Punta Allievi: Inschallah

sabato 9 e domenica 10 agosto

“Per fortuna che sei stanco!”. Questo pensiero mi rimbomba incessantemente quando, dopo circa 3 ore, raggiungo con Cece l’Allievi.

A cena, la sala da pranzo brulica di alpinisti: diversi puntano allo spigolo Gervasutti e altri due sembrano intenzionati a salire Inschallah. Forse avremo compagnia! Il nostro piano prevede colazione alle 6:00, così da iniziare l’arrampicata verso le 7:00: ci attende una via con sviluppo di 680m per 17 lunghezze e temiamo di fare notte!

Dal rifugio, saliamo in direzione dello spigolo sud della Punta Allievi (dove corre la Gervasutti). Superiamo quindi l’elegante struttura, costeggiando la parete SE fino alla zona dove inizia Inschallah (6b+, 6a/6a+ obbl.). Tra noi e la parete si frappone un piccolo nevaio, quasi gelato: con numeri circensi, a volte a quattro zampe, raggiungiamo la zona dove inizia la via. Degli spit neanche l’ombra e nemmeno dell’altra coppia di alpinisti. Risaliamo costeggiando la parete, ma non troviamo nulla. Riguardiamo la foto dell’itinerario: l’attacco deve essere poco sotto, dove eravamo prima. E allora torniamo sui nostri passi. Poi finalmente Cece scorge un moschettone di ritirata: abbiamo trovato Inschallah!

Alle 7:15 inizio il primo tiro. La nostra tattica consiste nel “ciapa e tira” o, se preferite, “V+ e A0”. Siccome la parete è piuttosto lunga, non ci interessa la libera, quindi, se il passo non riesce, non ci formalizziamo a mungere. Con questa tecnica, superiamo rapidamente i primi 8 tiri, che si svolgono su placche appoggiate. Non troviamo grosse difficoltà, anche perchè la via è sistematicamente protetta e i passi più duri azzerabili. Peccato per il IV tiro, un muro di 6a che troviamo bagnato.

Il sole ci raggiunge quando siamo in prossimità della cengia che divide in due il tracciato: ora ci attendono 9 lunghezze su muri verticali, decisamente più aeree di quelle appena scalate. E’ il mio turno di capocordata, quindi Cece supera un difficile tiro valutato 6b e poi tocca nuovamente al sottoscritto. Supero i primi due spit fino a un diedro e davanti ai mie occhi si apre il nulla! Non vedo più protezioni! Inizio quindi a salire lungo il facile diedro proteggendomi con i friends, fino alla sosta. Avevamo dubitato sull’utilità delle protezioni veloci: fino a quel punto, avevamo trovato spit anche sul facile raccordo che supera la cengia!

Anche nei tre tiri successivi (5c/5b) è necessario proteggersi (portare una serie di friends dallo 0.5 al 3 compresi). Si tratta comunque di lunghezze non complesse e quasi di raccordo con le ultimi tre. Abbiamo concluso che gli apritori erano rimasti con pochi tasselli e quindi hanno lasciato sprotetti alcuni tiri! Ma tanto meglio, così la salita si fa più interessante! Raggiungiamo così il 6a+ e quindi il 6b+ che Cece supera abilmente proteggendosi lungo la dulfer finale con un bel friends. Un tiro formalità ci porta sulla cresta finale da cui raggiungiamo la vetta. Abbiamo impiegato 4h e 45′ per completare la via!

La discesa si svolge lungo la normale, ben segnata con diversi ometti e alcune vecchie tracce di vernice rossa. Il tracciato è sempre visibile e si svolge prevalentemente su sfasciume.

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