Fuori dagli schemi

venerdi 1 e sabato 2 maggio

E’ difficile trovare degli stimoli quando un programma ambizioso salta. Così venerdì pianifico un giro di ripiego che, con la bici, mi porta sulla lunga salita del Bisbino. Supero abbastanza agevolmente il nastro d’asfalto che si inerpica verso la vetta, o almeno questa è la sensazione che provo quando scendo di sella. Il programma della giornata è appena agli inizi: salgo la scalinata che conduce all’osservatorio e quindi mi butto nella discesa lungo la via dei monti lariani.

Le gambe sono indolenzite: l’acido lattico accumulato con la pedalata influenza negativamente la corsa che non risulta fluida nè continua. Supero i rifugi Murelli e Bugone a cui segue la discesa che conduce alle pendici del Sasso Gordona. Le gambe versano sempre in uno stato di indolenzimento costante e fastidioso. Mi inerpico lungo il sentiero che conduce alla cima per poi ridiscendere dal versante opposto. Supero il Prabello e poi riprendo la discesa verso Erbonne. Dall’abitato che guarda sulla Svizzera, risalgo verso la Bocchetta d’Orimento da dove, sviato da un cartello che segnala il percorso per il Prabello, ritorno sul versante della Val d’Intelvi, compiendo il periplo del Crocione. Passo così sopra la Capanna Bruno in direzione del Sasso Gordona senza però incontrare altre indicazioni per il rifugio ai suoi piedi. La cosa mi crea non poche preoccupazioni, temendo di non riuscire a raggiungere il mio obiettivo e dover poi tornare indietro! Ma, fortunatamente, tra un sali e scendi e l’altro raggiungo il Pian delle Alpi da cui risalgo verso il Prabello ritornando così sul sentiero dell’andata che mi riporta alla bicicletta.

Il giro mi ha impegnato per circa 9h e 30′ di cui 6h e 20′ a piedi per un totale di poco più di 3000m di dislivello di cui circa 1200 in bici.

Con le gambe ancora doloranti, mi ritrovo il sabato a risalire il breve sentiero che porta al Monte Garzo (CH) dopo una breve deviazione che (per causa mia) ci ha condotti alla base della struttura sbagliata! Il nostro obiettivo si rivolge a Maggialore che avevo tentato tempo fa con il Clod. Inizia Cece che supera rapidamente il primo tiro, quindi prendo il comando raggiungendo la sosta successiva. Mentre assicuro il mio compagno che scala sulla terza lunghezza, Christian, che conduce l’altra cordata insieme a Silvia e Vera, si lascia vincere dalla forza di gravità. La domanda sorge spontanea: “tutto ok?”, mentre mi aspetto una conferma affermativa. Purtroppo, invece, dal basso mi giunge una voce diversa: “non tanto, ho la caviglia gonfia!”. Questo non ci voleva: comunicata la situazione a Cece, ci approntiamo a scendere, mentre Vera e Silvia calano il malcapitato allestendo poi la doppia.

Ci ritroviamo così alla base della parete: la caviglia destra è effettivamente e vistosamente più grossa dell’altra. Non ci resta che scendere lentamente alla macchina. Le due ragazze si caricano così due zaini a testa, mentre io e Cece alternativamente aiutiamo Christian lungo il sentiero. Mai discesa fu così lunga! Oltretutto, le mie gambe che sembravano essere tornate in condizioni normali, tornano a farsi sentire. Così la giornata arrampicatoria termina molto rapidamente per dare il via ad un pomeriggio poco piacevole. Ritornati in Italia, facciamo rotta verso l’ospedale S. Anna di Como dove, dopo una lunga attesa, scopriamo finalmente la reale entità del danno: la caviglia è perfettamente a posto, ma non il perone che presenta una frattura! Che dire? Beh: complimenti Christian per la sopportazione del dolore e buona guarigione!

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Una Risposta a “Fuori dagli schemi”

  1. azzz che sfiga!

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