Oberhalbstein: piz Platta (Grigioni)
sabato 21 maggio
Settimana scorsa alla radio si parlava di OPG e della loro chiusura. Il cronista, nella sua dotta filippica, sosteneva che ci sia addirittura un 40% della popolazione affetto da pazzia. Quindi, secondo tale teoria, quando mi trovo con Micol, abbiamo la quasi statistica certezza che uno dei due non debba avere le rotelle completamente a posto e lo stesso dicasi quando mi confronto con il mio capo!
La sveglia suona alle 3:30: fuori il buio regna sovrano. Alle 4:00, la macchina rompe il silenzio e alle 6:40 inizio a camminare sci in spalla. Sono poco sotto i 1500 metri di quota e la primavera è nel pieno del suo rigoglio. Ho l’ARVA acceso anche se sono completamente da solo (strano: mi sarei aspettato una frotta di scialpinisti disposti a portarsi i legni in spalla non si sa bene per quanto!) e, al momento non vedo un briciolo di neve: forse la pala che custodisco nello zaino potrà tornarmi utile per scavare le patate!
Fiducioso, cammino di buon passo su per la mulattiera ma, a causa dello sviluppo considerevole, dopo un’oretta, mi trovo solo 400 metri più in alto rispetto la partenza. Se non altro, lo spettacolo che mi si para dinnanzi ripaga della fatica e della levataccia: l’immenso prato che ho davanti è infatti un tipico esempio di costume d’Arlecchino mentre più sopra la cima del Platta veste i panni di Pulcinella o, se vogliamo, di un tifoso juventino. Evidentemente la natura ancora ferma al Carnevale deve risentire del ritardo temporale dovuto all’altitudine!
Intanto attraverso un breve autunno lungo il sentiero estivo che sale sul versante sinistro per infilarsi poi nella valle laterale che gira attorno alla parete del Platta. Intorno ai 2100 metri di quota e dopo 1 ora e 3 quarti di portage compio l’ultimo salto nel passato e posso finalmente inforcare gli sci. [continua]
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