire alla Cima di Barna (MS, 1500m di dislivello)! Lasciamo l’auto poca sopra Isola e ci immettiamo sulla stradina che entra in Val Febbraro. Siamo riparati dalla furia di Eolo, ma più in alto la situazione è decisamente differente.
Proseguiamo in direzione del Pian dei Cavalli e raggiunto un gruppo di case intorno ai 1800m, tagliamo per il bosco, abbandonando la pista: gli ululati si fanno più intensi tra i rami dei larici, ma siamo ancora abbastanza riparati dal vento che spira da nord.
Raggiungiamo un pianoro e ci dirigiamo in direzione di un costolone che risaliamo: probabilmente la traccia originale passa più a sinistra, dove il pendio è decisamente più dolce. L’alito di Eolo ci sferza sul viso, mentre siamo avvolti da un turbinio di gelidi cristalli di neve. Fortunatamente il vento non è continuo o, per lo meno, il suo impeto è alternato a momenti più quieti. In cima al costolone siamo però accolti da una forza ancora maggiore, mentre la neve si innalza nell’aria: dobbiamo attraversare un vasto altopiano verso ovest (Piano dei Cavalli) che non offre alcun riparo dalle folate.
Intanto, sulla spalla che conduce alla visibile vetta posta a chiusura del Piano verso occidente, Eolo si diverte a sollevare candide nubi nevose e a spostarle più a sud. Noi dovremo salire da lì, con un ritmo di marcia che spesso deve essere interrotto proprio per le impetuose raffiche.
Sulla vetta (dove difficilmente si riesce a mantenere la posizione eretta) non c’è nemmeno il tempo per togliere le pelli: bloccati gli attacchi cominciamo la discesa. Al primo attimo di tregua mi butto a terra con l’intento di levare le pelli. Siamo quasi giunti al termine delle operazioni, quando Eolo riprende a sbuffare, coprendoci in poco tempo di neve. La discesa può finalmente riprendere, ma è spesso interrotta e resa piuttosto complicata dal vento contrario.
La sensazione è quella che la forza mostrata dal dio del vento non abbia intaccatto i nostri spiriti, infatti quando ci troviamo al riparo del suo impeto indiavolato, sbagliamo strada, scendendo più a destra del dovuto. Siamo così costretti a sciare attraverso un bosco ripido e piuttosto fitto, e poi dal tracciato di uno skilift abbandonato, fino a raggiungere Isola.
This entry was posted on gennaio 28, 2008 at 11:04 am and is filed under scialpinismo with tags cima di barna. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site.
gennaio 28, 2008 a 6:23 PM
bravi per la voglia di far fatica e per la perseveranza.
ma cavolo! l’avevo detto a luca che c’era favonio…ieri era giornata da orobie o cmq lontano dalla cresta principale.Le gite a sud in questi giorni hanno un firn da paura…no no col favonio allo spluga non si va 🙂 e poi la cima di barna è una rogna per il pianone.
oggi io Lario-Firn alla cima di Pianchette, sole sole sole 😉
alla prossima
gennaio 28, 2008 a 7:11 PM
Ciao Fra!
Complimenti per il Blog! Il documentario della via in Medale è fatto veramente bene.
Se hai tempo fai un file zip e manda le foto del Civate bloc al mio indirizzo Mail…
Buona Serata!
Guido
gennaio 29, 2008 a 2:57 PM
Beh, di orobico c’è stato il bosco finale!
E il pianone, già è una rogna, ma fatto col vento contrario è ancora peggio!
febbraio 2, 2008 a 12:46 PM
nonostante tutte le sfighe siete comunque arrivati in cima….bravi! io sarei tornato indietro dall’amico locandiere a bere un cappuccino e una brioches con la crema di marroni…..mmmmmm…..marroni!
P.S bello il blog e belli anche i filmati….. poi mi dovrai raccontare bene la via degli istruttori…. ogni tanto quando sei in uni passa in biblio che praticamente son sempre li! ola
novembre 24, 2008 a 6:15 PM
[…] altre decisamente più impegnative. Tra le uscite di sci alpinismo vorrei ricordare la ventosa cima di Barna e il Lagrev, più che altro perchè ha decretato l’inizio dell’agonia della mia […]
febbraio 17, 2009 a 9:07 PM
[…] di Barna, freddo e vento vanno a braccetto! Per lo meno questa è la deduzione che consegue alla seconda uscita su questa […]