Archivio per Lariosauro

Lariosauro, il ritorno

Posted in falesia with tags on aprile 13, 2008 by fraclimb

domenica 13 aprile

Il tempo inclemente del week end non ha permesso di ripetere avventure analoghe a quelle di una settimana fa e così mi sono accontentato di una giornata in falesia con Lorenzo. Sono tornato al Lariosauro, speranzoso di ottenere prestazioni analoghe a quelle della prima volta. Ci siamo scaldati su due 6a: Bella Vista e La Mosca Tzè Tzè (fino alla sosta intermedia); la prima via presenta un passo non semplice in leggero strapiombo che mi ha dato da pensare. Poi, in considerazione della presunta generosità dei gradi, ho voluto provare Friccichella (6c+); il risultato è stato un fiasco completo, con abbandono di una maglia rapida (che poi è stata recuperata da un’altra cordata). Ci spostiamo quindi all’estrema destra della struttura dove saliamo La Gallina Marta e Milù (6b+); il secondo è decisamente più complesso del primo, con una placca molto tecnica di movimento, che una tacca in chiusura che abbiamo trovato umida (riesco a passare solo tirando il rinvio). Attratto poi dal muro in mezzo al Lariosauro mi butto su Mustafà (6b+): arrivo in catena con un paio di resting lungo un tiro continuo, ma generalmente su buone prese. Poi è la volta del 6c a destra (Polentin): riesco a passare il passo chiave (movimento su prese molto piccole) solo dopo alcuni tentativi e le indicazioni di un paio di ragazzi; il tiro presenta solo un vero passo duro, anche se il resto del’arrampicata non è banale e sempre piutosto continua. Per chiudere la giornata, ci spostiamo nel settore L’Isola dei Ghiabbani, dove saliamo Tafanosky (5c): finalmente un tiro semplice!     

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6c a vista!!!!!!

Posted in falesia with tags on febbraio 10, 2008 by fraclimb

sabato 9 febbraio

Come descrivere la gioia e la soddisfazione provate? Beh, pensate di andare dal Melillo e mangiare 5 “cannoncini” e 2 o 3 bignè al cioccolato (per chi non lo sapesse, saranno almeno 3 volte più grossi delle paste normali!); oppure 1.5Kg di gelato gusti noce e nocciola. Sareste nello stesso stato in cui mi sono trovato ieri. Ma andiamo con ordine.

Con il Clod, abbiamo voluto sperimentare il Lariosauro (nomi alla base delle vie): sepevo che i tiri erano un po’ durettti, ma qualcosa di fattibile c’era e quindi, perchè non provare? Lasciamo così la macchina al parcheggio (l’uscita dalla vecchia superstrada è segnata solo con un cartello pubblicitario di un ristorante, comunque è la prima che si trova uscendo da Lecco e passa subito sotto la ferrovia).

Ci fermiamo al settore l’isola dei gabbiani: per scaldarci saliamo due 5c (Pino l’alpino e tafanosky); poi mi sposto sul 6a+ a sinistra (gentlemen) dove mi riesce la on sight (non male, per me). Attirato dalle vie soprastanti, saliamo da ho fatto splash (6a), per attaccare l’unico 6b: birimbau (30m). Alla partenza, come consueto, sollecito il Clod a prestare attenzione e poi inizio la scalata. La prima parte è un placca a gocce: l’aderenza sugli appoggi è ottima e l’arrampicata non è faticosa. Poi arriva la sezione finale su canna; sgiso e parto: sono all’ultimo spit, non ho ancora fatto un resting, sistemo i piedi per scaricare il peso, tiro la canna e… Urlo! Ho chiuso il 6b a vista!

Vista la prestazione, mi sposto subito sul 6c di granburlone: questa volta ci vorrà tempo, dico al Clod, e sicuramente mi appenderò. Infatti, proprio sotto il primo tetto, mi fermo sulla corda; pochi minuti dopo, in catena, mi sarei mangiato le mani: sono appena passato da un tratto più impegnativo (placca strapiombante ben ammanigliata di continuità) rispetto quello dove ho fatto resting! Per poco non mi veniva un 6c a vista!

Scendiamo per spostarci al settore principale, dove attacco la mosca tze tze (6c, 35m con sosta intermedia dopo 22m di 6a). L’idea è quella di arrivare alla sosta del 6a e calarmi: inizio ad essere stanco e per domani mi aspetta il Medale. Poco prima della sosta, parte verso sinistra il 6c: sgiso e inizio a salire (dopo aver ricordato al Clod di stare ben all’occhio); mi aspettano 8/10m continui di placca di 6c lievemente strapiombante su tacche a volte sfuggenti a volte più nette. Ogni rinviaggio mi avvicina alla catena, e ogni rinvio che supero è un resting evitato: arriva l’uscita, le braccia sono piuttosto cotte, ma devo tenere duro. Mi sistemo e infilo la corda nel moscettone di sosta. Questa volta non urlo, ma alzo le braccia al cielo: è il primo 6c a vista che salgo (per di più mettendo le coppie)! Grande!

Unico dubbio: forse i gradi sono un po’ larghi…