Finale: Toirano e Bausu

sabato 4 e domenica 5 aprile

Per una volta esco dai confini regionali e, incredibile a dirsi, mi sposto verso sud, verso il mare. In macchina, comunque, ci sono imbraghi, scarpette e corde, ma non la magnesite, perchè quella ho deciso di dimenticarla in garage.

Sono con la scuola di alpinismo: siamo diretti a Finale per l’aggiornamento di roccia. L’obiettivo del sabato è una falesia di Toirano, dove rivedremo alcune manovre di autosoccorso. Così vengo istruito sul paranco e sul bilancino, mentre mi interrogo sulla necessità di aprire uno spaccio di articoli sportivi su ogni parete alpina. Che so, magari uno è sul 15° tiro della Cassin in Badile e si accorge che gli manca un moschettone a ghiera. Allora che fa? Gira lo spigolo e entra nel negozio dove è accolto da una biondona gnoccolona che gli mostra tutti i moschettoni: quelli grossi a pera, o quelli piccoli (ma sempre a pera!).

Alla fine mi rimane anche il tempo per saggiare questa famosa roccia finalese: in effetti i due tiri che provo non sono per nulla male!

Riprendiamo l’auto e ritorniamo verso la costa raggiungendo l’ostello dove passeremo la notte: un castello arroccato sopra Finale che ricorda in modo inquietante l’ostello di Hostel. Per una volta sarei grato di non trovare “dolce” compagnia in camera (a meno che non venda moschettoni!). La ripida scala interna conduce ad una sala esagonale con un alto soffito intonacato di bianco. Ai lati le stanze sono chiuse da massicce porte in legno nero. Ma nessuna grazia ci accoglie sui letti!

La domenica il tempo è imprevedibile: c’è chi dice pioggia, chi asciutto… Ci spostiamo verso l’interno e, dopo un po’ di avanti e indietro, puntiamo al Bausu, una falesia incastonata in un fitto bosco. L’inizio non è dei migliori (visto che non arrivo alla catena di un 5c!), ma poi mi riprendo e riesco a scalare chiudendo qualche tiro. La gradazione è piuttosto variegata:  a volte il grado calza a pennello, a volte invece è piuttosto strettino. Ma la roccia è sempre stupendamente fantastica: muri verticali a gocce e tacche che ti accompagnano all’ultimo spit insieme ad una fresca brezza.

Ci spostiamo più in alto, verso una zona con tiri molto impegnativi. E qui ci accorgiamo di essere comunque vicini a Genova: pur di risparmiare, anche sulle gradazioni, i liguri stanno indietro. Così c’è chi prova un 6c (che forse in realtà è un 7a/7a+), mentre qualcun altro mette le mani su un 7a (o sarebbe meglio dire 7b?). Dal mio canto, provo il “falso 6c” da secondo, arrivando fin dove la corda me lo permette con il risultato di ghisarmi per benino le braccia!

Chiudiamo il week end attorno ad un tavolo di un bar, con il solo rimpianto di non essere riusciti a divorare la focaccia con la nutella!

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3 Risposte a “Finale: Toirano e Bausu”

  1. uh…vedo ora che sei andato a finale. ottima scelta, il medale non è poi così spazioso 😉 non ho ben capito la storia della gnocca e delle pere. vabbè finale merita sempre. in questi giorni arrivano pure le tedesche!

  2. fraclimb Says:

    diciamo che la storia della gnocca e delle pere è legata alla mia cronica mancanza di compagnia femminile!
    tutto è nato dalla costatazione che per costruire il paranco (e soprattutto per il bilancino) ci vuole un sacco di materiale

  3. Beh, dai, anche quella sottospecie di sfoglia con la nutella non era malaccio!
    Ciao Compagno Eterno di Bubbi!!!!

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