Corno del Nibbio e cresta Segantini (Grigna)

sabato 27 agosto

RELAZIONE

Voglio sperare che non sia l’inizio della beffa con cui il tempo si diverte a manovrare i nostri programmi come il burattinaio con i pupazzi: tempo bello, caldo e stabile in settimana, freddo, bufera, cataclisma nel week end! Avevamo già programmato tutto e già fantasticavo sulla salita: mi vedevo attaccato all’unica insignificante asperità nel vano tentativo di progredire verso l’alto. E invece niente: venerdì arriva la perturbazione, nella notte si diverte a bersagliare la catena alpina per poi concludere i festeggiamenti il sabato in mattinata. Risultato: i nostri sogni di gloria svaniscono in un lampo e ci troviamo costretti ad optare per una giornata in falesia.

Siamo solo io e Cece; il richiamo della montagna è comunque sempre forte così ci spingiamo fino alle pendici della Grignetta, ben sapendo che dovremo poi rintanarci sotto la parete del Nibbio. Se non altro, per noi è una falesia nuova. Le guglie della Grigna sono avvolte da un fitto via vai di scure nuvole che ricoprono come un cappello tutte le pareti: ogni nostro sogno alpinistico si infrange contro l’instabile muraglia grigia e a noi non resta che confrontarci con la parete del Nibbio. Ci portiamo all’estrema sinistra con l’intento di salire le lunghezze più abbordabili finché, durante la salita di un tortuoso 6b, iniziano a cadere pesanti goccioloni che si frantumano a contatto con la roccia. Rapidamente torno a terra temendo che, da lì a poco, si possa scatenare il finimondo  e invece tutto tace. Ignorando così il grigio calderone sopra le nostre teste, continuiamo la nostra ripetitiva attività: prima un 6c (che mi viene a vista!) e poi il diedro Boga. Intanto il contenuto del pentolone è arrivato a ebollizione e sulle nostre teste cadono decise numerose gocce di pioggia. A dire il vero, la parete ci ripara dall’acqua ma teniamo comunque buona la scusa per riposare le braccia. [continua]

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