Triangolo lariano: san Primo (Como, 2)
domenica 22 febbraio
Siamo oramai al traguardo e tutto è filato liscio ma l’attrezzo infernale, proprio poco prima di raggiungere la strada ora pulita, decide di rompersi. O io ho qualche problema durante le discese, oppure dev’esserci una qualche congiura da parte delle ciaspole nei confronti del sottoscritto: quasi tutte le volte sembra che, se non rientro all’auto con un qualche problema, non mi senta appagato!
Già al mattino, la situazione stava prendendo una piega storta: visto il tempo non proprio ottimale qualcuno di noi infatti inizia a mettere in forse l’ormai classica ciaspolata dell’AG. Ovviamente resto dell’alto partito, tanto più che è previsto un miglioramento e, a quest’ora, non saprei poi cosa fare di preciso. Alla fine comunque gli interventisti hanno la meglio e partiamo alla volta della zona del san Primo.
La neve caduta da sabato ci accoglie con tutta la sua abbondante sofficità: avere due legni sotto i piedi sarebbe certamente stata una vera goduria, soprattutto se confrontati con queste specie di racchette da tennis vero attrezzo del demonio! L’ostacolo principale rimane il potenziale vento che alla fine ci consiglia di partire del pian del Tivano per poi ripercorrere a ritroso il tragitto dell’anno scorso. Stando infatti nella vallata, sotto la mole del san Primo, saremo protetti dalle previste raffiche. Ci muoviamo quindi in un ambiente silenzioso e ovattato ma pullulante di scialpinisti e altri ciaspolatori. Saliamo così agli ultimi alpeggi e poi ci buttiamo sul pendio intonso fino a ricongiungerci, dopo un giro arzigogolante, con una traccia di cui non si capisce bene la provenienza. [continua]
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