Taldo-Nusdeo
giovedì 24, venerdì 25 luglio
Finalmente riesco ad accordarmi con Cece per una salita in ambiente! Il suo programma è quello di andare con Andrea sulla Cassin alla NE, ma poi optiamo per la Taldo Nusdeo al Picco Luigi Amedeo. Con me sarebbe dovuto venire Claudio, ma purtroppo le sue ginocchia e la lunga discesa verso valle lo costringono a rinunciare alla salita. Siamo quindi in tre a tentare questa salita: se da una lato questo rallenterà le manovre, dall’altro permetterà una progressione più sicura.
Ci incamminiamo dunque nel primo pomeriggio da S. Martino, con obiettivo il bivacco Manzi. Nonostante il carico sulle spalle (due mezze da 60m, doppia serie di friends fino al 3, dadi, chiodi e martello nonchè della pasta liofilizzata con relativo fornelletto), superiamo tutta la Valle con passo spedito. All’imbocco del sentiero che si inerpica in val Torrone, Cece inizia ad imprimere un ritmo da skyrunner che ci permette di guadagnare rapidamente quota, ma che mi sfianca altrettanto velocemente.
In poco più di 3 ore raggiungiamo quindi il piccolo ma accogliente bivacco, giusto in tempo per preparare la cena. Il sole intanto cala all’orizzonte donando un lieve colore rosato alle cime che incorniciano l’alta val Torrone.
Sono le 5:30 qundo il trillo della sveglia rompe il silenzio che regna sovrano. Fuori, la temperatura non è eccessivamente bassa e quindi quando attacchiamo verso le 7, le mani non sono indurite dal freddo. L’idea è quella di alternarci nella conduzione della cordata: ad ognuno spettano quindi 4 tiri che verranno saliti di seguito prima di passare da secondo. Inizia Cece con due ostici tiri in traverso valutati V+/VI-. La via mostra subito il suo vero e insidioso carattere; incontriamo infatti un passo superabile in A0 e decisamente superiore a un “semplice” V seguito da un difficile tratto in discesa che impegna non poco Andrea ultimo di cordata, che non può quindi sfruttare l’aiuto del friend come invece abbiamo fatto noi. Concludiamo quindi i due tiri in circa 1 ora, rallentati anche dal difficile scorrimento delle corde, che costringe Cece a recuperarci uno per volta. Il mio arrivo alla sosta finale è inoltre preceduto da un breve pendolo, provocato dallo sganciamento di un friend, che si conclude contro una paretina . Con una breve lunghezza ci troviamo sotto uno dei tiri chiave che supera il naso, un tettino fessurato verso sinistra gradato 6c. Siamo un po’ impressionati dalla fessura bagnata che conduce al naso, ma soprattuto dal traverso sotto il tetto. Ci guardiamo in faccia dubbiosi sul da farsi, ma poi, forti della nostra doppia serie di friend, deicidiamo di proseguire. E’ ancora il forte Cece a condurre il trio, con una progressione in artificiale: la doppia serie di protezioni si rivela utile, ma insufficiente tantè che Cece si trova costretto a recuperare alcuni dei friend piazzati. Finalmente raggiunge la fine del tetto e lo supera raggiungendo la sosta. E’ quindi il nostro turno: mi attende una dulfer piuttosto impegnativa che mi disfa completamente le braccia e quindi il traverso verso sinistra sotto il naso che supero in artificiale. Sopra la sosta ci attende un’altra fessura decisamente più semplice, se fosse stata asciutta! Cece riprende la scalata: supera la spaccatura e quindi un passo con una lama staccata, ottima per un incastro di schiena. Quindi parte veloce Andrea seguito dal sottoscritto che ha alcune difficoltà nel tratto finale a causa dello zaino che ostacola i movimenti. Sono passate poco meno di 3 ore dall’inizio dell’arrampicata ed è tempo di valutare il da farsi: Andrea non se la sente di proseguire, dal canto mio non sarei in grado di alternarmi con Cece viste le condizioni a dir poco pietose delle mie braccia completamente ghisate. Oltretutto tra due tiri c’è la grotta, oltre la quale la discesa è piuttosto problematica: se non vogliamo fare notte, forse ci conviene gettare le doppie! Cece acconsente alla decisione e quindi ci approntiamo alla discesa: con due doppie siamo alla base della parete e quindi iniziamo la discesa verso valle.
Sono piuttosto stanco e svogliato, ma Andrea vuole fare qualcosa e quindi saliamo verso le placche del giardino. L’obiettivo è verde gemma che Andrea condurrà da capocordata. Partiamo con un ostico spigolino che mi inquieta più della Taldo Nusdeo; segue poi il tiro chiave: un 6a+ di pura aderenza, senza il minimo cristallo che possa asiutare nella progressione. Andrea inizia l’arrampicata superando il passo chiave senza troppi problemi, poi in un tratto più facile, perde un piede iniziando così una lunga scivolata finchè le corde non si tendono. Senza demoralizzarsi, riprende la scalata fino alla sosta per poi recuperarci: il tiro è decisamente duro, nulla a che vedere con le placche di self control!
Finalmente rientriamo alla civiltà; personalmente sono stanco, ma comunque felice per la via tentata e soprattutto per la nuova compagnia che sostanzialmente mi ha scarrozzato in questi due giorni. Infine, alla mia lunga lista di tentativi, posso anche aggiungere la Taldo Nusdeo! Ma ritorneremo, con tripla serie di friend e tre giorni a disposizione!
luglio 28, 2008 a 11:06 am
compliementoni per il tentativo! che posto!
io ho fatto due cose in accordo con le mie ginocchia. venerdì 5′ di avvicinamento. sabato 30′ a piedi 🙂
luglio 28, 2008 a 5:15 PM
bravo…adesso aspettiamo il risultato positivo però!!!
l’estate passa in fretta: muovi il culo:)eheh
novembre 24, 2008 a 6:18 PM
[…] eccetto una fugace presentazione in università) scegliamo una via “tranquilla”: la Taldo Nusdeo al Picco Luigi Amedeo! La salita è andata come è andata, ma ho guadagnato un valido compagno di […]
agosto 20, 2009 a 3:37 PM
[…] naso, come superarlo e conosciamo anche il tiro successivo, al cui termine si è arenato il tentativo dell’estate passata. Da quel punto, per noi, c’è solo terreno […]