Caporal: Orecchio del Pachiderma e Tempi Moderni (valle dell’Orco)
domenica 10 aprile
Sono sotto un soffitto di stelle mentre una fresca brezza mi sferza il viso: mi infilo più che posso nel sacco a pelo cullato dal suono di una cascata. Mi sento come un baco all’interno del suo bozzolo al contempo rifugio e prigione del corpo. Poi il trillo del telefono mi risveglia dal torpore notturno: il Sergent si presenta davanti al mio sguardo in tutta la sua pomposa grandezza. Ma forse non sa che io vengo dalla valle: mi sento come un occidentalista d’inizio 900 di fronte ai paracarri dolomitici. Solo che qui le parti, geograficamente parlando, sono invertite. Quella mole granitica mi lascia perplesso: per dimensioni non ha nulla a che vedere con le strutture della val di Mello; anche il panorama non è certo idilliaco come la bucolica valle di Sondrio. E davanti al Caporal la situazione si ripete: cerco di svicolare dai gioghi dimensionali e mi accingo alla nuova avventura, il diedro Nanchez.
Fa caldo, un caldo torrido, inconsueto e insopportabile. Sembra di essere a luglio. Forse anche la biscia che ci fissa ha girato in avanti qualche pagina di troppo del proprio calendario. Con un contorsionistico movimento delle spire, ha sollevato la sua testa e mi fissa con aria minacciosa. La punto a mia volta con l’otturatore e schiaccio il grilletto: il rettile giace per sempre immobilizzato nella mia fotocamera finchè poi si allontana. [continua]
aprile 13, 2011 a 3:42 PM
direi che la stagione arrampicatoria è iniziata galoppando, cavallo!
anche noi domenica eravamo in zona, nascosti ai più…. hai avuto problemi di stomaco? (non è uno scherzo…) 7 su 9 hanno avuto vomitino due dì…. bravo stai salendo di livello: presto sarai cavallone gaudioso!!!
aprile 14, 2011 a 8:16 am
???
sono stato benissimo
cosa avete fatto?