Wendenstocke: Zambo (Berna)

sabato 12 settembre

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Il Wenden dei poveri, la possibilità di capire che, se non ci si decide ad imparare a scalare, da queste parti si combina poco (per non dire praticamente nulla) però, anche solo mettere il naso da queste parti è come una potente boccata d’ossigeno. Guardare i compatti e repulsivi muri soprastanti è un duplice stimolo: ad allenarsi e a cagare!
Questa volta evitiamo il bivacco pre-scalata preferendo la soluzione sveglia caiana all’ennesima notte sotto le stelle. In fin dei conti, se non fosse per l’uscita di casa da licantropo, la scelta non si rivela malvagia e, oltretutto, ci permette di gustarci il panorama verso il Susten. Così, quando arriviamo al parcheggio sotto le pareti, il sole è già alto nel cielo e inizia a scaldare l’aria. Diamo un’occhiata al pilastro di Excalibur dove Antonio è ancora là ad aspettarci, restiamo a bocca aperta per lo sbarco di un’auto bernese tutta al femminile non tanto per la gnoccheria (a dire il vero piuttosto scarseggiante) quanto per il livello e lo spirito di sfida e poi, cercando di renderci invisibili, ci avviamo verso il nostro obiettivo. L’idea Wenden non è per nulla male, soprattutto ora che sono al cospetto dei torrioni ma il dubbio mi resta: non avrò fatto il passo più lungo della gamba? Sebbene ci provi, in fondo resto un caiano per cui la scala Welzenbach si ferma al VI grado e, anche se insisto, la veste da FF mi va stretta: appena posso, tiro il rinvio, staffo, cerco il ciuffo d’erba! Quindi: cosa ci faccio qui? Sarà il gusto della sfida che mi spinge su queste placconate o pregustare il sapore di una vittoria sofferta: praticamente sono le stesse emozioni del caianesimo, il punto d’incontro dei due acerrimi rivali! Così, alla fine, mi trovo all’attacco. Parte Cece che, dopo un passo iniziale enigmatico, sale rapido alla sosta dando il via alla mia scalata. La partenza è sul VI, quindi al limite superiore della scala di difficoltà ma, comunque, ancora al suo interno. Sui libri degli anni 60 si leggerebbe “estremamente difficile”. [continua]

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