Val Varrone e val Biandino (Valsassina, Lecco)
mercoledì 01 ottobre
Uno sguardo alla cartina, l’ennesima giocata d’azzardo e mi metto in pista per la nuova avventura. Raggiungo quindi Taceno in Valsassina dove inizio a fare girare le pedivelle dei pedali con l’idea di compiere un bel giro ad anello. Ho solo l’incognita sul sentiero che dovrebbe permettermi il passaggio tra la val Varrone e la val Biandino ma, per il resto, mi sento sufficientemente sicuro di portare a casa l’intero giro. Infatti inizio a mulinellare in salita come se fossi già in fuga: mi dico che non potrò sopportare a lungo un tale ritmo eppure continuo imperterrito a spingere sui pedali come se nulla fosse. Passano così pochi chilometri e ho la scusa buona per fermarmi a dare un occhio alla cartina per poi riprendere a salire. Poi la strada inizia a spianare, si allunga, fa una curva e sparisce: maledizione, una discesa! Evidentemente non ho studiato bene la lezione e non ho previsto questa perdita preziosa di dislivello che, nel caso in cui il giro dovesse andare all’aria, mi costringerà a superare l’ennesima salita quando le gambe saranno già pappa. Scendo, supero il ponte sul torrente e proseguo in salita per poche centinaia di metri finchè mi convinco di avere superato l’imbocco della val Varrone: giro il mezzo e finalmente raggiungo la mulattiera. L’incipit non sembra dei migliori: le gambe iniziano a dare i primi impalpabili segni di stanchezza e sono solo all’inizio! Tutto sommato però il percorso sembra prendere quota dolcemente e quindi il morale resta alto finchè la mulattiera inizia ad impennarsi con alcuni brevi strappi che mi logorano rapidamente; raggiungo un piccolo abitato e mi fermo: mi viene voglia di abbandonare tutto, lasciare perdere la discesa per la val Biandino e rientrare lungo la strada da cui sono venuto, solo che c’è di mezzo quella maledetta risalita! [continua]
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