Torre Crisalva: tentativo (Grignone, Lecco, II)
sabato 06 giugno
Torno sul luogo del misfatto, di fronte alla parete dove ho sperimentato l’efficacia dell’autosicura. Di fronte al nemico, oramai passata l’adrenalina della battaglia, il raziocinio ha il sopravvento e il “grande” volo si riduce ad un salto di soli 6 o 7 metri, nulla a che vedere con quello che la strizza mi aveva dato ad intendere! Ma non mi sono certo sobbarcato quasi due ore di marcia forzata riversando gran parte dei miei liquidi nelle trame della maglietta, solo per il gusto di misurare e soppesare quanto Newton fosse riuscito a tirarmi verso il basso, piuttosto voglio cocciutamente dimostrare allo scienziato che se all’andata ha avuto facile vittoria, al ritorno la partita finirà diversamente. L’esperienza comunque qualcosa insegna e, questa volta, non sono il solo ad osservare attentamente la roccia: mi carico quindi all’inverosimile di materiale e ritorno a mettere le mani sul duro e ipnotico elemento sotto l’attenta supervisione del Dani. Ma la spavalderia e l’audacia di due settimane fa hanno preso il largo lasciando il posto alla cocciuta testardaggine che mi sospinge verso l’alto. Il rintocco cadenzato del martello rompe così il silenzio mentre il chiodo non ne vuole minimamente sapere di entrare: provo con ogni fessura, buco e anfratto ma il risultato è sempre negativo; ogni volta incontro strutture cieche e il ferro, quando va bene, riesce ad entrare solo per metà. L’ostinazione è dura da battere ma, alla fine, alzo bandiera bianca e torno sui miei passi: per le mie capacità da lì non si passa e il sogno si infrange fragile contro la compattezza della placca.[continua]
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