Grignone: cresta di Piancaformia (Lecco)
domenica 15 maggio
Se me l’avessero detto, probabilmente mi sarei fatto una grassa risata e avrei continuato a ridere fino ad una manciata di metri dalla cima quando oramai era palese che l’oracolo di Delfi questa volta non l’aveva sparata grossa.
E pensare che la sera prima eravamo intenti a cercare una gita sopra Bellano senza però riuscire a cavare un ragno dal buco salvo qualche insignificante passeggiata dal dislivello ridicolo o delle vere e proprie mazzate. Alla fine, ampliando il raggio d’azione, riusciamo a scovare tre itinerari un po’ più nell’interno della Valsassina e che però non ci permetterebbero di gustare della vista del lago così, alla fine, è ancora Boris a lanciare la proposta della salita al Grignone passando dal Bietti e poi dal tratto finale della Piancaformia. Perchè allora non tentare l’intera cresta evitando tra l’altro il noioso sentiero che in falso piano porta fino al rifugio? Così, poco oltre la bocchetta di Prada, ci separiamo dal gruppo caiano cui ci siamo invischiati e attaccati come un insetto sulla carta moschicida. Il vento ci schiaffeggia senza ritegno. Perchè dobbiamo soffrire? Mi chiede Micol; perchè questa è la base del caianesimo! In effetti non ha molto senso ma confido nelle possibili vie di fuga: se la situazione dovesse farsi insostenibile, potremo sempre tornare sul sentiero a lago e levarci di torno Eolo. Invece ben presto la situazione migliora anche perchè il sentiero abbandona il filo di cresta per spostarsi sul versante occidentale della montagna. Oramai superata la schiena di mulo oltre il bivio per il Bogani, alcuni brevi e facili passi d’arrampicata aggiungono un po’ di pepe alla salita ma, contemporaneamente, iniziano a minare l’equilibro psichico della combriccola. Il tracollo arriva con le prime chiazze di neve ma oramai siamo in ballo e non possiamo quindi che continuare ad andare avanti. Come un generale ottocentesco, spada sguainata, incito e tiro la fila ricavando comode peste con le scarpe basse che, chiaramente, ben presto iniziano a fagocitare neve. [continua]
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